Ambiente

Po: la piccola piena novembrina.
Il fiume riaccarezza le sue terre

Erano almeno due anni, e va ripetuto e ribadito, che non si riprendeva i suoi boschi ed è bello ma, soprattutto, importante che questo sia avvenuto, anche per quanto riguarda la tutela della biodiversità

Erano almeno due anni che il Grande fiume non entrava nei boschi delle aree golenali aperte. Finalmente, dopo almeno 24 mesi, è tornato a farlo. Nulla di eccezionale, niente che debba sorprendere: di questi tempi, in altri anni, abbiamo tutti visto il Po raggiungere livelli molto più considerevoli. Tuttavia, di questi tempi, sia nel 2022 che nel 2021 le cronache dei giornali e delle televisioni, ci mostravano un fiume perennemente in secca, con livelli mai raggiunti prima in inverno.

Magre che erano l’emblema chiaro di una siccità che nessuno deve dimenticare. Si vive in un Paese in cui, purtroppo, la moda di molti è quella di considerare risolto un problema, o un fatto, solo perché ormai è passato: un pessimo stile in uso, soprattutto, a coloro che hanno il compito di prendere decisioni e, in particolare, ai famigerati incravattati dal deretano piatto e pelato (leggasi sempre politici, di destra e di sinistra, passando per l’immancabile centro, nessuno escluso), più abituati a lasciarsi andare a fiumi di parole che non a fatti concreti.

La natura mette sempre le cose al loro posto ed il Grande fiume, nei suoi essenziali silenzi, è un vero maestro capace sempre di indicare le scelte da intraprendere.

L’uomo, al contrario della natura, più che mettere le cose al loro posto, fa molta confusione e, spesso, compie anche scelte del tutto sbagliate: ed i risultati si vedono. La siccità di cui tanto si è parlato e scritto sarà anche passata (forse), ma non significa che i problemi siano risolti né tantomeno da archiviare.

Nel frattempo, senza doversi dilungare più di tanto, il fiume tornando a insinuarsi tra i boschi che, di questi tempi, indossano la loro tipica livrea autunnale, è stato ancora una volta protagonista delle vicende e della quotidianità dei territori che attraversa ed ha regalato, a chi ha saputo apprezzarli, paesaggi tanto suggestivi quanto particolari.

Erano almeno due anni, e va ripetuto e ribadito, che non si riprendeva i suoi boschi ed è bello ma, soprattutto, importante che questo sia avvenuto, anche per quanto riguarda la tutela della biodiversità. Ce o insegna e ce lo ricorda anche Davide Persico, sindaco di San Daniele Po, docente all’Università degli studi di Parma, ma soprattutto grande esperto di quel fiume che ama, vive e frequenta fin da quando era bambino, che in questi giorni ha scritto: “Il Fiume è un vettore per la diffusione della biodiversità. Quando il fiume esonda raccoglie dalla golena innumerevoli specie vegetali e animali che, attraverso uno spostamento passivo, si distribuiscono lungo il corso in maniera casuale, dove le zattere naturali si arenano”.

Ben venga la piccola piena di questi giorni che, tra i silenzi delle golene dell’una e dell’altra riva, ha visto ancora una volta il fiume protagonista autentico delle vicende e delle storie dei suoi territori. Con la speranza che il maggior numero possibile di persone, in silenzio, abbiano osservato (cosa ben diversa dal semplice guardare) questa nuova e preziosa storia della natura.

Eremita del Po, Paolo Panni

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