Cultura

Con Viva la Fontana... a morte
i francesi la storia della città

La vicenda, in sintesi narrava dell’invasione da parte dei francesi sul territorio casalese e della strenua difesa messa in piedi, con scarsi mezzi, dalla popolazione locale per rimediare ad un gesto blasfemo perpretato dai transalpini nei confronti della Madonna della Fontana

“Quando passeggiate sull’argine del Po pensate che state camminando sull’antico castello di Sabbioneta“. Questo uno degli aneddoti, tratto dalla storia antica di Casalmaggiore presentato da Costantino Rosa per ambientare le vicende relative a Viva la Fontana… A morte i francesi. Una interessante rappresentazione teatrale allestita sabato sera nell’Auditorium di Casalmaggiore in piazza Marini.

Un discreto pubblico ha scelto di staccarsi dalle effimere attrazioni televisive del sabato sera per assistere ad una coinvolgente lezione di autentica storia locale ricostruita dall’appassionato e conosciuto ricercatore Costantino Rosa, coadiuvato in questo caso da un personaggio poliedrico ed estroverso ed altrettanto noto qual’è Giuseppe Boles. Il tutto completato dall’indubbie capacità recitative di
Arianna Novelli.

La vicenda, in sintesi narrava dell’invasione da parte dei francesi sul territorio casalese e della strenua difesa messa in piedi, con scarsi mezzi, dalla popolazione locale per rimediare ad un gesto blasfemo perpretato dai transalpini nei confronti della Madonna della Fontana. Si era diffusa in quel tempo la rivelazione del miracolo della Vergine piangente e un soldato francese con la punta della spada si azzardò a graffiare gli occhi della statua affermando che si trattava di gocce di umidità fuoriuscite dai mattoni rossi del muro.

Il secolo preso in considerazione dalla piece teatrale proposta ha caratterizzato l’introduzione di diverse novità come l’istituzione dei numeri civici, la nomina di Casalmaggiore città e capoluogo di provincia oltre alla realizzazione dei quattro archi, di cui ne è rimasto solo uno, per onorare il passaggio di regine ed imperatori. Nel racconto è emersa poi la curiosità relativa al Castello di Sabbionetra che non c’è più e le cui pietre furono usate dai casalaschi per rafforzare l’argine del fiume.

Prima delle vicende relative alla strenua difesa contro l’invasione dei francesi (Napoleone non raggiunse il territorio limitandosi a inviare le proprie truppe) si è parlato degli onori che Casalmaggiore ebbe a ricevere dai milanesi, durante la pandemia del 1630 allorchè da Casalmaggiore, oltre alle botti con l’acqua benedetta della Fontana furono inviati in soccorso a quella popolazione 100 otri di vino oltre ad abbondanti quantità di pollame e altre generi di prima necessità. Gesti di grande generosità che procurarono a Casalmaggiore e ai suoi abitanti il diritto ad essere proclamata città onoraria di Milano per l’eternità.

La passione per la ricerca da parte di Costantino Rosa non si limita al periodo della rivoluzione francese andando per archivi e biblioteche per recuperare altre interessanti vicende che diventeranno progetti da far conoscere al pubblico. Come quella della Chiesa di San Rocco costruita su un antico lupanare o bordello come si preferisce definirlo, o ancora più interessante la traduzione della Divina Commedia in dialetto casalasco.

Insieme ad altre idee in allestimento da parte di Giuseppe Boles che ha ricordato la mostra di legni levigati dal tempo e dall’acqua la cui inaugurazione si terrà domenica 29 ottobre presso la sede della Canottieri Eridanea. Una esposizione aperta al pubblico sino al 12 novembre nata da una idea di Giuseppe Ferrari e Franco Manfredi con racconti di Giampietro Lazzari

Ros Pis

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