Politica

Piccinelli, Isidori e Manfredi:
"Valorizziamo la nostra riviera"

"Ci sarebbe bisogno - conclude Francesca Isidori - di un’ iniezione di interesse, controllo, frequentazione. Coordinare attività con i vari gruppi che già frequentano l'area, ripristinare le Gev e coinvolgere altre associazioni di volontariato come la protezione civile Le aquile ad esempio"

Valorizzare il fiume e la sua golena, ma soprattutto puntare su un restyling dell’argine maestro, delle sue scalinate. Valorizzare il patrimonio più importante (e spesso meno considerato) che abbiamo. La posizione della città, appoggiata al fiume: la riviera Casalasca. Sulla questione sono intervenuti ieri due rappresentanti del Movimento Cinque Stelle di Casalmaggiore, Adamo Manfredi e Francesca Isidori e la consigliera di Vivace e Sostenibile Annamaria Piccinelli. Altra cosa sulla quale puntare, soprattutto in golena, sono i maggiori controlli. Presidiare le aree che, lasciate al loro destino diventano terra di nessuno (se non peggio).

Un ambito – esordisce Annamaria Piccinelli – su cui, in questi anni, non abbiamo mai ceduto, oltre a ospedale, tangenziale, commercio di vicinato, viabilità, verde urbano e rigenerazione, è quello che riguarda ciò che abbiamo di più bello e unico: la nostra riviera“.

Ha ragione chi fa notare – prosegue Adamo Manfredi – come sarebbero belle e imponenti, per esempio, le numerose e grandi scalinate, due addirittura in granito, se fossero restaurate e non circondate da erbacce e rifiuti“.

Ha ragione – sottolineano i tre – chi da molto tempo nota come l’erba stia sempre più riducendo sui lati, il tratto che va in direzione del ponte. C’è poi chi ha sottolineato la spilungona insignificanza di quei lampioni, gli stessi messi anche lungo la Castelnovese per Viadana: nessuna distinzione di significato e valore tra una provinciale e la passeggiata dei meravigliosi tramonti. Non mancano nemmeno interventi edilizi in stile anni ’70 fatti di pilastri in cemento e tapparelle in plastica, senza parlare della colata di cemento che vedremo presto affianco a Santa Maria.

Si scende poi al lido, dove lo steccato in legno, in affaccio al fiume, è stato finalmente riparato e di lì si arriva all’ingresso del Parco Golena dove la sbarra è alzata da anni e le auto ormai vanno e vengono liberamente e del tutto incontrollate, spesso anche a discreta velocità.

I casotti del Po – aggiunge Piccinelli – che in Emilia sono valorizzati, abbelliti e molto frequentati, qui sono stati fatti distruggere, mentre restano indisturbati cestini e panchine rotti lungo il tragitto. In Consiglio abbiamo anche segnalato numerosi punti, attorno alla lanca, dove l’erba è completamente gialla anche se si nega che vi sia stato dato diserbo. E pensare che tutto questo dovrebbe essere in nostro fiore all’occhiello, anche in chiave di attrattiva turistica, ma non è un caso che pure la voce turismo sia poco sentita, basti pensare che vi si investono non più di 8000 euro l’anno“.

I passanti inoltre continuano a segnalare episodi spiacevoli: a fine settembre un falò sventato chiamando i carabinieri, a inizio ottobre un cacciatore che per poco non colpisce una coppia nel tunnel degli olmi, ragazzini che passano in bici attrezzati di superalcolici e chissà cos’altro. Ci sono tutti i segni, più volte ribaditi, di un sostanziale disinteresse verso la riviera: una certa disinvoltura urbanistica, una certa trascuratezza ambientale che vanno di pari passo con un progressivo degrado sociale presente pure in altri punti del centro abitato.

Ci sarebbe bisogno – conclude Francesca Isidori – di un’ iniezione di interesse, controllo, frequentazione. Coordinare attività con i vari gruppi che già frequentano l’area, ripristinare le Gev e coinvolgere altre associazioni di volontariato come la protezione civile Le aquile ad esempio“.

E naturalmente i vigili e tutte le forze dell’ordine (anche provinciali) le quali sono presenti, ma notoriamente sotto organico. Potrebbero anche ridurre i passaggi, magari compiendoli, forse ancor più efficacemente, in borghese come proponemmo già tempo fa. Ma la molla di tutto è che ai vertici politici ci siano persone convinte dell’importanza strategica per Casalmaggiore del paesaggio fluviale e si impegnino a valorizzarlo.

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