ASST Mantova e MIA, Convegno di
Genere, rinforzo rete accoglienza
Il convegno, così come le altre iniziative del progetto, ha mirato a migliorare l’integrazione tra strutture ospedaliere, servizi sociosanitari territoriali e centri antiviolenza. Responsabile scientifico era Massimo Amato, direttore del Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza del presidio di Mantova
Si è tenuto ieri 3 novembre il confronto fra istituzioni al Mamu per parlare di percorsi ospedalieri e territoriali. La sera dibattito, mostra e musica al teatro Soms di Castellucchio
Un convegno nato anche con lo scopo di istituire un confronto tra istituzioni ripercorrendo i momenti della presa in carico della vittima di violenza domestica, in modo da comprendere i ruoli dei diversi attori e consolidare la rete di accoglienza. Il titolo dell’evento Violenza di Genere: formiamoci e fermiamola, nell’ambito dell’omonimo progetto volto a potenziare gli interventi a favore delle vittime di violenza e dei minori coinvolti, sostenuto da Regione Lombardia, con Asst Mantova come capofila, realizzato in collaborazione con Centro Aiuto Alla Vita, Telefono Rosa, Cooperativa Centro Donne, M.I.A., Comune.
Il convegno, così come le altre iniziative del progetto, ha mirato a migliorare l’integrazione tra strutture ospedaliere, servizi sociosanitari territoriali e centri antiviolenza. Responsabile scientifico era Massimo Amato, direttore del Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza del presidio di Mantova.
La violenza di genere e su minore è una delle piaghe più gravi della società, come documentato dai fatti di cronaca. Un fenomeno sempre più diffuso: secondo i dati ISTAT del 2007 690.000 donne italiane hanno dichiarato di aver subito violenze ripetute dal partner; il 62,4 per cento di queste donne ha dichiarato che i figli hanno assistito a uno o più di questi episodi. In situazioni familiari violente, i bambini sperimentano esperienze sfavorevoli infantili, ossia situazioni che influenzano negativamente l’ideale percorso evolutivo, sia a livello personale che relazionale.
Nel periodo pandemico e in particolare durante il lockdown, si è registrato un picco delle violenze contro le donne in ambito familiare. Una crescita testimoniata dalle chiamate ai numeri di emergenza (16.272 chiamate da vittime al 1522 nel 2021: +3,6 per cento sul 2020 e +88,2 per cento sul 2019), dai contatti ai centri antiviolenza e dai dati dei pronto soccorso. Nella provincia di Mantova sono state 245 le donne vittime di violenza prese in carico nel 2022 e 230 nel primo semestre 2023, 52 i casi di accesso al Pronto Soccorso.
“Il convegno – spiega Massimo Amato – ha inteso consolidare una rete di soccorso e accoglienza che possa saper integrare prestazioni sanitarie e sociali, cruciale per la gestione di donne e minori maltrattati, perché siano in grado di mettersi in salvo e di non soccombere al sopruso. Si punta sempre a un confronto tra istituzioni ripercorrendo tutti i momenti della presa in carico della vittima di violenza domestica, in modo da comprendere i ruoli dei diversi attori e consolidare la rete di accoglienza, ospedaliera e territoriale”.
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