Delitto Cominotti, eseguita
perizia sui tagli di Zenucchi
Ultimo ma non meno importante fronte, è quello della perizia grafologica sulla lettera d’addio rinvenuta nella stanza d’albergo in cui è stato rinvenuto il cadavere, per verificare se sia effettivamente attribuibile a Rossella.
Nuovi sviluppi sul delitto Cominotti: nella mattinata di venerdì in carcere si è svolta la perizia sui tagli al braccio e al collo di Alfredo Zenucchi, accusato dell’omicidio della moglie. Intento degli inquirenti è capire se essi siano compatibili con le dichiarazioni rilasciate dall’uomo in merito al programmato suicidio di coppia. I tagli sono quindi stati fotografari e misurati, e andranno confrontati con quelli della vittima, nonché con il rasoio.
Ad eseguire la perizia è stata il medico legale designato dalla procura, la dottoressa Susanna Gamba, affiancata dal consulente di parte, il dottor Roberto Marruzzo. Presenti, con loro, l’avvocato difensore dell’imputato, Alberto Rimmaudo, e un carabiniere che era presente anche durante l’autopsia.
E’ ancora attesa, invece, per la restituzione del corpo della donna: il medico legale ha dato il nulla osta, ma manca il via libera del magistrato. Intanto sono stati predisposti gli esami tossicologico e istologico: dovranno fare luce sull’eventuale uso di droghe da parte della vittima prima della sua morte, e si dovrà anche verificare l’origine del sangue trovato sul rasoio identificato come arma del delitto, per capire se è presente anche quello dell’uomo.
Ultimo ma non meno importante fronte, è quello della perizia grafologica sulla lettera d’addio rinvenuta nella stanza d’albergo in cui è stato rinvenuto il cadavere, per verificare se sia effettivamente attribuibile a Rossella.
La donna è morta dissanguata, per mano del marito, lo scorso 6 dicembre, a causa della ferite alle vene del polso. Dopo averla uccisa, l’uomo è rimasto a vegliarla per 36 ore. A quanto emerge dal suo racconto, avrebbe dovuto uccidersi anche lui, secondo il disegno di entrambi, ma non ne ha avuto il coraggio. Si è, anzi, dato alla fuga nella mattina dell’8 marzo, finché, poche ore dopo, non è stato fermato e arrestato, in Toscana.
LaBos