Eternit gettato in cascina 5 anni
fa e mai smaltito. Tre a processo
Di reati ambientali e di violazione di domicilio devono rispondere a processo Dumitru Serban, romeno di 57 anni, residente a Casalmaggiore, Fabio Bevilacqua, 27 anni, residente a Villachiara, in provincia di Brescia, e Valerio Casali , 61 anni, di Casalpusterlengo, quest’ultimo assistito dall’avvocato Massimo Tabaglio. I tre, senza autorizzazione, avrebbero smaltito rifiuti pericolosi, abbandonandoli in una cascina di Motta Baluffi, nel casalasco, dopo aver scardinato il lucchetto del cancello di ingresso.
All’epoca dei fatti, nel dicembre del 2018, al romeno, rappresentante della srl DME, la proprietaria della stalla aveva appaltato il lavoro di rifacimento del tetto. Per la procura, Serban avrebbe poi affidato l’incarico di smaltire l’amianto rimosso a Casali, legale rappresentante della NewEuro Lattoneria. A sua volta, Bevilacqua, operaio della Neweuro, avrebbe ricevuto da Serban un assegno di 4.800 euro e prelevato l’amianto dalla stalla per poi abbandonarlo nel cortile della confinante cascina Malcantone di proprietà delle sorelle Severina e Patrizia Arisi, entrambe medici, la prima cardiologa all’Oglio Po, la seconda in servizio al Pronto soccorso dell’Ospedale Maggiore di Cremona, e nel terreno adiacente di proprietà di Michele Mazzelli, residente a Concesio, in provincia di Brescia.
Da cinque anni, l’amianto nella proprietà non è mai stato rimosso.
Nel processo, le due sorelle proprietarie della cascina Malcantone si sono costituite parte civile attraverso l’avvocato Isabella Cantalupo. Il procedimento entrerà nel vivo il prossimo 26 febbraio.
In sede di denuncia, Severina Arisi aveva fatto mettere al verbale di essere stata avvisata il 22 dicembre dal fratello che ignoti avevano abbandonato nel cortile dell’azienda delle lastre di eternit. Una volta sul posto, la donna aveva trovato sparsi su tutto il cortile interno numerosi mucchi di lastre di eternit e aveva sporto denuncia .
Era quindi partita una denuncia contro ignoti, ma in seguito le indagini avevano permesso di arrivare ai nomi dei tre imputati che ora devono affrontare il processo penale.
Secondo la difesa di Casali, era stato il romeno a chiedere una mano al lodigiano per smaltire l’eternit, ma il 61enne gli aveva risposto che non era il suo lavoro, consigliandogli di rivolgersi alla srl Milano Tagli che avrebbe provveduto allo smaltimento a proprie spese. Secondo l’accusa, il romeno aveva consegnato alla proprietaria della stalla il piano lavori richiesto alla Milano Tagli dalla NewEuro. Da chiarire come mai Bevilacqua, operaio di Casali, aveva ricevuto da Serban un assegno di 4800 euro per smaltire l’eternit, in realtà mai smaltito.
Sara Pizzorni