Cronaca

Acquanegra - Calvatone: il disagio
del commercio per il ponte chiuso

Ponte in barche o ponte prefabbricato di quelli allestiti dai militari in occasione di emergenza? Non si sa nulla e i politici se ne guardano bene dal prendere posizione per non urtarsi l'un l'altro

“Sono mesi che non vedo più una persona di Acquanegra”. L’espressione appartiene a Veronica Toninelli titolare del negozio di elettronica Hd Ready di Calvatone. Ma la stessa frase si può attribuire a decine di altri commercianti del paese che dal 10 giugno scorso si sono visti interrotti i collegamenti con Acquanegra sul Chiese paese mantovano che con Calvatone aveva  legami di tipo economico e sociale.

Tutto per un ponte in ferro vecchio e arrugginito che di colpo è stato chiuso dalla sera alla mattina. Una decisione repentina che oltre a cogliere di sorpresa la popolazione ha sollevato parecchio malumore perchè, conoscendone la vetustà si pensava fosse opportuno muoversi prima per  trovare le necessarie alternative.

Così invece la gente è costretta ogni giorno a fare lunghe deviazioni per frequentare negozi e servizi che prima si raggiungevano in pochi minuti. Per non parlare dell’Ospedale di Asola per visite ed esami a volte quotidiani. E si guarda ogni mattina ai giornali per sapere se ci sono novità e se le due province, quella cremonese e la mantovana hanno tirato fuori dal cilndro la sorpresa di una soluzione a tempi brevi.

Ponte in barche o ponte prefabbricato di quelli allestiti dai militari in occasione di emergenza? Non si sa nulla e i politici se ne guardano bene dal prendere posizione per non urtarsi l’un l’altro.

La sindaca di Calvatone Valeria Patelli assicura che i tecnici sono assiduamente al lavoro per trovare una soluzione e lei stessa, in qualità di consigliere dentro l’Amministrazione provinciale cremonese, garantisce che in un modo o nell’altro i finanziamenti necessari verranno trovati, ricordando come purtroppo in Italia l’ostacolo numero uno da superare è la burocrazia.

“Noi avevamo anche una clientela che passava da Calvatone per andare sul Lago di Garda e si fermava per un pasticcino o una fetta di torta” sottolinea  Maurizio Bardella titolare del Bar Pasticceria Dolce Follia il quale aggiunge “Pensi che  la prima autorizzazione per questo locale risale al 1927. Non ci siamo mai fermati e dispiace adesso  vedere calare il fatturato del 20/30 % per cause non dipendenti dalla nostra volontà”.

Stesso disagio quello lamentato dai fratelli Giuseppe e Denis del negozio Alimentari Beretta. “Ci siamo sempre difesi dalla concorrenza dei supermercati  specializzandoci in prodotti creati nel nostro laboratorio. La clientela del paese c’è sempre ma abbiamo perso quelli che venivano da lontano e passavano da qui..”

Monica Martinelli storica venditrice di  zucche e angurie non ha più potuto soddisfare un commerciante bresciano che veniva da lei per rifornire il proprio chioschio e che adesso ha cambiato strada…

Una saggia considerazione emerge alla fine da Francesco Cecere da anni conduce l’Azienda agricola all’interno dell’Oasi Le Bine proprio in fregio al fiume Oglio e al Ponte chiuso.”Consideriamo il caso contrario che cioè il ponte avesse ceduto  senza che nessuno ne avesse ordinato la chiusura, sarebbe scoppiato il finimondo”.

In questo clima di attese e speranze una citazione di merito va ai coniugi Rossi di Bozzolo che pochi mesi fa si sono impegnati per acquistare il ristorante. Al Ponte che adesso è raggiungibile solo attraverso le deviazioni segnalate. Nonostante i disagi e le difficoltà la famiglia continua a preparare deliziosi menù per chi è disposto a fare qualche chilometro in più sapendo che ne vale la pena.

Ros Pis 

La trattoria Al Ponte, appena al di là dell’infrastruttura interrotta
Monica Martinelli col nipote Chiosco di cocomere
I fratelli Beretta

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