Amici del Po, gli amici e il
ricordo di Aldo Sarzi Braga
Si è spenta una luce al Lido, si è spezzata una racchetta, si fermata una barca: un amico è partito per l’altrove, per quel luogo dove tutti ci ritroveremo. Occhi lucidi e una birra Corona attorno a un tavolo, così ieri si sono stretti ad Aldo Sarzi Braga gli amici Paolo Antonini, Graziano Lanzetti, Simone Miceli e Mauro Lucotti
Solito tavolino sul terrazzo del bar ristorante degli Amici del Po, il solito ritrovo per una ora di relax dopo il lavoro e prima di rientrare a casa, ma le voci sono più basse, gli sguardi meno brillanti, gli animi più tristi.
Si è spenta una luce al Lido, si è spezzata una racchetta, si fermata una barca: un amico è partito per l’altrove, per quel luogo dove tutti ci ritroveremo. Occhi lucidi e una birra Corona attorno a un tavolo, così ieri si sono stretti ad Aldo Sarzi Braga gli amici Paolo Antonini, Graziano Lanzetti, Simone Miceli e Mauro Lucotti, un abbraccio fatto dei soliti gesti per arrivare a lui, uno di quei compagni di vita che fan parte del nostro “persempre”.
Era tante cose Aldo: nato in una famiglia di barcaioli era appassionato conoscitore del fiume che amava moltissimo, giocava a tennis e fece a lungo parte dell’Atletica Interflumina, fu membro del Panathlon, corista all’Estudientina, attore nella storica compagnia Filodrammatica, ecologista convinto e innamorato della natura, fu tra i fondatori del gruppo dei Verdi e figura storica all’interno degli Amici del Po.
Presente fin dagli albori della società, a cui ha voluto un gran bene, ha contribuito alla sua crescita e al suo benessere come consigliere per molti anni e come presidente. La sua autorevolezza, il suo impegno e la sua presenza costante sono tra gli ingredienti che hanno portato gli Amici del Po a ciò che è oggi.
“Negli anni 2000 – racconta Paolo Antonini – la sua elezione a presidente fu determinante a sanare una spaccatura interna, una profonda divisione che aveva determinato due compagini, sia tra il consiglio che tra i soci, di vedute completamente opposte. Il suo carattere, determinato ma giusto, corretto e leale, la sua inclinazione alla coesione, l’esperienza sindacale all’interno dello Zuccherificio e una forte capacità organizzativa han fatto sì che la divisione venisse superata. La sua nomina ha comportato il superamento dei dissapori e la ripresa di relazioni positive portando benefici alla società e alle persone. Da lì siamo ripartiti con spirito di collaborazione e ogni anno siamo cresciuti un po’. Ci lascia un’eredità di costruzione e impegno collettivo che cercheremo di potare avanti”.
Al lido c’è tanto che parla di lui, della sua tenace partecipazione, della sua presenza costante, del suo amore per quell’angolo di terra che in tanti ci teniamo stretto ma che non esisterebbe se non ci fossero persone come Aldo ad occuparsene. Negli sguardi bassi e nelle voci rotte invece c’è la tristezza per la partenza di un amico, un dolore sordo che si sopporta insieme, a fari spenti, a sipario chiuso e che riporta alla memoria altri amici volati via le cui anime aleggiano in quel luogo del cuore davanti al grande fiume: Carlo Zaffanelli, Otello Nizzoli, Paolo Gabbi, Virginio Capelli e tanti altri.
Il Presidente, il Consiglio, i tanti i soci che lo hanno conosciuto si stringono alla moglie Patrizia, al figlio Daniele e a tutta la famiglia per la perdita un uomo di spesso valore, che in molti hanno amato, di un amico che ora vola libero.
Ci sono angoli di mondo che racchiudono vite per sempre, vite che vi hanno speso l’anima e che in fondo da quell’ angolo non se ne sono mai andate…. sulle acque che solcano una delle belle più curve del nostro Pater Padus, se si guarda bene, c’è sempre una barca che dondola.
Giovanna Anversa (Foto: Tiziano Schiroli)