Cronaca

Israele, Mauri Scaglioni: "Ci
ho vissuto 12 anni, e tornerò"

"Si parla di pace - aggiunge - ma la pace in qualche modo c'è sempre stata tra la gente. Cristiani Ebrei e Mussulmani convivono adesso come anche centinaia di anni fà in Israele. Il problema è un altro. Sta diventando evidente che è l'estremismo e il terrorismo"

Per 12 anni ha vissuto in Israele. E’ lì che Maurizio Scaglioni, casalasco, che di anni ne ha ora 42, ha messo su famiglia, ha trovato una sua strada nella musica. Lì che ha imparato a convivere in un paese in cui la convivenza è messa a dura prova. La guerra la sta vivendo da lontano perché Mauri, un anno fa, con i suoi bimbi e la sua ex compagna si è trasferito in Portogallo.

“In Israele mi ero trasferito prima di sposarmi – ci racconta – e poi lì sono rimasto. Poi un anno fa la decisione di fare un’esperienza in Portogallo. Avevo accettato di condividere la proposta nata dalla mia ex compagna e adesso è quasi un anno ch sono qui. Ma ho lasciato tanti amici lì, e sono sconvolti e preoccupati come lo sono io. Sono preoccupato, la situazione è disastrosa, così come è combattuta non la si può chiamare neppure guerra. Mi preoccupa anche per l’Europa e il resto del mondo. Israele è ormai un fronte, come lo è l’Ucraina”.

In Israele Maurizio viveva nell’area dove alta è adesso la tensione. All’inizio in un kibuz vicino a Natania, poi a Moshav nell’area di Natania e vicino a Tel Aviv. Un paese difficile anche da capire se non ci sei realmente dentro. “Si parla di pace – aggiunge – ma la pace in qualche modo c’è sempre stata tra la gente. Cristiani Ebrei e Mussulmani convivono adesso come anche centinaia di anni fà in Israele. Il problema è un altro. Sta diventando evidente che è l’estremismo e il terrorismo. Se non condanniamo un tale comportamento non più umano, allora la nostra civililtà è giunta al collasso. Se ci sono paesi dove a capo della giustizia c’è un organizzazione terroristica che attua la propria politica in questa maniera non so dove si possa andare a finire. Israele per il terrorismo è solo una frontiera per poi continuare la guerra santa. Questi gruppi terroristici devono scomparire. Anche per liberare i mussulmani. I valorosi guerrieri ed i re si stanno girando nelle bare…”.

Poi, un desiderio, o forse una piccola speranza. “Israele mi manca, anche perché ho sempre vissuto bene lì. Si, ci tornerei e ci tornerò…”. Adesso è difficile immaginare come, e quando. Difficile pensare adesso, con una famiglia. Ma dopo 12 anni vissuti in quella terra, quella stessa terra ti resta dentro. Al di là del terrore dell’estremismo che in questo momento sembrano avere la meglio e non consentono grandi sogni c’è un’anima che pulsa e che si fa sentire tra tanta gente conosciuta, tra tanta strada percorsa e vita vissuta. Qualcosa che ti fa ancora dire che l’orizzonte potrà essere più sereno forse un giorno. Una speranza, un desiderio che si continua a nutrire, contro tutto e tutti, anche a distanza…

Nazzareno Condina

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