Murales di Parma e provincia:
un museo diffuso da scoprire
Dalle opere di “Segni Urbani & Meeting of Styles” al Museo all’aperto di Walter Madoi, fino alla mostra su Keith Haring, l’arte conquista le pareti della città e della provincia
Ciò che sorprendentemente unisce una piccola città come Parma e una gigantesca metropoli come New York è l’amore e l’attenzione che entrambe sembrano riservare all’arte dei graffiti e del wall painting. Come accade nella Grande Mela, anche i muri di quella che è stata la capitale italiana della cultura nel 2020 e nel 2021 formano un museo diffuso nelle cui sale ci si può imbattere, quasi senza rendersene conto. L’innegabile vantaggio che questa galleria emiliana ha però nei confronti di tutte quelle disseminate nelle megalopoli globali è la possibilità di essere attraversata in un tempo relativamente breve, a piedi o, ancora meglio, in sella a una bicicletta noleggiata grazie a una delle tante opportunità di bike sharing a disposizione di turisti e cittadini.
Pedalando tra i vicoli, le strade e i viali di un cuore della Food Valley che rivendica orgogliosamente la propria dimensione artistica, si può immaginare un itinerario espositivo ciclabile che parta ad esempio dal sottopasso tra via Reggio (rotatoria ponte Europa), via Spinelli e via Giulio Cesare, dove nell’ottobre del 2023 nomi provenienti da ogni angolo del mondo hanno lasciato la loro impronta in occasione di “Segni Urbani & Meeting of Styles”, festival internazionale di arte urbana inserito nell’ambito del Verdi Off Festival 2023 del Teatro Regio. Parte di uno dei maggiori eventi di settore a livello globale, nato oltre 20 anni fa a Berlino, la rassegna in veste parmigiana si è concentrata sullo sviluppo del tema “Va Pensiero… Go Thought dal Nabucco di Giuseppe Verdi”, che ha dato vita all’individuale lettura di 46 artisti.
Questa però è solo l’ultima collettiva di un museo a cielo aperto che ha tra i pezzi forti un’opera di oltre 250 mq dedicata al tema delle barricate del 1922, tutt’ora visibile sulle dodici campate del muro di cinta del Liceo Linguistico G.Marconi, in via Benassi e Piazzale Rondani. Realizzato nel 2014 nell’ambito di Parma Street View, il composito murale porta le firme di Canu, Chomp, Dildo Society, Grozni, Mha Corre tra gli Alberi, P-45, PsikoPatik. Live painting & performances di Giovanni Cavalleri, Luogo Comune, Mr. Savethewall e Pool Hall McLuc Culture.
Proseguendo da qui verso il centro, in Vicolo Grossardi, si può contemplare il murales dal titolo “La Metamorfosi”, creato nel 2021 dagli artisti Rise The Cat + Pepe Coi Bermuda. Alle spalle del Monumentale Palazzo della Pilotta, Viale Toschi ospita “Terzo Paesaggio” di PAO, mentre il sottopasso della stazione ferroviaria conserva ancora l’omaggio al Maestro Giuseppe Verdi, regalato alla città da Nabla & Zibe in occasione della terza edizione del Festival di Street Art e Urban Art Parma Street View. Sempre presso la stazione, in Viale Borsellino, nell’estate 2020 l’artista Alessandro Canu ha ricordato i 40 anni dalla strage di Bologna del 2 agosto 1980, con un murales che ne ricorda le vittime.
L’arte urbana incontra l’ecologia nel sottopasso di Via Trento, dove il progetto “La città che respira” – curato da Others Associazione Culturale per #IKEAlovesEARTH – cristallizza la possibilità di utilizzare speciali pitture in grado di ridurre la concentrazione delle particelle di ossido di azoto nell’aria, favorendo la diminuzione dell’inquinamento atmosferico. Il tema dell’ambiente è anche al centro di “Natura rigogliosa” di Andrea Tarli in Viale Piacenza, non lontano da Viale dei Mille, che vanta l’opera dal titolo “Senza niente intorno”, integrato da Salvo Ligama sulla facciata del condominio di edilizia residenziale pubblica.
L’itinerario si spinge lontano dal centro con i murales realizzati lungo il muro di cinta di un asilo di Via Venezia nel 1997 dal pittore parmigiano Adriano Orlandi e i graffiti sul Dormitorio Comunale Enzo Sicuri, in direzione Traversetolo, curati da McLuc Culture. È poi di nuovo il Cigno di Busseto il soggetto ispiratore del progetto “Le donne di Verdi” che, ideato da Artkademy e promosso dall’artista Roberta Musi nel 2020, ha voluto omaggiare le figure femminili nelle opere del Maestro “in un racconto non tradizionale che si svolge sulle serrande di Borgo Serena”.
Chi ha più tempo a disposizione, magari concedendosi anche un pernottamento a Parma o a Corniglio (PR), può seguire il filo rosso dei muri fino a Sesta Inferiore, dove è possibile avventurarsi in Madoi – Museo all’aperto, percorso tematico incentrato sugli affreschi realizzati sulle pareti esterne dei fabbricati del paese da Walter Madoi all’inizio degli anni ’60. Attraverso appositi supporti alla visita, l’itinerario approfondisce il significato delle opere e gli intenti originari dell’autore, guidando l’occhio fino alla Chiesa parrocchiale di San Rocco, al cui interno si trova il ciclo di affreschi dedicato al tema della Crocifissione, e al Ventoso, casa in cui l’artista risiedeva durante i propri soggiorni.
Chi l’arte urbana vuole ammirarla in luoghi più tradizionali, può infine approfittare della mostra “Keith Haring. Radiant Vision”, che fino al 4 febbraio 2024 porta negli spazi di Palazzo Tarasconi litografie, serigrafie, disegni su carta e manifesti del leggendario pittore e writer americano. Le 130 opere esposte diventano porte d’ingresso a svariati canali della produzione dell’artista, attivo sulle tele non ufficiali della metropolitana di New York e protagonista di personali nelle gallerie più alla moda della Grande Mela, ma anche proprietario del Pop Shop e impegnato a interpretare a modo suo commissioni commerciali di svariati settori.
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