Africa E.Race 2024, Bruno Arcuri
oggi a Dakar: "Ce l'abbiamo fatta!"
Le braccia aperte saranno le sue: Bruno Gabriel Arcuri sventolerà la bandiera del motoclub di Gussola a Dakar. Una bandiera al cielo, per Angelo Bergamonti - altro generoso nel suo viaggio terreno - e per tutti
Pietra dopo pietra, granello di sabbia dopo granello di sabbia, vento, sudore, dolore, fatica. Chilometri su chilometri. Capacità, amici speciali e altre persone straordinarie, altri motociclisti, incontrati per caso. Famiglia, tifosi conosciuti e altri raggiunti a distanza. Piccoli gesti solidali, i suoi e quelli degli altri, la capacità di non perdere quasi mai il sorriso. Coraggio, e poi ancora cuore, tantissimo cuore.
Bruno Gabriel Arcuri, centauro italo/argentino tesserato con il Motoclub Angelo Bergamonti di Gussola ha raggiunto Saint Louis, in Senegal. Undicesima tappa di quell’Africa Eco Race che più della Parigi Dakar vera rappresenta la corsa e il sogno a due ruote di questo millennio. Il sogno, anche fisicamente, si è compiuto. Manca poco a Dakar. Oggi la passerella finale, l’arrivo nella città del Senegal e le foto di rito.
E’ commosso Sante Granelli, professione meccanico (e direttore Sportivo del Motoclub) in quel di Gussola, ed altro uomo dalla grande anima. Commosso sino alle lacrime. “Ce l’abbiamo fatta” sono le uniche parole che, in un primo momento e nel pomeriggio di ieri riesce a dire. Non è la prima volta che lo sentiamo piangere Sante dai giorni della partenza. Non solo per Bruno sono stati giorni difficili in alcuni frangenti. Anche a Gussola, lontano, la tensione è stata tanta. Ci sono stati giorni difficili per tutti. Ora sono alle spalle.
Dopo il tempo dell’attesa, della sabbia e del vento, dopo il tempo del carburante, della solidarietà e delle dune, dei silenzi e delle parole, ora è il tempo della festa. Abbiamo lasciato in pace Bruno: era giusto che se la godesse da solo, con i suoi compagni di viaggio, i suoi pensieri. Era giusto così… Ci sarà modo nei prossimi giorni, e quando tornerà in Italia, di sentirlo direttamente. Ha realizzato un sogno che aveva da tanti anni: un bellissimo sogno.
Già. Ce l’abbiamo fatta. Un plurale che raccoglie tanti, tutti quelli che nell’appassionato centauro alla sua prima esperienza in un evento del genere, ci hanno creduto. Se tra Francia, Marocco, Mauritania e Senegal sono stati giorni intensi lo sono stati anche qui. Ad attendere – famiglia e amici – parole rassicuranti da aree nelle quali anche la comunicazione non era semplice, a cercare di capire dove Bruno fosse a bordo della sua Honda 450 CFR. Ad aspettare di capire che ne sarebbe stato dei giorni e del giorno successivo, per i simpatizzanti del Bergamonti, i lettori, gli enduristi, i giornalisti, carburati e scarburati.
“Siamo orgogliosissimi – dice Claudio Bonaldo, presidente del Motoclub Angelo Bergamonti – per Bruno. Ci stiamo preparando al suo rientro e ci saranno iniziative che al momento non possiamo dire. Il Motoclub Angelo Bergamonti è fatto da tanti, dagli appassionati a chi vive le cose in silenzio. E questo 2024 sarà un anno importante, ricco di iniziative anche nuove per il Motoclub. Bruno ha fatto una cosa importante, forse unica a memoria per questo territorio in un evento come questo che poi è la Parigi Dakar di un tempo, e se lo è meritato, fortemente meritato“. Due parole anche sul suo braccio destro, Sante Granelli: “Un generoso, fa parte del suo carattere. E un appassionato. Uno che vive questa sua passione così. Sante ha passato ore anche in sede, ha dato e sta dando tanto. Lui si butta sempre, in tutto quello che fa…“.
Ma torniamo in Senegal. Oggi, come dicevamo, e per Bruno Gabriel Arcuri, trasferimento da Saint Louis a Dakar, passerella e gran festa, anche con e per i colori del motoclub. Poi, nei prossimi giorni il rientro in Italia e nel casalasco, con tutto ciò che ne conseguirà. Non è finita per lui: e a parte il raccontare, l’enduro è lì che lo attende a braccia aperte.
Le braccia aperte saranno le sue: Bruno Gabriel Arcuri sventolerà la bandiera del motoclub di Gussola a Dakar. Una bandiera al cielo, per Angelo Bergamonti – altro generoso nel suo viaggio terreno – e per tutti. E vivrà la sensazione che si prova quando poi domani non hai più serbatoi da rimettere in sesto, dune da vivere e istanti da raccontare. Il tempo in cui sedimenta tutto dentro. In cui i ricordi si fanno intensi e devi decidere che farne. Bruno continuerà a sognare: non fosse stato un sognatore senza tregua tutto questo non lo avrebbe messo in piedi. Gli è costato. Ma oggi, guardandosi dietro, ne siamo certi, molto meno di quel che poi ha vissuto.
Sante verserà qualche altra lacrima, ne siamo certi. Ce l’abbiamo fatta – le sue prime parole di ieri pomeriggio – e non saranno le ultime. In fondo ha ragione lui. In quei torridi tracciati, nell’ultimo sorriso stanco, nel tentativo di sistemare quel che non va e nella voglia di continuare a sognare – e un poco grazie a Bruno – ci siamo anche tutti noi…
Nazzareno Condina