Cultura

Regalo di S. Carlo: il vocabolario
del Romani sul nostro dialetto

Un manoscritto autentico del 1810, scritto dall’Abate Giovanni Romani, ritrovato in una cantina e che riscrive la storia del dialetto casalasco. O comunque si affaccia come nuovo pilastro dopo il Cirani-Gardini, sin qui ritenuto caposaldo unico - o quasi - del tema. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

Un manoscritto autentico del 1810, scritto dall’Abate Giovanni Romani, ritrovato in una cantina e che riscrive la storia del dialetto casalasco. O comunque si affaccia come nuovo pilastro dopo il Cirani-Gardini, sin qui ritenuto caposaldo unico – o quasi – del tema.

Un manoscritto che oggi diventa un’edizione curata dalla Biblioteca Mortara e che, presentato in Auditorium Santa Croce il giorno di San Carlo Borromeo, restituisce una nuova pietra (miliare) della storia della città e della sua lingua. A curare l’edizione critica di un’opera che, prima di questo 2023, aveva fatto la sua ultima apparizione a una fiera del 1954, lo studioso locale del dialetto Alberto Bernini.

Sono intervenuti all’evento, partecipato da un ottimo pubblico a conferma di come la storia locale interessi e non venga affatto snobbata, dopo i saluti istituzionali del sindaco Filippo Bongiovanni e dell’assessore alla Cultura Marco Micolo, la dottoressa Raffaella Barbierato, direttrice della Biblioteca Statale di Cremona, il dottor Fulvio Stumpo, giornalista e storico locale, e Anna Lucia Maramotti Politi, presidente di Italia Nostra Cremona.

Sul palco, dopo il saluto del bibliotecario Vittorio Rizzi, anche Paolo Zani, appassionato di storia locale e che suggerì al precedente possessore del manoscritto, in primavera, la donazione alla biblioteca. Una mossa dalla quale tutto il percorso è partito.

Giovanni Gardani (video Alessandro Osti)

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