Salute

Lombardia, Herpes Zoster, basso
livello vaccinazioni: un problema

Dalla ricerca, spiega Daniela Bianco, Partner e Responsabile Area Healthcare di The European House-Ambrosetti, "è emerso che i cittadini lombardi hanno sentito parlare di questa vaccinazione, ma solo il 20% si dichiara ben informato. Quindi emerge l'esigenza di rafforzare la comunicazione sulla malattia, ma anche sui benefici della vaccinazione"

Per allargare la copertura del vaccino anti-Herpes Zoster “è fondamentale una campagna vaccinale in collaborazione con i tanti stakeholders, enti del territorio, distretti della salute che guidano questo lavoro insieme a Regione Lombardia, e i medici di medicina generale, le farmacie e tutta la rete di servizi del territorio che lavora insieme mettendo al centro la prevenzione e la vaccinazione”. A dirlo è Emanuele Monti, presidente della commissione Welfare di Regione Lombardia, a margine dell’evento “Il valore della prevenzione vaccinale per il sistema economico e di welfare in Lombardia – Le prospettive per la vaccinazione anti-Herpes Zoster”, realizzato da The European House-Ambrosetti con il contributo non condizionante di GSK, tenutosi a palazzo Pirelli.

Per allargare la platea dei vaccinati secondo Monti è “fondamentale fare comunicazione, un aggancio attivo della popolazione. Si è parlato tantissimo di vaccini per il periodo post pandemico e chiaramente dobbiamo ritornare a spiegare alle persone e dare un ruolo alle case di comunità. Tante, infatti, hanno iniziato a creare serate e momenti formativi in collaborazione con gli enti locali”. Questo perché, aggiunge ancora il presidente della commissione Welfare del Pirellone, “noi abbiamo una coorte importante come target sulla campagna vaccinale, molte persone a chiamata attiva per milioni di Lombardi e, dall’altra parte, una rete che si è già attivata prontamente”.

Al momento in Lombardia la vaccinazione anti-Herpes Zoster è offerta gratuitamente ai soggetti di età superiore ai 18 anni con diabete mellito complicato, patologia cardiovascolare severa, BPCO e Asma severa, immunodeficienza congenita o acquisita o destinate a terapie immunosoppressive, con storia di Herpes Zoster recidivante o con pregressa forma grave di Herpes Zoster, ai soggetti di età superiore ai 50 anni affette da diabete, BPCO, cardiopatie o candidate a terapie immunosoppressive, e a soggetti di 65 anni di età (nel 2023 l’offerta è estesa a partire dai nati nel 1952 fino ai nati nel 1958). Si tratta di una vaccinazione che può essere offerta in co-somministrazione con il vaccino antinfluenzale e che a differenza di quest’ultimo può essere effettuata in qualsiasi momento dell’anno.

Bianco (Teha): Diversificazione canali può essere modello per ampliare platea

Nonostante i cittadini della Lombardia siano a conoscenza dell’esistenza del vaccino anti-Herpes Zoster, meno del 20% si dichiara ben informato sul tema. Il problema, però, è comune a tutte le regioni, e la strategia di diversificazione dei canali di somministrazione vaccinale messa in campo da Regione Lombardia può rappresentare una soluzione per ampliare la popolazione vaccinale. Questo quello che è emerso dall’evento di questo pomeriggio a Palazzo Pirelli, sede del Consiglio Regionale della Lombardia, e patrocinato dalla Regione, dal titolo “Il valore della prevenzione vaccinale per il sistema economico e di welfare in Lombardia- Le prospettive per la vaccinazione anti-Herpes Zoster”, realizzato da The European House-Ambrosetti con il contributo non condizionante di GSK.

A quasi 3 mesi dall’approvazione del nuovo Piano Nazionale della Prevenzione Vaccinale 2023-2025, infatti, l’evento è stato l’occasione per fare il punto sul suo recepimento in Lombardia e sulle azioni e strategie che a livello regionale si stanno implementando per promuovere la prevenzione vaccinale soprattutto nell’età adulta, con un focus sulla vaccinazione anti-Herpes Zoster. Sono stati inoltre presentati i risultati di una ricerca elaborata da The European House-Ambrosetti in collaborazione con Swg sulla conoscenza del tema da parte dei cittadini lombardi.

