Punto Nascite: la promessa di 5
anni fa e qualche speranza in più
Vi sarà un'alba ed un domani in cui verranno riaccese le luci e si nascerà ancora a Oglio Po. No, non vogliamo illudere nessuno che sarà un percorso e una storia semplice: ma in fondo ci basta che sia
Manteniamo una promessa. Che avevamo fatto a noi stessi, che avevamo fatto con il personale, e le mamme, ed i papà, e tutti coloro che – non tantissimi invero allora – avevano condiviso un battaglia. Manteniamo una promessa, ricordando sorrisi, e rabbia, e frustrazione. Ricordando una notte buia, una di quelle più buie che ha riguardato l’Oglio Po. Era l’ottobre del 2018, erano passati mesi di illusione (mai tantissima) e giorni di tristezza e di lotta. Nell’ottobre del 2018 chiudeva il Punto Nascite di Oglio Po.
Manteniamo anche quest’anno una promessa, e proprio quest’anno che qualche piccola luce sembra essersi accesa. Quest’anno in cui forse qualche piccolissima speranza c’è. No, non vogliamo illudere nessuno, ne vogliamo illudere noi stessi. Ci crederemo sino in fondo, e crederemo a un piccolo miracolo, quando il Punto Nascite di Oglio Po verrà riaperto. Crederemo allora che realmente chi parla di famiglia lavora per la famiglia, chi parla di sicurezza faccia altrettanto, chi parla di servizi essenziali alla fine lavori perché quei servizi essenziali vengano garantiti sul territorio prima che succeda l’irreparabile. Chi parla di normative da cambiare le cambi davvero.
La politica però sta serrando le fila e lavorando davvero ad una soluzione possibile. Noi ci crediamo, e vogliamo continuare a crederlo, anche se nel frattempo tra Regione e Stato, abbiamo visto passare pressoché tutte (se non tutte) le bandiere. Oggi è un giorno diverso, e forse un giorno migliore.
Quest’anno, come negli ultimi 5, a Oglio Po non vi sarà ultimo nato, ne vi sarà primo nato. Non vi saranno corse in ospedale a Vicomoscano, ne sorrisi, ne ostetriche felici che ci aspettano dicendoci ove possibile fare foto e chiedere qualche notizia alle fortunate mamme e ai fortunati papà. Non vi saranno saluti, non vi saranno espressioni stanchissime e soddisfatte al contempo, non vi saranno storie di nascita da raccontare. Storie belle, a prescindere. Storie di luce e tenerezza.
Ci spiace. Oggi come allora, perché oggi come allora nulla per noi è cambiato: avevamo condiviso con forza quella battaglia. Ci eravamo schierati, per quello che reputavamo giusto. Eravamo andati controcorrente, contro parole anche pesanti (le conserviamo tutte le mail di allora, giusto così, a testimonianza che non eravamo stati visionari quando 10 mesi prima davamo la notizia, né passibili di qualsivoglia querela, né Cassandre impazzite, né diffusori di procurati allarmi senza senso) convinti che quello che scrivevamo fosse esattamente quello che sarebbe successo. Ci fidavamo delle nostre (piuttosto informate e dentro la macchina politico/amministrativa) fonti. Avevamo visto giusto. Più in là dell’oggi.
Oggi crediamo nella piccola speranza di vederlo un giorno riaperto. Crediamo che il lavoro che stanno svolgendo sindaci, politici locali, consiglieri regionali (e non di un solo colore) e chi sta a Roma possa dare qualche frutto. Vogliamo crederlo. Perché una strada probabilmente c’è. Qualcuno la sta percorrendo. E vogliamo credere che non sia tardi, che non è mai troppo tardi per fare qualcosa di buono, e di giusto.
E forse non saremo noi, il primo di ogni anno, a varcare la soglia di Oglio Po per una foto ed un sorriso. Forse – anzi quasi certamente anche fossimo noi – non troveremo gli stessi volti e gli stessi cuori di allora. Ma ci basterà sentire il suono di un pianto leggero, ci basterà guardare gli occhi stanchi di una mamma, ci servirà raccontare ancora di chi nasce, e non sempre di chi lascia questo mondo. Perché in un ospedale a volte si nasce e si rinasce, ed è quello che vorremmo narrarvi sempre.
Manteniamo una piccola promessa anche quest’anno, mentre nelle prossime ore giungeranno notizie di nuovi nati da Cremona, da Parma, da Mantova e dall’altrove. Siamo figli di questa terra, figli di queste lande nebbiose d’autunno e secche d’estate. Siamo figli di questa terra di confini di carta che abbiamo valicato più volte, essendo cremonesi, mantovani, parmensi e reggiani al contempo. Siamo figli anche di quelle battaglie, del ricordo di abbracci e sorrisi. Del mestiere che facciamo, da tanti anni, senza aver cambiato anima.
Vi sarà un’alba ed un domani in cui verranno riaccese le luci e si nascerà ancora a Oglio Po. No, non vogliamo illudere nessuno che sarà un percorso e una storia semplice: ma in fondo ci basta che sia. Sognatori convinti che ci si stia provando davvero a cambiare le sorti degli spazi in cui stiamo vivendo…
Na.Co.