Cronaca

Casa Giardino, missione Roma
compiuta: un sogno realizzato

Da oggi, anche se la strada da fare è ancora tanta, ed in salita, siamo tutti un po' più uguali. Ce l'hanno fatta, avevamo e avevano loro questa speranza, e noi siamo carichi di gioia. Con loro e per loro. GUARDA IL VIDEO E IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

Ce l’hanno fatta, e non ne avevamo dubbi. A vivere il loro sogno, due giorni di vacanza, al di fuori di Casa Giardino, al di fuori del Paradiso dove vivono perché poi, di paradisi ne esistono altri. Basta cercarli, con occhi aperti, braccia protese e cuori e pensieri in viaggio. Sembra semplice, lo è forse per chi può organizzarsi il tutto senza trovare ostacoli, più complesso se poi – in un paese limitato e limitante come l’Italia – organizzare un viaggio che coinvolga persone con problemi di natura fisica è più che un’impresa. Quasi un miraggio.

QUI SOTTO IL VIDEO DI ALCUNI MOMENTI DELLA VISITA A ROMA

Ce l’hanno fatta i nove ragazzi di Casa Giardino, i dieci accompagnatori, chi giocoforza li ha seguiti da casa ed avrebbe voluto essere lì con loro. Chi li ha aiutati da quando, nel giugno scorso, qualcuno dei figliuoli aveva espresso il desiderio di sedersi su un treno, uno di quei treni fiore all’occhiello delle ferrovie, il Freccia Rossa per poter viaggiare ad altissima velocità. Hanno realizzato il loro viaggio, che si conclude oggi col ritorno. Due giorni a Roma. Sono stati salutati da Papa Francesco in piazza San Pietro durante l’Angelus domenicale, hanno girato Roma e gustato un poco della bellezza infinita della città eterna, hanno pranzato, con le specialità locali, in un ristorante tipico romano e battuto il tempo con chi ha suonato per loro le canzoni della tradizione romana.

Tutto questo porteranno nel cuore tornando a casa. Due giorni straordinari – per loro – che dovrebbero essre la normalità per tutti. Due giorni intensissimi, un piccolo passo in più verso l’inclusione che si sono guadagnati a bordo dei loro pulmini attrezzati, alloggiati in una struttura – la Casa per ferie realizzata su idea di Papa Giovanni Paolo II – che li ha accolti con gioia, seguiti da volontari che si sono presi cura, come sempre, di ogni esigenza ma ancor di più hanno viaggiato e sognato a fianco delle loro anime spesso agitate, sempre in moto. Come quelle di tutti noi.

Nei prossimi giorni ci racconteranno quel che è stato. Lo faranno per mesi perché poi quel che vivi con la felicità ti resta aggrappato dentro e non si sposta. E cominceranno a sognare qualcosa d’altro. Perchè è questa la vita. Unicamente questa. Chissà quale sarà il prossimo sogno, quale la prossima richiesta. Ma da questo weekend qualcosa (loro) hanno imparato e qualcosa (noi) lo abbiamo appreso ancor più forte. Che le barriere possono essere valicate, che al loro fianco ci sono persone (a partire dalle suore sino agli splendidi volontari e l’ottimo personale) straordinarie, pronte sempre a cercare una strada – e non una scusa – per provare a rendere la loro vita un po’ più lieve. Che loro stessi – i ragazzi e le ragazze di Casa Giardino – sono la cosa più straordinaria che possa esserci. Anime capaci di riccendere anche le nostre quando si spengono un poco. Anime capaci ancora di amare più forte, quando noi ci fermiamo davanti al primo ostacolo.

Qualche giorno fa, suor Maria Buongiorno, responsabile della comunità, ci spiegava che sulla strada dell’inclusione bisogna fare ancora tanto, e siamo perfettamente daccordo. Ma questo è pur sempre un passo in avanti: la dimostrazione che se non proprio tutto, quasi tutto è possibile. Nove figliuoli, 10 volontari, gli amici di Casalmaggiore, un treno veloce, un papa e una città pronte ad accoglierti e mille altri sogni ancora da scrivere e da vivere. Sembra poco, ed è il tutto, il senso stesso delle cose. Da oggi, anche se la strada da fare è ancora tanta, ed in salita, siamo tutti un po’ più uguali. Ce l’hanno fatta, avevamo e avevano loro questa speranza, e noi siamo carichi di gioia. Con loro e per loro.

Na.Co.

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