Dalla ricerca, spiega Daniela Bianco, Partner e Responsabile Area Healthcare di The European House-Ambrosetti, “è emerso che i cittadini lombardi hanno sentito parlare di questa vaccinazione, ma solo il 20% si dichiara ben informato. Quindi emerge l’esigenza di rafforzare la comunicazione sulla malattia, ma anche sui benefici della vaccinazione”.

La vaccinazione anti-Herpes Zoster, precisa Bianco, “ha una delle coperture più basse in tutte le regioni italiane. Parliamo tra il 10 e il 15%, difficile anche da quantificare perché non ci sono dati, ma si sa che sono tassi veramente bassissimi, molto lontani dai target. Il problema non è solo di regione Lombardia ma di tutte le regioni italiane. La Lombardia però ci ha anticipato e, anche grazie a una delibera di qualche giorno fa, sta mettendo in campo un’attività di rafforzamento e utilizzo di più canali, come i medici di medicina generale, i centri vaccinali e le Rsa, per creare un’azione congiunta che può aumentare le coperture vaccinali”.

Signorelli (Nitag): Adesione alla vaccinazione Herpes Zoster insoddisfacente

“Noi oggi abbiamo un piano nazionale di prevenzione vaccinale nuovo, ma i problemi non sono ancora risolti. Ci sono alcune vaccinazioni di provata efficacia e sicurezza come quello contro l’Herpes Zoster, che non hanno ancora raggiunto le percentuali che noi spereremmo di avere”. A dirlo Carlo Signorelli, Ordinario di Igiene all’Università Vita Salute San Raffaele e Presidente del NITAG (National Immunization Technical Advisor Group), a margine dell’evento “Il valore della prevenzione vaccinale per il sistema economico e di welfare in Lombardia – Le prospettive per la vaccinazione anti-Herpes Zoster”, realizzato da The European House-Ambrosetti con il contributo non condizionante di GSK, tenutosi questo pomeriggio a palazzo Pirelli.

“Nel fare questo vaccino- spiega Signorelli- ci sono vantaggi di natura sanitaria, come quello di evitare quello che tutti chiamano ‘fuoco di Sant’Antonio’, vantaggi di natura economica e sociale e noi non riusciamo a capire quali siano le ragioni” delle basse coperture. Per questo “dobbiamo concentrarci su modelli di offerta che possano alzare queste coperture, che oggi sono in quasi tutte le regioni molto basse”. Signorelli aggiunge quindi che, “come è noto, il piano vaccinale è nazionale, ma le organizzazioni delle campagne vaccinali sono gestite dalle regioni. Quindi non c’è in assoluto un modello migliore, occorre che ciascuna regione trovi le migliori soluzioni per le singole realtà e misurino la ricaduta per le campagne vaccinali”.

In Italia si stima che oltre 150.000 persone l’anno si ammalino di Herpes Zoster e che circa 1 adulto su 3 sia a rischio di sviluppare l’infezione, la cui severità aumenta con l’età a causa dell’immunosenescenza, l’invecchiamento biologico del sistema immunitario. Il rischio di sviluppare l’infezione, e la gravità dell’infezione stessa, aumentano inoltre nei soggetti fragili, colpiti da diabete, malattie cardiovascolari, respiratorie, Hiv e patologie oncologiche. In Italia, la vaccinazione anti-Herpes Zoster ha sempre registrato bassi livelli di copertura, a causa di una molteplicità di fattori, tra cui una malattia poco nota e spesso sottovalutata, una scarsa conoscenza della vaccinazione tra gli operatori sanitari e non da ultimo approcci diversificati tra le Regioni in termini di fasce d’età, recuperi, co-somministrazioni, modalità di offerta.

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