Cronaca

Giovanna Scaroni, si è spenta: era
stata la prima camionista lombarda

Giovanna Scaroni si è spenta il 10 novembre scorso, lasciando un'immensa tristezza in chi resta. Ma ha anche - come dice la nipote - ricominciato a volare. Su una pista da ballo insieme a chi l'ha amata e non è più. E volerà per sempre nel cuore di chi l'ha conosciuta e le ha voluto bene

Avevamo scritto di lei il 15 aprile di due anni fa, ricordandone, nel giorno del suo compleanno, la forte tempra. Una delle prime donne in Italia – se non la prima e comunque la prima il Lombardia – a prendere la patente – E – e a mettersi  guidare un camion a rimorchio, per aiutare il marito. Una vita tutta da raccontare la sua. Lei, Giovanna Scaroni, nata a Torricella del Pizzo, ha chiuso gli occhi. A ricordarla, con una bellissima lettera, la nipote Avia.

Nonna, è arrivato il momento – ci scrive Avia – per noi tristissimo di darti l’ultimo saluto terreno. Sono stati anni difficili i tuoi ultimi, ma sei stata un esempio di forza e perseveranza. “Bisogna essere forti” dicevi, per consolarmi. E tu lo sei stata. 92 anni compiuti, una tempra incredibile, piegata da un fisico che purtroppo non ti è stato dietro.

In quinta elementare avevi vinto la borsa di studio, 500 lire, per proseguire gli studi. La vita ti ha portato a fare dell’ altro, ma era già chiaro sin da piccola che fossi avanti. Una delle prime donne in Italia a prendere la patente E, hai superato prove incredibili per poter essere a fianco del nonno Antonio nel momento del bisogno.

Porterò sempre nel cuore le vacanze al mare insieme noi tre, io tu e il nonno, le nuotate nella piscina delle terme, e le serate d’estate a vedervi ballare. Ma anche le domeniche attaccata alle tue gonne perché non volevo separarmi da te.

Hai lasciato dietro un corpo che non ti permetteva più di camminare, ora ti auguro di poter volare libera lassù. Nonno e Avio ti aspettano. Con immenso amore, Avia“.

Giovanna era nata a Torricella del Pizzo nel 1931 e aveva imparato a fare la sarta. Aveva conosciuto Antonio, il grande amore della sua vita, che poi aveva sposato nel 1951. Si era trasferita intanto nella vicina Gussola dove quel marito tanto amato svolgeva la professione di camionista. Allora gli autotrasportatori venivano – ed anche formalmente – chiamati così.

Nel 1962 il marito deve assumere un autista, la legge glielo impone. Giovanna inizia a studiare per ottenere la patente di guida Categoria – E – . Il problema non era tanto lo studio, verso il quale Giovanna era portata, ma superare l’esame di guida, già difficile di per sé, ma in particolare per una donna. Erano anni difficili, ancor di più in un settore considerato maschile.

Ha sempre portato tutto in mente, anche negli ultimi anni segnati dai problemi fisici. nonostante gli evidenti segni del tempo, aveva un ricordo nitido di quel momento.

L’esame lo aveva fatto a Crema. Prova di partenza in salita, guida in orario di punta. Aveva dimostrato un’abilità tecnica nella guida. L’ingegnere esaminatore alla fine dell’esame le aveva detto: “Mi dispiace, signora, ma gliela devo proprio dare questa patente”. Da quel momento la sua seconda casa era stato un autotreno con 440 quintali di portata a pieno carico, a percorrere le strade di gran parte della penisola, da Cremona a Pescara, da Varese a Trento, a condividere con il marito le difficoltà su strade, il cattivo tempo, gli orari da rispettare, la fatica, la stanchezza. E così per 30 anni.

Aveva amato quel lavoro, di cui era orgogliosissima, nonostante la fatica. Era stata la prima donna in Lombardia a condurre un veicolo composto da una motrice più rimorchio. Non era ancora tempo di parità, soprattutto in ambito lavorativo, ma lei ricordava con un certo orgoglio l’incontro con i colleghi uomini che la guardavano, almeno nei primi tempi, un po’ stupiti.

Partecipava più che volentieri alle feste di paese: era stata in fondo e da principio una sarta e dismessi gli abiti da lavoro si metteva elegante – con tutto il buon gusto che aveva – per ballare, altra passione della sua vita.

Giovanna Scaroni si è spenta il 10 novembre scorso, lasciando un’immensa tristezza in chi resta. Ma ha anche – come dice la nipote – ricominciato a volare. Su una pista da ballo insieme a chi l’ha amata e non è più. E volerà per sempre nel cuore di chi l’ha conosciuta e le ha voluto bene.

Na.Co.

 

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