Parma, e-commerce, vende l'auto
su sito, pagato con assegno falso
Sono tutti di origine rumena, di un’età compresa fra i 23 ed i 25 anni, noti alle forze dell’ordine perché gravati da precedenti di polizia per analoghi reati commessi con analogo modus operandi su tutto il territorio nazionale
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E’ una truffa vecchia come il mondo quella di pagare il venditore con un assegno falso, ma se ben architettata funziona sempre.
Questa volta è accaduto a Parma ed ha avuto come vittima un 31enne fidentino di origini rumene che dopo aver messo in vendita la sua autovettura su un sito e-commerce specializzato è stato contattato da una connazionale con la quale, dopo una breve trattativa, ha fissato un appuntamento a Parma per concludere la vendita.
All’appuntamento si è presentata la sedicente acquirente in compagnia di altre tre persone, due uomini ed una donna, tutti di origini rumene, tutti estremamente entusiasti di concludere l’affare e tornare a casa con l’auto dei loro sogni.
Il venditore, e la donna, dopo aver formalizzato il passaggio di proprietà presso un’agenzia di pratiche auto, si sono recati ad uno sportello ATM della zona dove il venditore ha versato l’assegno appena ricevuto.
A questo punto i quattro neo possessore di una splendida auto sportiva, sono saliti a bordo ed hanno lasciato il venditore, fino a quel momento soddisfatto del risultato ottenuto.
Ma il passaggio dalla soddisfazione alla disperazione è stato breve, il giorno dopo l’uomo è stato avvisato dalla sua banca che l’assegno versato non poteva essere pagato in quanto falso.
All’uomo non è rimasto altro da fare che rivolgersi ai Carabinieri di S. Pancrazio e denunciare l’accaduto.
Partono immediate le indagini, i Carabinieri acquisiscono le immagini di tutte le telecamere di sorveglianza presenti in zona, individuano l’utenza telefonica utilizzata per la trattativa, analizzano il tabulato telefonico ed alla fine danno un nome e cognome ai volti dei quattro malfattori.
Sono tutti di origine rumena, di un’età compresa fra i 23 ed i 25 anni, noti alle forze dell’ordine perché gravati da precedenti di polizia per analoghi reati commessi con analogo modus operandi su tutto il territorio nazionale.
A conclusione delle indagini i quattro, due uomini e due donne, sono stati denunciati in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Parma perché ritenuti responsabili in concorso del reato di truffa.
redazione@oglioponews.it