Africa Eco Race, Bruno Gabriel
Arcuri riparte dalla sesta tappa
La classifica... a Bruno non interessava gran ché dall'inizio. Lui, centauro per sogno e per passione di fronte a gente che si cimenta in gare come questa da professionista. "Ha ancora la possibilità di alzare le braccia al cielo a Dakar - conclude Sante Granelli - e con le braccia sollevare la bandiera del motoclub Bergamonti"
Il fanale della moto andato, l’impossibilità, nel buio del deserto, di andare avanti. E, per paga, la disavventura dei balai. Avrebbe potuto finire così – comunque con un sospiro di sollievo per chi la segue da casa e ancor di più per familiari, DS e soci del MotoClub Bergamonti, amici e sponsor l’avventura di Bruno Gabriel Arcuri. E invece… l’avventura prosegue. Hanno la testa durissima gli argentini, e gli italo argentini ancora di più. C’è un sogno da realizzare sino in fondo, un finale da scrivere in maniera diversa, un’ostinata volontà di chiudere un percorso “terribile” (e sono le sue parole) in un’Africa Eco Race affrontata per la prima volta.
Quanti si sarebbero ritirati, considerando anche la stanchezza, e considerando anche un paio di linee di febbre sopraggiunte? In tanti. Ma lui no. Lui è Bruno Gabriel Arcuri, un uomo che dietro al sorriso bonario nasconde la capacità di voler affrontare le asperità con coraggio. La sua Africa Eco Race ripartirà lunedì dalla sesta tappa. La quarta era quella di ieri ed è andata, la quinta è quella di oggi, e non ci si arriverà. Ma alla sesta, da Dakra, il viaggio riprenderà. Lo consente il regolamento, dovrà solo aggiustarsi (e da solo, anche questo prevede il regolamento) le luci della sua CRF 450 e poi si riparte.
Perché per un sogno ne val sempre la pena. “Giornata furiosa, inedita tappa ho faticato tantissimo non solo io. Comunque ho perso traccia e il fanale della moto non va quindi ho dovuto chiamare il camion balai prendendo penalità, ma non sono l’unico adesso stiamo attraversando una catena di dune da 4 ore forse arriviamo domattina. E tremenda questa Africa Eco race!“. Appena trovato campo le comunicazioni dirette sono riprese… I familiari sono riusciti a sentirlo, e da lì è arrivata la comunicazione. La lieta novella.
Qualche linea di febbre, dicevamo, dovuta più alla tensione e alla stanchezza che al resto e un po’ al fatto che, avendo il fanale rotto e in considerazione che lì la notte arriva prima, il pilota aveva dovuto chiamare l’assistenza per farsi venire a recuperare, perché non aveva più ne luce, ne niente e non sapeva neanche più dove andare. Sul luogo in cui Bruno si era fermato poi erano andati a prenderlo.
Le altre traversie sarebbero lunghe da raccontare, ma il finale è di quelli belli, di quelli da scrivere. Bruno Arcuri ripartirà lunedì dalla sesta tappa. La quarta era quella di ieri, la quinta è oggi ma non farà in tempo (anche perché come detto, oltre a cambiare olio e filtro, dovrà risistemare l’impianto elettrico). Domenica, domani, è giorno di riposo e giorno per recuperare il gruppo. E poi lunedì si ricomincia. Sì, si ricomincia!
Innegabile, dopo le preoccupazioni, la tensione ed il magone di ieri, la soddisfazione di Sante Granelli, direttore sportivo del Moto Club Bergamonti: “Sistemerà l’impianto elettrico ed il fanale, e poi si riparte. Con due tappe in meno certo, e nessuna possibilità per la cassifica nella quale comunque resta. Ma per lui non contava quella. L’importante era realizzare quel sogno di arrivare a Dakar. E può ancora farcela, anche se sarà ugualmente dura, perché le tappe che gli restano non saranno semplici. La moto, e lo avevo detto, è una garanzia, l’impianto elettrico Bruno è è in grado di ripararlo e così cambiare il fanale ed il filtro. Sa come si fa, e lo deve fare lui. Al Motoclub non abbiamo piloti, ma rulli compressori!”
La classifica… a Bruno non interessava gran ché dall’inizio. Lui, centauro per sogno e per passione di fronte a gente che si cimenta in gare come questa da professionista. “Ha ancora la possibilità di alzare le braccia al cielo a Dakar – conclude Sante Granelli – e con le braccia sollevare la bandiera del motoclub Bergamonti“.
Bruno ha ancora la possibilità di scrivere presente e futuro, ed andrà come andrà, il centauro italoargentino del Motoclub ha già scritto una storia bella. Una storia di sport che sembra scritta ai tempi delle epiche imprese. Di quelle che ci piacciono, quelle in cui i giganti avevano magari meno muscoli, e meno possibilità e mezzi, ma una grande anima. E la sua è come quella di Angelo, e di Sante, come quella di chi ci crede fortissimamente: quella di un bambino che non ha ancora smesso di sognare…
Na.Co.