Cronaca

Davide Cerina: "Grazie al Busi per
come ha curato per 5 anni mio papà"

"Concludo con un pensiero frutto dell'esperienza fatta in questi anni: Il Busi, nonostante si possano muovere critiche, come tante altre strutture di accoglienza ed assistenza del territorio, è una realtà che vale la pena preservare e sulla quale merita che si investa"

Ha appena perso il padre Davide Cerina. Cinque anni di ricovero nella RSA della Fondazione Busi di Casalmaggiore, e negli ultimi tempi una condizione fisica che si è aggravata in maniera repentina. Emanuele Cerina alla fine se ne è andato. Accudito – in questi cinque anni – al meglio in una struttura che è importante, e che sta cercando e cerca sempre di migliorare e migliorarsi. Dall’ultimo degli assunti a chi la amministra.

Ha appena perso il padre Davide, un padre amato con tanta energia. E, nonostante il dolore, ha voluto contattarci per raccontare la sua esperienza, e raccontare di una Casa di Riposo da elogiare per come quel padre amato lo hanno seguito…

Mio padre Emanuele – ci racconta – è appena deceduto ed ha passato gli ultimi cinque anni gravemente inabile e sofferente presso il Busi di Casalmaggiore.

Volendo tirare le somme di questi dolorosi anni mi sento di dire che sono stati resi assolutamente dignitosi grazie alla cura ed all’attenzione di tutti, ma soprattutto tutte, coloro che giornalmente svolgono il loro lavoro all’interno della struttura molto al di sopra di quanto il loro corrispettivo economico lo richieda.

Mio padre purtroppo se ne è andato in maniera inaspettatamente repentina e credo che se avesse potuto avrebbe ringraziato uno per uno ed una per una tutte le persone che gli sono state vicine, lo faccio io per lui“.

Dopo le considerazioni sul padre, e a partire proprio da quelle, una riflessione…

Concludo con un pensiero frutto dell’esperienza fatta in questi anni: Il Busi, nonostante si possano muovere critiche, come tante altre strutture di accoglienza ed assistenza del territorio, è una realtà che vale la pena preservare e sulla quale merita che si investa.

Rappresenta la miglior alternativa di cura sia per qualità che per continuità a qualsiasi altra modalità, anche domiciliare, da offrire ai nostri cari. Dare questa alternativa ai propri congiunti significa preservare per loro, vita e dignità nella malattia, in buona sostanza un atto di amore e, se dovessi tornare indietro, io farei la stessa scelta che ho fatto, all’epoca con dubbio e dolore, il 30 dicembre 2018.

Auspico infine, proprio per la grande importanza che riveste questa nostra realtà assistenziale, che le Amministrazioni Comunali che si andranno succedendo, abbiano l’acume, la pazienza e la volontà di scegliere e nominare sempre e comunque il gruppo dirigente migliore per capacita tecnico organizzativa piuttosto che per lustro politico“.

Na.Co.

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