Cronaca

Amministriamo San Daniele Po,
mancata fusione: "Ecco la verità"

Ma torniamo a San Daniele che ha una situazione di bilancio complessa e sarà costretta per risanare a cedere beni pubblici e molto probabilmente a ridurre servizi. C'è poco da fare per risanare servirà intraprendere una strada difficile ma - come insegna Martignana seppur con cifre diverse - non impossibile

Ha voluto fare chiarezza il Gruppo Amministriamo San Daniele Po Insieme dopo il fallimento del referendum per la fusione con Pieve d’Olmi. A San Daniele avevano prevalso i sì, mentre a Pieve il no ha vinto. Niente fusione e ombre lunghe sul comune di San Daniele Po e – in prospettiva – neppure la piccola Pieve potrà dirsi tranquilla.

Ha prevalso il no. La democrazia ha – come direbbero i retori – vinto. Ma il costo del no lo si vedrà nei prossimi anni. Non è il primo caso di fusione (o unione) saltata e comuni costretti, o per scelta o per destino, a trovare un’altra strada. L’esperienza di Martignana di Po parte da presupposti diversi. Da Terrae Fluminis (unione), fu proprio Martignana di Po ad uscirsene nel tentativo di uscire in maniera autonoma da una situazione di bilancio pesante senza coinvolgere e farsi coinvolgere in una operazione che avrebbe dovuto essere strutturata insieme gli altri due comuni (Gussola e Torricella del Pizzo). Un’operazione, allora, che fu bollata come estremamente difficile ma, che alla luce dell’oggi, è andata in porto.

Il bilancio del comune di Martignana è risanato. Gussola ha provato anche la strada dell’unione con Torricella ma anche in questo caso la cosa è andata male. A Torricella male hanno digerito il tentativo che avrebbe portato ulteriori risorse nelle casse del comune unito. Cremona, insomma, e la bassa cremonese soprattutto (a parte il caso di Piadena Drizzona) sembra poco incline a fondersi.

Ma torniamo a San Daniele che ha una situazione di bilancio complessa e sarà costretta per risanare a cedere beni pubblici e molto probabilmente a ridurre servizi. C’è poco da fare per risanare servirà intraprendere una strada difficile ma – come insegna Martignana seppur con cifre diverse – non impossibile.

Questo il comunicato del gruppo Amministriamo San Daniele Po Insieme, in forma integrale.

A seguito del risultato referendario sulla fusione, il Consiglio comunale di San Daniele Po (29 settembre 2023) ha preso atto che il risultato raggiunto in paese è stato di voti 332 SI; 256 No; 2 nulli, per un totale di 590 votanti. Seppur l’esito sia stato positivo a San Daniele, a Pieve d’Olmi il NO ha ricevuto la maggioranza dei voti; pertanto, l’operazione di fusione è stata respinta.

Come già ampiamente spiegato durante la campagna referendaria, la mancata fusione determina l’insostenibilità della ipotesi di bilancio quinquennale riequilibrata che il comune presentò in Ministero mesi fa. Essa, infatti, si sosteneva anche sulla quota parte di fondi di fusione proporzionale al numero di abitanti di San Daniele (circa 210.000 euro l’anno).

Ne consegue quindi che si renda necessaria una riformulazione dell’ipotesi da ripresentare.

Secondo la legge vigente, a bocciatura della ipotesi da parte della Commissione di valutazione ministeriale, l’Amministrazione proponente dovrebbe decadere.
La situazione attuale vede l’ipotesi di bilancio in “blocco procedurale” presso il Ministero e non ancora entrata in valutazione. Al momento non si hanno informazioni riguardo alle modalità e ai tempi di valutazione; pertanto, l’Amministrazione comunale dovrà continuare nel proprio mandato.

Da comunicazione della Commissaria Dott.ssa Formisano di martedì 26 settembre 2023, si apprende che per estinguere il debito residuo servono 400.000 euro, cifra ben diversa da quella sbandierata dal comitato del No di Pieve e San Daniele, che doveva aggirarsi sui 2.800.000 euro.

In campagna referendaria si è ripetuto più volte che il debito residuo era di circa 625.000 euro che, decurtato del 35% (per la contrattazione tra Commissario e Creditori) si riduce, infatti, a circa 400.000 Euro.

Per la chiusura del dissesto e la costruzione del bilancio preventivo, la legge impone e suggerisce due vie da percorrere simultaneamente:

La prima è quella di avviare l’alienazione di beni immobili comunali già individuati ed elencati nel precedente piano di riequilibrio approvato dal Consiglio e dalla Corte dei Conti nel 2022. Tra gli immobili individuati per la vendita risultano per primi l’Ex Ammasso del grano, la Caserma e la Casa albergo.
Gli immobili saranno venduti, dopo perizia tecnica e probabilmente dell’Agenzia delle Entrate, all’asta pubblica con base d’asta equivalente al valore stimato dalla perizia.

Una seconda via per il risanamento passa anche attraverso la stipula di un mutuo, con Cassa depositi e Prestiti, suggerito da un articolo del decreto-legge riguardante i comuni in dissesto, finalizzato a saldare i 400.000 euro di debiti pregressi con i diversi creditori.

A parere positivo di CdP si procederà a tal riguardo.

Le due operazioni non si escludono reciprocamente; entrambe devono essere percorse parallelamente sia per chiudere il capitolo debiti pregressi (al 31/12/2022), sia per far quadrare il bilancio preventivo caratterizzato oggi da uscite superiori alle entrate; nonostante le uscite siano già ridotte ai minimi termini.

Nel complesso, a seguito della mancata fusione, tutti i servizi non obbligatori da parte del Comune sono a rischio chiusura.

L’impegno profuso dalla presente Amministrazione comunale è incentrato, oltre che sulla questione finanziaria, anche sul mantenimento attivo dei servizi scolastici; anche se le scuole non rientrerebbero tra i servizi obbligatori.

Si comunica inoltre che, dopo confronto con la Commissaria, si conviene di rendere noto che le informazioni divulgate da qualcuno contro la fusione a riguardo di rogiti delle case di proprietà da rifare; spese per l’aggiornamento di documenti di persone, edifici e veicoli; problemi legati alla denominazione delle vie; non avevano e non hanno alcun tipo di fondamento. Le bugie hanno le gambe corte, ma in questo caso sono state sufficienti per procurare ai due Paesi coinvolti un importante danno economico e di programmazione amministrativa futura.

Ulteriori, nuove informazioni sul proseguo dell’attività amministrativa e dell’opera di risanamento finanziario verranno man mano comunicate alla cittadinanza“.

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