Cronaca

Si è spento Sergio Anghinelli,
archeologo delle terre di fiume

Originari di Casaletto, erano entrambi sarti, un mestiere ereditato dalla famiglia. Agli inizi degli anni '60 era necessario pensare prima al mantenersi e poi al resto. Ma i fratelli Sergio e Antonio avevano altro per la testa: ad appassionarli lo studio dell'archeologia e della storia locale. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

Finisce la storia dei fratelli Anghinelli. La storia terrena perché di loro – Antonio, spentosi nel 2019 e Sergio, deceduto all’età di 85 anni – restano e resteranno anni di ciclopica ricerca, a ripercorrere il tempo delle terre tra Oglio e Po, a ricercare reperti, a catalogarli e a scriverne. Divulgatori di grande carattere ed estrema lucidità, ricercatori attenti e negli anni impegnati a farsi parte dell’esigenza di cercare di più, cercare ancora in questa terra ricca di spunti e di cose ancora da scoprire.

Originari di Casaletto, erano entrambi sarti, un mestiere ereditato dalla famiglia. Agli inizi degli anni ’60 era necessario pensare prima al mantenersi e poi al resto. Ma i fratelli Sergio e Antonio avevano altro per la testa: ad appassionarli lo studio dell’archeologia e della storia locale. Sin da ragazzi iniziano ad investire proprio sui testi (nel corso della vita ne raccoglieranno oltre 5000) e sullo studio. A dar loro una mano Giovanni Delfini, di Pomponesco, che intuisce le potenzialità dei due sarti con la passione per l’archeologia e da loro una mano. Ma anche il lavoro Monsignor Antonio Parazzi, dal quale attingono.

Proprio dagli studi e dalle ricerche del Parazzi (siamo agli inizi degli anni ’60) i due fratelli partono, e dai siti individuati dal monsignore. Cominciano ad esplorare, a raccogliere e a catalogare reperti soprattutto di età romana ma non solo, appoggiandosi al Museo Civico di Viadana dove tutto viene portato. Anni di intense ricerche, in parte effettuate da soli e in parte con altri amici appassionati di archeologia. Ci voranno una decina d’anni sino a quando la sovrintendenza si accorge della solidità e dell’importanza di quell’oscuro lavoro. E’ proprio la sovrintendenza che li spinge ad andare avanti e che nel 1976 affida loro il ruolo di custodi e guide dello stesso museo viadanese. Da ricercatori cominciano a diventare anche divulgatori.

Alla fine degli anni 70 vengono nominati Ispettori onorari della Soprintendenza. Agli inizi degli anni 80 abbandonano il mestiere appreso da ragazzini e si dedicano esclusivamente all’archeologia. Scoprono, proprio nelle terre tra Oglio e Po, reperti importanti: età del bronzo, neolitico, periodo romano e partecipano a numerosisime campagne di scavo. Li cercano tutti per la loro capacità soprattutto di leggere la morfologia dei terreni ed individuare quali possono essere le aree più interessanti.

Antonio è il fratello più portato alla teoria, alla lettura dei terreni, Sergio ha un animo più pratico: disegna tutti i reperti trovati (ne disegnerà oltre 12 mila in una vita). Insieme i fratelli Anghinelli scrivono una sessantina di saggi sulle loro ricerche. Quando l’età poi avanza, entrambi si dedicano con maggior fervore alla divulgazione. Hanno collaborato con sovrintendenza ed università dove i due sarti sono sempre stati considerati ricercatori importanti, unici.

Antonio si era spento nel 2019, Sergio si è spento in questi giorni. Hanno terminato la loro vita terrena, ma restano le loro ricerche e – nella mente di chi li ha conosciuti – la loro infinita preparazione e gentilezza. Signori d’altri tempi, con un lavoro svolto sino in fondo ed un sogno realizzato: quello di riscoprire la storia più antica delle lande che li hanno visti nascere.

A dare il triste annuncio della dipartita di Sergio i parenti tutti. Il rito funebre verrà celebrato domani, sabato 23, alle 15.30, nella chiesa parrocchiale di Casaletto dove la salma giungerà dalla Casa Funeraria Roffia di Viadana in via San Francesco 34. La salma verrà poi tumulata nel cimitero di Viadana.

Na.Co.

 

 

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