Cronaca

Gal Terre del Po, Dimore e Borghi:
valorizzare le aree rurali lombarde

Presentata a Palazzo Lombardia l’indagine sulla percezione delle aree rurali delle province di Pavia, Mantova e Cremona da parte dei residenti dell’area metropolitana milanese, realizzata da The European House - Ambrosetti. È il punto di partenza di “Dimore e Borghi”, progetto di sinergia tra il Gal Risorsa Lomellina, il Gal Oltrepò Pavese e il Gal Terre del Po per valorizzare la vivibilità e le opportunità offerte dalle aree delle tre Province lombarde.

Vado a vivere in campagna. Se fino a poco tempo fa per i milanesi era una ‘boutade’, ora invece è un’affermazione molto più concreta. È quanto emerge dalla ricerca del Think Tank The European House – Ambrosetti presentata a Palazzo Lombardia e commissionata dai GAL (Gruppi Azione Locale) di Pavia, Cremona e Mantova per capire la percezione e il giudizio dei milanesi sui territori rurali, ma non remoti, sia come destinazioni attrattive sia, soprattutto, come possibili luoghi di residenza, al fine di impostare una strategia integrata di ricettività dei tre territori lombardi. Che, alla luce dei risultati, si candidano ad accogliere, specialmente dopo la pandemia che ha fatto riscoprire nuovi ritmi e stili di vita, chi guarda ad una dimensione abitativa e sociale diversa, oltre la metropoli.

C’è la voglia di allontanarsi dalla città negli oltre 500 cittadini dell’area metropolitana di Milano, statisticamente rappresentativi della composizione della popolazione residente: si tratta del primo studio realizzato a livello sub-provinciale sulle condizioni legate alla vivibilità nelle aree rurali, adottando un metodo di lavoro scientifico che unisce analisi qualitative e quantitative. Più della metà del campione si dice infatti disponibile, nel prossimo futuro, a lasciare la metropoli e a trasferirsi in aree “di prossimità”, come sono le tre province lombarde, caratterizzate da un ecosistema di cittadine, borghi e campagna. Ma a certe condizioni.

Quali sono, quindi, gli elementi che definiscono la qualità di vita per i milanesi e che vorrebbero trovare in contesti più “ameni” ed umani, oltre la metropoli?

L’offerta dei servizi di base – come i presidi socio-sanitari, le farmacie e i servizi di assistenza alla persona – sono ritenuti, da oltre il 60% del campione di rispondenti milanesi, un fattore distintivo non solo della qualità della vita, ma soprattutto una priorità per la vita in un’area a vocazione rurale, insieme ad altri fattori della vita quotidiana tra cui la disponibilità di centri commerciali e di efficaci reti di connettività e collegamento verso l’“esterno”, come i trasporti pubblici e la banda larga.

La garanzia di un ambiente “sicuro” (per 7 rispondenti su 10) e la disponibilità di spazi aggregativi, socioricreativi e culturali (per il 44% dei rispondenti) da un lato, e la possibilità di avere una situazione lavorativa soddisfacente e “agile” – come vicinanza del luogo di lavoro, salario e prospettive di carriera e remote working (in media per la metà del campione intervistato) – dall’altro sono ulteriori fattori che, nel percepito dei residenti dell’area metropolitana milanese, connotano il concetto di qualità della vita.

Il costo delle abitazioni e la qualità dell’ambiente sono i driver principali per il campione maschile, mentre il campione femminile assegna i voti più alti ai servizi alla persona quali nidi, scuole, ospedali oltre alla qualità dell’ambiente che risulta essere un fattore determinante e comune a tutti gli intervistati.

Interrogati, invece, sulla percezione e conoscenza delle aree rurali lombarde oggetto della ricerca, sebbene siano valutate tendenzialmente positive, il 18% del campione non conosce o non ha mai visitato le tre aree dell’Oltrepò Pavese, della Lomellina e dell’Oltrepò Mantovano e Oglio Po. Tra chi invece li conosce, questi tre territori lombardi sono piuttosto apprezzati come destinazione per gite «fuori porta» nel fine settimana e sono riconosciuti per le loro eccellenze locali, come l’offerta enogastronomica, il paesaggio e il sistema fluviale.

