Raddoppio e Ambientalisti: "Tempi
lunghi e troppo consumo suolo"
I Comitati Ambientalisti del Casalasco Piadenese intervengono sul tema del raddoppio, a pochi giorni dal via ai lavori, esprimendo il loro pensiero e partendo dal lotto Piadena Drizzona-Codogo, che partirà come noto solo nel 2026.
Bene la riqualificazione della linea Mantova-Cremona-Milano, ma occorrerebbero tempi più snelli e un consumo di suolo minore. I Comitati Ambientalisti del Casalasco Piadenese intervengono sul tema del raddoppio, a pochi giorni dal via ai lavori, esprimendo il loro pensiero e partendo dal lotto Piadena Drizzona-Codogo, che partirà come noto solo nel 2026. “Uno dei meriti del procedimento di “Dibattito Pubblico”, da poco avviato sul Progetto di Fattibilità Tecnica ed Economica (PFTE) del raddoppio ferroviario Piadena-Cremona-Codogno, è quello di aver fatto emergere criticità e contraddizioni di un progetto che lascia aperte questioni complesse, su cui riteniamo necessario che venga fatta la massima chiarezza”.
“Tra queste – si legge – quella di conciliare l’esigenza del mantenimento dell’esercizio della linea con quella del minor consumo di suolo possibile: in proposito siamo in attesa della risposta della Commissaria Straordinaria dell’opera, Chiara De Gregorio, per capire la motivazione della scelta progettuale di realizzare il raddoppio nel tratto Cremona-Piadena in presenza di esercizio, ma con la realizzazione di una nuova sede a doppio binario in variante, a distanza di circa 20,50 m. dal binario esistente, contrariamente a quanto previsto nel PTFE del 2018, in cui si prevedeva, sempre con la linea in esercizio, “…la realizzazione del binario di raddoppio a 5,50 m. dal binario esistente, in sinistra o in destra a seconda delle necessità funzionali e delle condizioni al contorno.” La necessità di ridurre al minimo il consumo di suolo, tema a noi molto caro, è in questa occasione condivisa anche dalle aziende agricole cremonesi interessate agli espropri e dalle rispettive associazioni di categoria, che a differenza di quanto accaduto a proposito del progetto autostradale della Cr-Mn e della sua impugnazione davanti al TAR Lombardia fatto da oltre 80 aziende agricole mantovane, ora chiedono con molta determinazione la revisione del progetto ferroviario”.
“Altro tema fondamentale – spiegano i Comitati – è rappresentato dai tempi di realizzazione del suddetto raddoppio ferroviario, il cui cronoprogramma ne vede la conclusione alla data del 2036/2038, cioè ben dieci anni dopo il loro avvio. Considerato che per il tratto Piadena-Mantova di 34 km, e con il ponte sul fiume Oglio, i lavori avranno una durata di tre anni, logica vorrebbe che proporzionalmente, quelli per il tratto Piadena-Codogno di 50 km e con il ponte sul fiume Adda, dovrebbero avere una durata di circa quattro anni e mezzo. Come mai si prevedono tempi così biblici per un’opera tanto necessaria ed attesa? Qualcuno suggerirebbe, non a torto, di appaltarne i lavori all’omologa cinese della nostra Italfer, che in tempi rapidissimi ne eseguirebbe i lavori”.
“Siamo tuttavia convinti che, battute a parte, la risposta al quesito debba ricercarsi ancora una volta nella presenza “ingombrante” dell’agonizzante progetto dell’autostrada della Cr-Mn, che ancora una volta si cerca di tenere in gioco. Costi quel che costi! E allora ribadiamo la sempre più urgente necessità di procedere alla cancellazione dalla programmazione regionale di tale inutile progetto, che dopo aver tenuto in stallo per oltre vent’anni le vere opere necessarie al territorio, sta continuando a condizionare lo sviluppo di un territorio, nonché il progetto di una mobilità moderna e sostenibile a cui tutti abbiamo diritto. Agli auguri di buone feste uniamo quelli di un’auspicata sinergia e unità di intenti tra tutti gli enti ed i soggetti interessati da questa importante e strategica opera infrastrutturale, al fine di renderla meno impattante, meno costosa e utilizzabile in tempi ragionevolmente brevi. Nell’interesse generale e per la salute dei cittadini”.
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