Africa Eco Race, Arcuri arriva
in scioltezza: il serbatoio tiene
Bruno Gabriel Arcuri taglia il traguardo dello speciale fa gli ultimi km di trasferimento in scioltezza e si porta alla partenza di questa mattina. Il serbatoio regge. Ci siamo fatti spiegare il lavoro fatto per rimetterlo in sesto da Sante Granelli che ieri ha esultato
Africa Eco Race 2024: andare in moto è bello pure così. Quando poi, nonostante la lunga tappa, hai modo di conoscere, di fare nuove amicizie, di aiutare qualcuno. Lo puoi fare – e ancor di più – quando non hai vincoli di classifica, quando vai e sai che ogni giorno in più è un giorno che ti avvicina alla meta ed arrivarci veloce o piano non ha poi una grande importanza.
Siamo (quasi) in dirittura d’arrivo. Nella tarda serata ai familiari è giunta una telefonata in cui Bruno Gabriel Arcuri ha raccontato di una tappa in cui – a parte il ginocchio che gli si è un po’ gonfiato – ha avuto modo di fare nuove conoscenze. Altri motociclisti come lui (o motocicicliste), altri viaggiatori del deserto in viaggio verso Dakar. Va così, i velocissimi scattano (hanno altri pensieri) e poi nelle retrovie si resta a viversi la vita, la moto, le persone, i momenti buoni e quelli meno.
Pochissime notizie ieri, qualche accenno (ci racconterà quando tornerà a casa) se non quelle che in realtà ci attendevamo. Bruno Gabriel Arcuri taglia il traguardo dello speciale fa gli ultimi km di trasferimento in scioltezza e si porta alla partenza di questa mattina.
Il serbatoio regge. Ci siamo fatti spiegare il lavoro fatto per rimetterlo in sesto da Sante Granelli che ieri ha esultato. Il pilota italo argentino ha lavato e grattato bene (con carta 800 e 1000 per gli appassionati) l’area della crepa, ha usato bicomponente per alluminio, neoprene, stucco. Ha praticamente sigillato e rimesso a posto il serbatoio 3 che gli servirà. Deve tenere ancora per poco. E’ l’ultimo sforzo.
Con il serbatoio rimesso in sesto, (la tenuta della moto è lì a dimostrarlo) il traguardo di Dakar è meno duro. La tappa di oggi è un altro anello, partenza da Amodijar e arrivo ad Amodijar. Una tappa di 466 km, con 363 km di prova speciale. Dune e sabbia in prevalenza, dura, con la parte più bella forse dell’intero percorso. Quasi tutta sabbia dicevamo, si consuma di più, ma si riesce anche a godersi un po’ più di tranquillità. Ci sarà da prestare attenzione a non incappare in qualche errore di sottovalutazione, ma non è il caso del nostro Bruno.
Ha ben chiaro quel che fa. Ed ha ben chiaro perché lo fa. Da registrare di nuovo, sempre ieri, un paio di foto. Ve le mettiamo perché – come raccontavamo qualche giorno fa, dal punto di vista della solidarietà tra piloti autonomi, è forse uno dei momenti più intensi che vi abbiamo narrato. Il pilota col numero 135, tesserato con il Motoclub Bergamonti, fermo nel deserto. Serbatoio 3 andato e nessuna possibilità di arrivo se non facendosi venire a prndere dai mezzi del soccorso. Si fermano in due, gli danno una mano con il carburante. Bruno riparte, e arriva al traguardo.
Domani vi racconteremo qualcosa in più. Intanto ci godiamo ancora un altro caldo giorno (in Mauritania, qui in pianura molto meno), e un’altra intensa emozione.
N.C.