Cronaca

Arcuri, prima tappa chiusa, questa
mattina un'altra storia da scrivere

Ci proverà Bruno Gabriel Arcuri, già da questa mattina. Ci proverà nella seconda tappa marocchina, a dosare forze, passione e testa. Chi lo ha sentito ieri sera lo ha sentito tranquillo, non stanco, comunque pronto e carico

E’ arrivato a Boudnid, nel sud del Marocco, nel tardo pomeriggio, con il sole ancora acceso e tanta voglia di mettercela tutta. Ma la giornata di Bruno Gabriel Arcuri era iniziata alle 5. Le formalità di rito prima della partenza per il trasferimento. 600 km, di cui 173 di speciale, fatti con la testa sulle spalle, alla Bruno Gabriel Arcuri insomma, senza l’ansia di arrivare e di strafare. Anche perché in Marocco, e sull’asfalto (la prima delle tappe di trasferimento era su strada) non guardano tanto per il sottile, ne sono particolarmente interessati al fatto che si indossi un pettorale o meno. Dove ci sono limiti vanno assolutamente rispettati, senza concedere nulla all’ansia di accelerare un po’ di più. Ci sarà modo, eventualmente, di andare un po’ più forte. L’unico degli inghippi di questa tappa è stata una buca, proprio sulla strada, che ha fatto perdere al pilota casalasco di adozione ma di origine argentina la GoPro. Non c’era tempo per fermarsi a ritrovarla. Per regolamento gara la GoPro può viaggiare solo se ancorata alla moto: basta poco per perderla. Bruno ha girato solo qualche istante per vedere se la vedeva, ma poi ha ripreso la strada.

Chi ha potuto ha seguito lo spostamento sulle mappe del sito dell’Africa Eco Race. Cosa che si potrà fare anche nei prossimi giorni, già da oggi in cui si comincerà a fare davvero sul serio. Non che ieri sia stata una passeggiata, ma da oggi inizia la vera e propria gara. Naturalmente, e con netto vantaggio, ad arrivare in tempi molto più rapidi al traguardo i piloti professionisti, quelli che di questo tipo di gare ne fanno una carriera in giro per il mondo. Non è il caso del nostro sognatore a bordo della sua Honda CRF 450, una moto che “... se la rispetti, non ti molla mai“, dal vangelo secondo Sante Granelli, abilissimo meccanico che riesce a resuscitare i motori e direttore sportivo del Moto Club Bergamonti che sta supportando il nostro pilota in ogni istante.

Dicevamo del primo arrivato. Sono una trentina i piloti professionisti iscritti a quella che fu la Parigi Dakar. Una trentina di piloti abituati a questo tipo di corse. Il primo è giunto con due ore di anticipo rispetto al nostro. C’è chi la corsa – come ci spiega sempre Sante Granelli la fa da professionista, poi c’è la categoria revival e poi quella touring. Quello che fa sperare, al momento, è che Bruno è giunto con un tempo appena più basso di quello dei professionisti. Pur rispettando i limiti e pur non esagerando, ha fatto il suo. Ma quel che fa ancor di più sperare è che il nostro non deve arrivare tra i primi, non prenderà la sfida verso Dakar e il Senegal come la corsa della vita. L’importante è “… arrivare a Dakar, e lì alzare le braccia al cielo“, e magari, lì a Dakar, sventolare la bandiera del Motoclub Bergamonti, tenendo alto lo spirito di Angelo.

Ci proverà Bruno Gabriel Arcuri, già da questa mattina. Ci proverà nella seconda tappa marocchina, a dosare forze, passione e testa. Chi lo ha sentito ieri sera lo ha sentito tranquillo, non stanco, comunque pronto e carico. E pimpante. In tarda serata è arrivato anche il messaggio del centauro: “Oggi tappa 173 km di pista e fuoripista, molta navigazione, terreno molto sconnesso con sassi e parecchie buche. Bellissima. Trasferimento asfalto 450 km circa. Siamo partiti in ritardo per colpa della dogana. Domani tappa impegnativa, sono al briefing. Non so a che ora parto, mangeremo fra poco. Fa freddo però oggi il sole è stato stupendo…“. Pimpante e positivo, questi gli aggettivi giusti.

Le ultime parole di serata però sono di Sante Granelli. Non sappiamo quante ore dorma la notte a Gussola. Ma non devono essere poi tantissime. Con la testa, e col cuore, è in Africa pure lui. “A volte i sogni coinvolgono le persone che hanno lo stesso sangue. Le scelte di ognuno non sono giudicabili da altri: Bruno ha fatto le sue, ha tagliato il suo traguardo, ha immaginato e realizzato sino a qui il suo futuro. Come si fa a non credere in un obiettivo, per concreto o sogno che sia, anche quando per certi conti e persone è irraggiungibile con i tempi che corrono? Quello che conta è l’anima che ci metti nelle cose, e l’anima il nostro 135 ce l’ha. La moto ti dà energia, ti tiene e ti rende l’animo giovane. Fosse già il 14 avremo terminato ansie e preoccupazioni. Intanto siamo qui. Se i nostri ragazzi del Motoclub avranno la stessa forza di Bruno nel 2024, e io sono fiducioso, questo non sarà un 24, ma un 48!

Na.Co.

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...