Africa Eco Race, Arcuri sistema
la moto, ora destinazione Dakar
"L'Africa Eco Race è comunque una bella esperienza. Se la fanno tipi come me che hanno fatto viaggi, Patagonia, Bolivia, fa enduro, è una esperienza comunque importante: si conosce gente, ci si dà una mano. Bravissimi anche questi della Malmoto anche se parlano altre lingue, ci si capisce al volo

Riparazioni fatte, è tutto pronto a Dakhla: Bruno Gabriel Arcuri domattina risalirà in moto per affrontare la sesta tappa. Naturalmente, per la sua categoria (Motul) è tutto un po’ più complesso perché – a differenza degli altri – la loro è una categoria autonoma, devono in poche parole, arrangiarsi il pià possibile. Questa mattina partenza dal bivacco a 6.45, e sveglia a 5.15. I professionisti della due ruote partiranno direttamente dalla partenza della prova speciale dove avranno i loro mezzi già pronti e in assetto, mentre gli autonomi si dovranno fare anche il trasferimento.
Dicevamo delle riparazioni. Ne ha dovute fare un po’. Più di quelle preventivate ma alla fine, con il cambio gomme a metà del pomeriggio, il pilota italo argentino con bandiera del Motoclub Bergamonti ha rimesso in sesto la sua Honda CFR 450. Oltre al faro e all’impianto elettrico, come ha spiegato lui stesso… “Ho cambiato le gomme, i filtri, la guarnizione, perde ancora un pelino e vabbé, la lascio così, poi ho rimesso a posto tutti i paramani e poi ho chiuso tutti i bulloni, il fusibile è a posto, ho controllato i freni, dietro è buono, davanti posso ancora fare qualcosa, e dovrò cambiarlo tra un paio di giorni probabilmente. Penso che ora sia tutto a posto…“.
C’è stato spazio anche per un po’ di meritato riposo. Lo doveva a se stesso perché la stanchezza si fa sentire forte. Non lo fermerà, ma Dakar è ancora lontana e l’energia fisica servirà tutta, se non di più. Dove non arriverà quella servirà quella mentale. E’ importante recuperare per come si può, e in ogni momento sia possibile farlo. Dicevamo della differenza tra professionisti e categorie come quella del nostro pilota – eroe – lo ha definito SoloEnduro, e un po’ i piloti della Malmoto lo sono tutti. Nessuna agevolazione, nessun aiuto diretto da meccanisi sul luogo, nessuna possibilità di essere assistiti da un team specifico sino in fondo. Si devono arrangiare, fa parte del gioco.
“Per me è un’avventura questa, la mia prima avventura di questo tipo. Questa non è una gara, ma un’avventura e la nota positiva è che è andato tutto bene…”
Ieri c’è stato modo anche di spiegare nel dettaglio lo stop, e le due tappe e mezza saltate. Di spiegare quella stanchezza e qualche linea di febbre dovuta al trasferimento su camion “… se vuoi male a qualcuno – ha detto sorridendo e con ironia – fagli fare due giorni sul camion balai che è una vera punizione educativa…” e di spiegare anche a Sante Granelli, che non lo ha lasciato solo un attimo, il problema alla batteria che non gli ha consentito di ripartire dalla tappa 5.
E’ lo stesso Sante, Direttore Sportivo del Motoclub Bergamonti nonché meccanico a spiegarcelo: “… quando ha scaricato la moto aveva la batteria scarica. Il GPS ha continuato a mangiare energia anche nei due giorni di trasferimento, perché pur se spento mantiene viva la batteria“.
Arcuri ha ribadito che la decisione di fermarsi per chiedere l’assistenza del balai per essere recuperato è stata solo sua. Senza il faro, e con la traccia GPS persa dopo 100 km, si è ritrovato a dover decidere se provare ugualmente o fermarsi, per non andare incontro al buio. Ha preso la scelta più saggia, e l’unica possibile. Ieri è stato intervistato dal cronista di Enduro, è apparso un po’ stanco, ma determinato.
Come sempre, da Gussola, Sante lo ha incitato: “Ieri sera, dopo averlo sentito molto stanco qualche ora prima mi è sembrato più riposato. Dai Bruno! E ora vai sino a Dakar!”
Questa mattina il nostro pilota è ripartito, destinazione Chami (Mauritania). “L’Africa Eco Race è comunque una bella esperienza. Se la fanno tipi come me che hanno fatto viaggi, Patagonia, Bolivia, fa enduro, è una esperienza comunque importante: si conosce gente, ci si dà una mano. Bravissimi anche questi della Malmoto anche se parlano altre lingue, ci si capisce al volo. E’ un’esperienza che va fatta...”.
Na.Co.