Commenta Pio Parma, Senior Consultant di The European House – Ambrosetti, che ha curato lo studio e la survey, in merito ai dati raccolti: “Dall’indagine presso i cittadini milanesi emerge un crescente desiderio di riscoprire le aree esterne alla cerchia metropolitana, anche come possibile destinazione di vita, alla ricerca di valori e ritmi diversi, pur mantenendo un legame con la grande città – relazioni lavorative, familiari e di conoscenza. Il 15% degli intervistati dichiara di essere intenzionato a trasferirsi in una zona rurale, mentre il 51,7% afferma che valuterà questa opzione in futuro: la possibilità di (ri)programmare parte della propria vita in una zona rurale è manifestata soprattutto da chi è nel pieno della propria attività lavorativa (60,8% nella fascia 45-54 anni) o prossimo alla pensione (50,6% nella fascia 55-64 anni). L’indagine e l’analisi sul posizionamento strategico dei territori rurali forniscono quindi una chiara indicazione sulla direzione da seguire nella definizione della governance dei tre GAL e nelle priorità per future iniziative di comunicazione volte a migliorare sempre più le condizioni di vivibilità e ad attrarre un bacino significativo di potenziali nuovi residenti”.

Sulle risultanze ed indicazioni pratiche emerse dalla survey, si basano le prossime azioni del progetto “Dimore e Borghi”, finanziato dalla MISURA 19 “Sostegno allo sviluppo locale LEADER” di Regione Lombardia (PSR 2014-2020 OPERAZIONE 19.3.01 “Cooperazione interterritoriale e transnazionale”) e frutto della sinergia tra i GAL Risorsa Lomellina, che riveste il ruolo di capofila, quello dell’Oltrepò Pavese e quello delle Terre del Po. L’obiettivo di “Dimore e Borghi” è intercettare le esigenze dei cittadini milanesi propensi al trasferimento, e riprogettare i tre territori Gal come luoghi dove sia possibile trascorrere periodi di vita in una condizione di benessere.

Sono previste due fasi del Progetto: aumentare la conoscenza dei territori con una campagna di promozione turistica che coinvolgerà i media per raccontare e far sperimentare la fruibilità e l’accoglienza green, slow e sostenibile dei tre territori, attraverso i press tour già calendarizzati per la prossima primavera. Lavorare con le amministrazioni pubbliche, gli istituti, le fondazioni e gli enti preposti per costruire in modo collettivo e sinergico una nuova economia territoriale che sviluppi l’offerta abitativa, residenziale e turistica dei tre territori lombardi da attuare coinvolgendo, a vari livelli, la politica, il pubblico e il privato.

Luca Sormani, Direttore Generale del Gal Risorsa Lomellina, afferma in merito a questi obiettivi: “Solo una nuova crescita insediativa, infatti, potrà riempire gli spazi che l’abbandono dei nostri borghi ha lasciato deserti, aumentando in tal modo la domanda di beni e servizi che potranno essere soddisfatti localmente e attivando un circolo virtuoso che coinvolga l’edilizia, il commercio e i servizi di base. In questo modo valorizziamo anche il ruolo dei tre GAL lombardi sostenitori dell’iniziativa e ci presentiamo come best practice di riferimento, interpretando e mettendo a sistema le esigenze comuni a più aree rurali lombarde in sintonia con gli input di Regione Lombardia”.

Proprio a sottolineare l’intento corale del progetto, all’evento hanno partecipato numerosi imprenditori, docenti ed esponenti del mondo accademico, rurale ed imprenditoriale, i sindaci dei comuni coinvolti e i rappresentanti delle istituzioni e della politica. Sul palco sono intervenuti, oltre a Pio Parma e a Luca Sormani, moderati dal giornalista Claudio Micalizio, i rappresentanti della Giunta di Regione Lombardia Alessandro Beduschi, Assessore all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Barbara Mazzali, Assessore al Turismo, Marketing territoriale e Moda ed Elena Lucchini, Assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità.

A far “toccare con mano” questa nuova dimensione di vita hanno contribuito: Luigi Brega e Paola Calonghi presentando la realtà di Golferenzo, piccola realtà a rischio abbandono dell’Oltrepò Pavese, trasformato, grazie ad una ristrutturazione strategica e ad una studiata offerta d’accoglienza gastronomica, alberghiera e residenziale, in un piccolo gioiello turistico; Andrea Membretti esperto in migrazione da e verso i territori montani e rurali che ha presentato il progetto Riabitare l’Italia, commentando l’analisi di EHA; Alessandro Ottone di ANCE, l’Associazione Nazionale Costruttori Edili, è infine intervenuto in merito alle opportunità di recupero dei borghi come fonte di potenziale sviluppo futuro. “Ristrutturare non significa solo recuperare un patrimonio storico costruito – spiega Ottone – ma si estende anche al paesaggio e alle comunità. Valorizzare i luoghi delle aree interne significa preservare l’identità culturale e costruire un futuro sostenibile per le generazioni a venire”.

redazione@oglioponews.it

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...