Cronaca

Droga e lettera d'addio, i misteri
nella "fuga" di Alfredo e Rossella

È rimasto accanto alla salma della moglie tenendole la mano fino a quando, l’8 mattina, ha preso il caffè al bar dell’albergo ed è salito in auto deciso a schiantarsi lungo un rettilineo, ma è stato fermato dai carabinieri prima di poterlo fare.

Sarebbero state trovate delle siringhe usate nella stanza dell’albergo di Mattarana dove il 6 dicembre è stata uccisa Rossella Cominotti. Queste, insieme ad alcune tracce di eroina, farebbero pensare a una ricaduta per Alfredo Zenucchi – un passato di tossicodipendente da cui però era uscito dopo un periodo trascorso in comunità, tornando ad una vita normale e alla decisione di subentrare nell’edicola – cartoleria di Bonemerse – ed ora detenuto nel carcere di Massa Carrara in attesa dell’interrogatorio da parte del Gip atteso per domani.

Prima di arrivare all’Antica Locanda Luigina dell’entroterra spezzino, la coppia aveva soggiornato all’hotel Napoleon a Pontremoli, quindi all’ Hotel Doria di Lerici. Un itinerario che ha tutta l’apparenza di una normalissima vacanza e che invece ha avuto un epilogo tragico.

Tanti gli aspetti ancora da chiarire in questa vicenda, a cominciare dalla reale volontà dei due di suicidarsi, come ha dichiarato l’uomo nel primo interrogatorio del Pm, nel pomeriggio di venerdì 8 dicembre. Sulla lettera di poche righe trovata in camera – “Il nostro amore sarà eterno. Abbiamo fatto questa scelta che nessuno forse potrà capire…” – sarà eseguita una perizia calligrafica per capire se sia stata proprio Rossella a scrivere. A questo scopo potrebbe essere utile anche il raffronto con il biglietto scritto a mano e incollato all’ingresso dell’edicola di Bonemerse il 28 novembre, che annunciava la chiusura dell’esercizio per motivi famigliari.

Se venisse confermata la scrittura di Rossella nell’ultima lettera, si avvalorerebbe l’ipotesi dell’omicidio – suicidio, ma al momento nessuna ipotesi può ancora essere esclusa, nemmeno quella della fuga per debiti, anche se da quanto emerso finora i due non avevano problemi economici nonostante l’investimento nell’edicola non stesse andando per il verso giusto.

 

La sera prima di lasciare Cremona, secondo quanto emerge dalle parole rilasciate al pm da Zenucchi subito dopo essere fermato, i due avevano provato a tagliarsi gola e polsi con le lamette dei rasoi per parrucchieri, il lavoro che Rossella faceva ancora, a domicilio, ma non ci sono riusciti. Poi, la decisione di chiudere l’edicola e partire per la Liguria, perché Rossella voleva vedere il mare. Pare che si fossero portati anche una bottiglia di prosecco e una somma di denaro consistente.

Anche durante la fuga c’erano stati altri tentativi di farla finita: il primo, appena giunti alla Locanda di Mattarana. Dopo due giorni passati in camera, martedì 5 dicembre Zenucchi è sceso al bar dell’albergo ordinando bibite e brioches; il giorno dopo alle 18 ha riprovato con il rasoio tagliandole i polsi, e stavolta, dopo una lenta agonia durante la quale l’uomo le è sempre rimasto accanto, Rossella è morta dissanguata. A quanto racconta, lui stesso a quel punto ha cercato di tagliarsi le vene ma non ci è riuscito e questo sarebbe stato il suo grande rammarico.

È rimasto accanto alla salma della moglie tenendole la mano fino a quando, l’8 mattina, ha preso il caffè al bar dell’albergo ed è salito in auto deciso a schiantarsi lungo un rettilineo, ma è stato fermato dai carabinieri prima di poterlo fare.

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