Cronaca

Nuovo Ponte Po, Orlando Ferroni:
"Tempi stretti, non ce la faranno"

“Troppi se e troppi ma sono emersi durante le varie relazioni al punto che molti sono i dubbi riguardo l’effettiva realizzazione nei tempi richiesti dall’emergenza di questa struttura che pure unisce due delle Regioni più ricche d’Italia"

Troppe incertezze sarebbero emerse venerdì a Colorno durante la riunione per fare il punto sul progetto del nuovo ponte da costruire tra Colorno a Casalmaggiore. A sottolinearlo Orlando Ferroni, ex consigliere comunale di Casalmaggiore a probabile candidato sindaco per la prossime elezioni di Casalmaggiore, presente all’affollata assemblea.

“Troppi se e troppi ma sono emersi durante le varie relazioni al punto che molti sono i dubbi riguardo l’effettiva realizzazione nei tempi richiesti dall’emergenza di questa struttura che pure unisce due delle Regioni più ricche d’Italia. Ho rivolto alcune domande ai relatori dai quali inizialmente era arrivato il tentativo di eludere la mia interpellanza col pretesto che si era fatto tardi. Mi è stato risposto che in sette mesi dovrà essere affidato l’incarico per i lavori e che in cinque anni il nuovo ponte potrà essere terminato. Ma io sfido chiunque a garantire questa tempistica. Basta guardarsi attorno per capire che non sarà cosi. Un esempio a noi vicino è il ponte di San Benedetto Po in provincia di Mantova. E non si faccia riferimento a Genova perché la velocità nel rifare quel viadotto è stata determinata dall’eco negativa suscitata dalle morti che il crollo aveva provocato”.

Ferroni nel suo intervento ha quindi chiesto se per accelerare i lavori ci fosse bisogno di un evento drammatico anche qui da noi. Ricordando che all’attuale viadotto era stato diagnosticato un tempo residuo di vita in dieci anni di cui cinque già passati dopo i lavori di rafforzamento.

“Ricordo che chi ha firmato l’autorizzazione alla riapertura ha pubblicamente affermato che successivamente non avrebbe più concesso nessuna proroga. Volete aspettare che accada un dramma simile anche qui da noi? Ciò che mi ha maggiormente stupito sono state le affermazioni successive quando è stato detto che se si riusciva ad abbassare la velocità dei veicoli e se si riducevano i carichi dei mezzi in transito si poteva prolungare la resistenza del ponte. Affermazioni che hanno suscitato grande perplessità e timori tra tutti quelli che hanno in mente ciò che è stato diagnosticato nei confronti del ponte di Casalmaggiore e ciò che rimane del tempo residuo di vita. Questi supposti rimedi, abbassare la velocità delle auto e il peso dei camion non tengono conto di un elemento tecnico scientifico fondamentale e che cioè la resistenza del cemento con cui è fatto il ponte dipende dal tempo e non dai pesi”.

Ferroni quindi ha riformulato quella che è una sua più volte ribadita proposta per accelerare i tempi dando vita ad un ponte provvisorio, che potrebbe diventare definitivo, fatto d’acciaio appoggiato su piloni connettendosi verso l’area un tempo individuata come il Porto di Casalmaggiore e mai sfruttata in tal senso. Sulla questione del nuovo ponte e sui tempi necessari per costruirlo non si gioca solo il disagio quotidiano delle migliaia di pendolari che attraversano per lavoro o per studio il fiune Po ma anche il futuro dell’Ospedale Oglio Po di Casalmaggiore.

Ipotetici e malaugurati nuovi problemi di collegamento tra le due sponde costituirebbero di sicuro la mazzata definitiva sull’esistenza della struttura sanitaria casalasca.

Ros Pis

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