Asola, l'arte inquieta di Massimo
Tedoldi al Bellini dal 12 novembre
La pittura era il sollievo di una esistenza tormentata ed è il dono che Massimo ci lascia come invito ad inoltrarci con coraggio nei misteri del vivere
L’Amministrazione Comunale di Asola è lieta di invitare gli amanti dell’arte domenica 12 novembre alle 17.00 presso il Museo civico Goffredo Bellini all’inaugurazione della mostra di Massimo Tedoldi. Esposizione a cura di Stefano Santi e Alberto Bernardelli.
MASSIMO TEDOLDI (Castiglione delle Stiviere 1965-2018) – Il primo incontro con la pittura avviene verso i vent’anni. A quell’epoca Massimo manifesta una serie di disagi relazionali che inducono la famiglia a sottoporlo a un controllo psicologico. Gli viene consigliata la pratica della pittura come forma di rilassamento e presa di distanza dalle proprie fragilità comportamentali. Massimo accetta e senza guida di maestri compie i suoi primi passi nello sconfinato mondo della composizione pittorica.
E’riservato, appartato, ha poche occasioni di confronto, in compenso studia i grandi maestri sui libri e si applica con diligenza. Poi, strada facendo, ci prende gusto: la pittura non è più una terapia, ma diventa un’esigenza, un modo per mettere a fuoco i propri sentimenti più nascosti e anche un terreno su cui misurare la propria abilità nell’uso del colore.
Per tutta la vita, che sarà breve e verrà troncata tragicamente sulla soglia dei cinquantatre anni, Massimo cercherà nella natura un luogo di accoglienza, di accettazione, un luogo in cui perdersi e alleggerirsi di un peso che gli oscura la coscienza.
Si applica con dedizione e entusiasmo a piccoli viaggi nel circondario, passeggiate, brevi incursioni tra il bosco e il lago, per cogliere il prodigio delle luci naturali. Ogni apparizione viene fissata nella memoria o annotata su un taccuino.
Ogni emozione doveva poi essere tradotta nel linguaggio pittorico, che Massimo preferiva condurre in solitudine tra le quattro mura di casa. Il dato naturale, già di per sé affascinante doveva trovare una seconda vita sulla tela attraverso una costruzione impegnativa, dall’esito incerto ma carico di intraprendenza e di meraviglia. La pittura era il sollievo di una esistenza tormentata ed è il dono che Massimo ci lascia come invito ad inoltrarci con coraggio nei misteri del vivere.
redazione@oglioponews.it