Cronaca

A processo per stupro: una chat
scagiona uno dei cinque imputati?

L’indagine era partita nel giugno 2021 quando la 17enne, al Pronto Soccorso di Cremona, si era recata con la madre lamentando dolori al ventre. A quel punto la giovane aveva trovato la forza di spiegare quanto accaduto e di rivivere il suo incubo. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

La chat di Whatsapp come elemento probatorio. Che potrebbe servire di fatto ad alleggerire la posizione di due dei cinque ragazzi accusati per lo stupro di una 17enne casalasca, consumato nel 2021 a Suzzara, mentre la stessa chat scagionerebbe completamente un altro dei cinque, che pure era presente sul posto, limitandosi per così dire a guardare ma senza fermare i suoi amici.

Sono queste le novità emerse dal dibattimento in Tribunale a Mantova che si è tenuto lunedì pomeriggio. La vicenda risale alle notte tra il 18 e il 19 maggio 2021: una ragazza di 17 anni, residente nel Casalasco, dopo avere trascorso la giornata con un conoscente, è stata invitata dallo stesso a una festa privata, che doveva tenersi in un’abitazione privata di Suzzara, nel mantovano. Nulla di vero: quella era soltanto una scusante per poter attirare la ragazza in una trappola. Ed è proprio in quella abitazione che si è consumata la violenza sessuale.

In particolare due ragazzi hanno partecipato, per così dire, attivamente allo stupro, altri due non sarebbe riusciti a spingersi fino in fondo nel proprio intento e un quinto avrebbe fatto da spettatore, come detto. Tutto questo emerge dalla chat dei ragazzi, che scherzano sulla vicenda tra di loro su WhatsApp, dimostrando di non avere minimamente compreso la gravità dell’atto. C’è chi sostiene di avere messo incinta la giovane, chi invece viene deriso perché ha fatto cilecca. Messaggi di questo tenore. “Lui invece guardava e basta e si è salvato” si legge in un messaggio.

L’indagine era partita nel giugno 2021 quando la 17enne, al Pronto Soccorso di Cremona, si era recata con la madre lamentando dolori al ventre. A quel punto la giovane aveva trovato la forza di spiegare quanto accaduto e di rivivere il suo incubo.

Alessia Soldani e Pasqualino Miraglia, avvocati difensori dei cinque giovani, che sono stati incastrati da alcune intercettazioni pochi giorni dopo la partenza delle indagini, puntano sul consenso della giovane al rapporto sessuale, oltre ad una “spiccata difficoltà della stessa a ricordare i fatti alla luce di quanto emerso dall’incidente probatorio”. La prossima udienza sarà a febbraio.

G.G.

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