Delitto Tanzi, Cassazione conferma
l'ergastolo per Patrick Mallardo
Patrick non ha mai dimostrato pentimento per quanto fatto e così per lui - tenendo conto della gravità del reato e dell’efferatezza nel realizzarlo - l’ergastolo è stato inevitabile. Tradotto erroneamente col “fine pena mai”, l’ergastolo in realtà in Italia corrisponde a 26 anni di carcere, il massimo della pena possibile. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1
Leggi anche:
Adesso la sentenza è definitiva: dopo la Corte d’Assise di Parma e l’appello a Bologna, ecco che anche la Cassazione conferma l’ergastolo per Patrick Mallardo, oggi 20 anni, ma appena maggiorenne all’epoca in cui, con 33 coltellate, straziò il rivale d’amore Daniele Tanzi, di Casalmaggiore, all’ex mulino di Vicofertile, dove Daniele stava dormendo assieme alla fidanzata – ed ex di Mallardo – Maria Teresa Dromì.
L’omicidio per futili motivi non è dunque mai stato messo in dubbio in nessuno dei tre gradi di giudizio. Con la condanna definitiva restano intatti i risarcimenti di 920mila euro per la famiglia Tanzi, con la mamma, il papà e i due fratelli minori, difesi dall’avvocato Francesco Mattioli; i 2mila euro per Maria Teresa Dromì, che peraltro venne ferita nella notte tra il 4 e il 5 maggio 2021, quando Patrick intimò alla ragazza di mentire dinnanzi agli inquirenti, inventando l’aggressione da parte di un terzo fantomatico uomo; i 500 euro per l’associazione Gens Nova, che si era costituita parte civile a processo.
Patrick non ha mai dimostrato pentimento per quanto fatto e così per lui – tenendo conto della gravità del reato e dell’efferatezza nel realizzarlo – l’ergastolo è stato inevitabile. Tradotto erroneamente col “fine pena mai”, l’ergastolo in realtà in Italia corrisponde a 26 anni di carcere, il massimo della pena possibile.
A convincere i giudici anche le bugie narrate da Mallardo, che a processo aveva dato dettagli smentiti in altre telefonate intercettate: ad esempio aveva rivelato che Daniele e Maria Teresa erano svegli quando lui li aveva aggrediti, e invece stavano dormendo; e ancora aveva spiegato di non avere memoria dell’omicidio, parlando però con la madre al telefono e confessando a lei di ricordare tutto per filo e per segno. Insomma, una bugia dietro l’altra e un atteggiamento che certo non poteva alleggerire la posizione del condannato.
Anche la battaglia per la perizia psichiatrica dei difensori di Mallardo Raffaella Santoro e Francesco Savastano è stata persa in partenza: Patrick infatti era lucido, tanto che si era tolto le scarpe e si era cambiato la felpa, gettandola nel canale assieme al coltello, proprio per camuffare le tracce e nascondere le prove. Un modus operandi di chi sapeva benissimo quello che aveva fatto.
Giovanni Gardani