Cronaca

Ciao Pongo: "Ha cercato e dato
gioia in ogni angolo della vita"

“Michele - ha sottolineato don Nevi - era un ragazzo che amava divertirsi, che creava amicizie in abbondanza, ma che era altresì rigoroso nel suo lavoro. Cercava davvero la libertà nella sua vita grazie alla sua vivacità, desiderava la pienezza e la gioia e lo dimostrava ogni giorno". GUARDA LA FOTOGALLERY

La gioia di vivere dentro ogni relazione creata; la capacità di essere davvero amico di tutti; la voglia di vivere la vita ogni secondo, sempre col sorriso. Il ritratto emerso dalle esequie di Michele Cavalli è stato davvero quello di “Pongo”, il 37enne di Vicomoscano scomparso per un malore improvviso sabato mattina. A celebrare il funerale, stringendosi in particolare alla mamma Franca e al fratello Paolo, e più in generale ai tantissimi amici che Michele aveva, don Francesco Fontana, originario di Vicomoscano, don Giuseppe Nevi, che aveva seguito Cavalli da ragazzino all’oratorio, e il parroco della frazione don Anton Jicmon.

A don Nevi in particolare è toccata l’omelia, iniziato con un pensiero teologico ad ampio respiro, per passare poi ad un ritratto di Michele. “Il Signore parla ai nostri cuori e ci insegna a capire che qui siamo in esilio, che dobbiamo ribaltare la prospettiva: noi abbiamo radici in cielo e non sulla terra. Certo, Michele ci è stato strappato, troppo presto, ma il cuore della questione non sono i particolari, bensì il messaggio: oggi Michele è stato liberato dal suo esilio. Se capiamo questo, allora Michele non sarà morto invano. Troppe cose ci rendono schiavi, noi abbiamo bisogno di essere liberati”.

“Michele – ha sottolineato don Nevi – era un ragazzo che amava divertirsi, che creava amicizie in abbondanza, ma che era altresì rigoroso nel suo lavoro. Cercava davvero la libertà nella sua vita grazie alla sua vivacità, desiderava la pienezza e la gioia e lo dimostrava ogni giorno. Voi qui in chiesa avete condiviso tutto con lui e avete dunque capito che Michele ha sempre vissuto la vita come qualcosa di grande. Non dimenticate la sua esperienza e portatelo nel cuore, ma non solo come ricordo, bensì come monito, ricordando che noi abbiamo radici in cielo. Oggi celebriamo una vita nuova, perché il seme lasciato da Michele non muore ma porta frutto”.

L’invito infine a pregare per chi è rimasto. “Cara Franca – ha detto don Nevi rivolgendosi alla mamma di Cavalli – non c’è una risposta di fronte a questo. Resta soltanto la possibilità di contemplare il mistero. La risposta possiamo darla noi, vivendo in pienezza come ha fatto Michele. Il mio ricordo di lui è bellissimo: un ragazzo testardo, col quale si poteva anche discutere ma che regalava sempre sorrisi, una persona fresca e ironica. E il fatto che oggi, mentre piangiamo, riusciamo anche a sorridere nel suo ricordo ci dimostra quanto fosse sfaccettata la personalità di Michele e quanto sapesse essere ironico, una dote presa dalla mamma”.

Michele è stato ricordato pure come donatore Avis: nonostante la giovane età, aveva già raggiunto le 51 donazioni ed era medaglia d’oro. Per quanto concerne invece la sua “carriera” sportiva, da calciatore amatoriale e da dirigente, va ricordata la presenza di alcuni dirigenti della Vbc Casalmaggiore, mentre sulla bara è stata posta una maglia grigiorossa della Cremonese con la scritta “Pongo” e il numero 1, quello del portiere, ruolo che Michele interpretava – pure in quel caso – sempre col sorriso.

Giovanni Gardani (fotogallery Alessandro Osti)

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