Roberto Bernardini, dalla bassa
parmense al delta del Po via argine
“E’ una esperienza che volevo fare da anni – ha spiegato lo stesso Bernardini – e finalmente ci sono riuscito. Arrivare in bicicletta sulle mura di Ferrara, nel delta e poi in spiaggia è stato davvero emozionante”
Dalla Bassa Parmense al Delta del Po, in bicicletta. Questa la bella avventura di Roberto Bernardini, parmense di San Secondo ma originario di Pieveottoville, già consigliere provinciale del collegio Zibello, Roccabianca, Trecasali, ora impiegato in una importante società elettrica.
Da figlio delle terre del fiume, da sempre molto legato alle sue origini, ha portato a termine una esperienza speciale che tutti gli appassionati ed i cultori delle due ruote dovrebbero realizzare, almeno una volta nella vita.
“E’ una esperienza che volevo fare da anni – ha spiegato lo stesso Bernardini – e finalmente ci sono riuscito. Arrivare in bicicletta sulle mura di Ferrara, nel delta e poi in spiaggia è stato davvero emozionante”.
Bernardini ha percorso circa 250 km, partendo dalle terre del Po, e organizzando il viaggio, tutto compiuto lungo gli argini, su più tappe. Parlando dell’esperienza realizzata ha spiegato di aver notato che “tanti paesi lungo il fiume sono pieni di case in vendita e lo spopolamento è un problema anche per la nostra Bassa. Ho avuto modo di incontrare anche diversi amministratori locali per uno scambio di idee su progetti e opportunità per i nostri territori. E’ necessario tornare a far sentire la nostra voce, anche per protestare contro i ritardi dei lavori al ponte sul Po “Giuseppe Verdi” e gli altri ponti che rischiano di isolarci dal resto della provincia. Se non abbiamo i servizi è difficile anche rimanere in questi paesi. Pedalare sull’argine – ha aggiunto – mi ha riportato alla mia infanzia, quando magari l’argine era quello di Rigosa, alle mie radici, alla scuola di Pieveottoville dove ho iniziato il mio percorso di studi e conosciuto i primi amici, quelli che ancora oggi mi basta sentire un attimo per ritrovarsi in sintonia. Occorre cercare nuovi modi per avvicinare la gente al fiume, tornare a popolarne le rive. Se, come dice Guareschi, il Po inizia a Piacenza, l’ho percorso quasi tutto, e senza grande fatica visto che è tutto in spiano. E’ un percorso che spero di ripetere, magari con un bel gruppo di ciclisti della Bassa”.
Un’esperienza, certo, da realizzare, da vivere e da raccontare. Un modo bello, e significativo, di conoscere le terre di fiume, per toccarne opportunità e potenzialità, ma anche problemi e necessità. Tra queste, appunto, quelle legate alle sistemazioni dei ponti tra cui e ai collegamenti in genere tra le due rive. Non meno importante l’urgenza di creare occasioni e iniziative, non solo per evitare lo spopolamento ma, soprattutto, per rendere sempre più attrattivi i nostri territori. Per fare questo, aggiunge chi scrive queste righe, è più che mai fondamentale una maggiore collaborazione, nei diversi settori, tra le due rive del fiume. Collaborazione che deve vedere protagonisti, attivi e “in campo” tutti i cittadini delle due sponde del Po.
Eremita del Po, Paolo Panni