Opinioni

Casalmaggiore, Oglio Po:
polemiche e altri orizzonti

Importante è stare con Oglio Po. Non contro qualcosa o qualcuno, non per ambire alla guerra, ma per costruire. Questo - crediamo di averlo ben interpretato - il pensiero del Coordinamento. Questo il pensiero positivo in cui ci ritroviamo pure noi

Aveva chiesto il Coordinamento che i partiti restassero fuori dalla manifestazione per l’Oglio Po. Che la politica da schieramento facesse un passo indietro per non correre il rischio che su un momento importante – in cui in prima linea avrebbero dovuto esserci cittadini, associazioni e chiunque volesse a titolo personale e collettivo (inteso come facente parte della comunità) – partecipasse. Che non vi fossero cappelli. E così è stato. 500, 600 persone secondo le stime ufficiali, con comunque un buon numero di politici, di assessori, di consiglieri comunali mischiati alla gente. C’erano anche i sindaci, qualcuno c’era. Chi con fascia, chi senza, chi in prima linea, chi un po’ defilato. Non c’erano tutti, ma tutti non ci sono mai stati.

E’ importante che i politici siano vicini ai cittadini che rappresentano. Importante la partecipazione. Ma – crediamo – ancora più importante è che chi può agisca all’interno delle istituzioni, nei luoghi preposti in cui qualcosa, al di là della partecipazione, la si può fare. Nergli ultimi mesi soprattutto abbiamo visto che qualcosa si sta muovendo in maniera più decisa. Non sarà molto, forse è ancora troppo poco ma qualcosa c’è. Partiamo dalla promessa e dal lavoro dell’Amministrazione Casalasca nel tentativo di riaprire il discorso sul Punto Nascite. Di trovare una strada, al di là di quella legale andata come è andata (male) per riavere a Oglio Po non solo un luogo in cui ci si cura e qualche volta – perché pure questa è la vita – si muore. Ma pure un luogo in cui, e ancora dopo anni, si torna a nascere. E’ ancora troppo poco? Forse, ma è qualcosa che attendiamo a giudicare. Ed è qualcosa. Un impegno che ci fa piacere e che non possiamo non sottolineare.

Ci ricordiamo – ahinoi ci ricordiamo – che nel tempo della chiusura del Punto Nascite la partecipazione non fu poi così nutrita. Che non vi fu lo stesso impeto, ne le stesse manifestazioni. Vi fu certo una resistenza: il personale, un pezzo di politica inizialmente (e un pezzo più ampio successivamente), le mamme, i giornali. Sabato qualcosa di diverso c’è stato. L’abbiamo definita un po’ di luce in più. Così continuiamo a vederla. 500/600 persone in piazza non sono poche. Sono un inizio interessante. Sono un bel momento di partecipazione, di impegno. Sono voci, una piccola luce. Non cambierà le cose, difficilmente le decisioni si prendono in piazza se non nelle rivoluzioni. Ma intanto un segnale lo si è dato. Un segnale positivo.

Ieri qualche polemica ha in parte gettato ombre sul buon esito del momento di sabato. Si è parlato di campagna elettorale, e di altre questioni che francamente ci lasciano un po’ così. Perplessi. Con qualche domanda sul perché. E sul cosa. Cosa avrebbero cambiato 15 fasce in più? Cosa avrebbero aggiunto di sostanziale a quello che resta un bel momento di partecipazione collettiva (abbiamo visto gente di ogni schieramento in piazza partecipare e questo da reporter non ci è sfuggito)? Cosa avrebbero dato i sindaci in prima fila, in seconda o in terza? Ogni rappresentante politico, di maggioranza o di opposizione, ha partecipato secondo quello che ha pensato giusto fare. O non ha partecipato. Ma di comuni, rappresentati da qualcuno e se non dai politici dalla gente che ha rappresentato se stessa, ce ne erano davvero tanti.

E’ stato un (nuovo) inizio. E’ stata una manifestazione intensa, a tratti emotivamente forte, in cui si è detto tutto ciò che si doveva dire, non sono stati celati i problemi complessivi di Oglio Po ma neppure celate le potenzialità del nosocomio casalasco che sono enormi. Non si è lasciato indietro niente: problemi, questioni aperte, carenze. E continuiamo a pensare che non sia stato vano. Che nulla lo sia quando ci si incontra e ci si muove. Che sia stato importante al di là di chi è arrivato prima o dopo, di chi si è piazzato davanti al palco o in prossimità di galleria Gorni, di chi ha scelto di esserci in foto e chi no. Di chi è restato 10 minuti o un’ora e mezza. Che sia stato un momento ancor più importante in fase preparatoria in cui davvero tanti (90 associazioni, imprenditori, sport, religiosi) hanno deciso di metterci la faccia. Di mettere la faccia quando non siamo più abituati a farlo da tempo.

Importante è stare con Oglio Po. Non contro qualcosa o qualcuno, non per ambire alla guerra, ma per costruire. Questo – crediamo di averlo ben interpretato – il pensiero del Coordinamento. Questo il pensiero positivo in cui ci ritroviamo pure noi, dopo anni di logoramento. Che siamo testimoni, ma non testimoni silenti o al di fuori del gioco. Che testimoniamo quel che vediamo e sentiamo. Questo scrivevamo ieri: “Tante facce hanno cambiato ieri un pomeriggio: senza rabbia, senza rancore, senza intenti bellici, senza frustrazioni. Ma con fermezza e fierezza e – caratteristica spesso casalasca – con un sorriso in più. Forse non cambieranno le cose (anche se a piccolissimi passi qualcosa si muove) ma ieri il cielo è davvero parso più leggero. E forse non è stato un caso che a guidare il tutto siano state 4 donne che, in un giorno di tre mesi fa, hanno deciso che ci si doveva muovere. La loro forza, unita a quella dell’associazionismo di casa nostra, ha rinsaldato le fila: ora si va avanti. Per Oglio Po e con Oglio Po, che è la ricchezza – da mantenere – di questo territorio. E pure, in tanti casi, ne rappresenta la speranza”. Questo riscriveremmo adesso. Perché la speranza non l’abbiamo persa che vi possa essere davvero, passo dopo passo, una crescita importante di quel che resta.

Nessuno è disposto a perdere. Non lo fummo nemmeno quando chiusero il punto nascite, e non lo fummo sino in fondo. Le parole di Laura Passerini, di Pasquale de Luca sul palco sono state importanti. Ferme, decise e utili. Il Coordinamento, come tutto ciò che intorno all’ospedale si muove in positivo, è sempre importante. La partecipazione è stata energia. Non fari (rubiamo le belle parole dello psichiatra De Luca) ma piccole luci. E’ stato un inizio, un buon inizio. E’ stato un momento decisamente bello e importante. Questo continuiamo a credere. Questo vogliamo credere anche adesso.

Na.Co. (Foto: Angelo Crippa)

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