Cronaca

Rivarolo Mantovano, a lezione
di ecologia nel “Bosco di Milly”

Sul posto, ad accogliere i 21 allievi giunti in pulmino con le insegnanti Federica Magosso e Maria Rosa Grazioli, l’assessore Enrico Guarneri, il consigliere Graziano Marchi, Simone Maltraversi, ma soprattutto l’agricoltore Andrea Aporti, al quale è affidata la cura del luogo, dopo averlo realizzato.

Un’escursione “fuori porta” per familiarizzare col concetto di biodiversità floreale, quella compiuta lunedì 18 settembre dai giovani allievi della Scuola Media Cesare Tosi, classe II. Organizzata dalla dirigente scolastica Elena Rizzardelli e dal sindaco Massimiliano Galli, la gita didattica ha avuto come meta il neonato “Bosco di Milly”, uno dei due boschi planiziali recentemente impiantati dal Comune in fregio al Canale Navarolo, col contributo sostanziale di Regione Lombardia.

Sul posto, ad accogliere i 21 allievi giunti in pulmino con le insegnanti Federica Magosso e Maria Rosa Grazioli, l’assessore Enrico Guarneri, il consigliere Graziano Marchi, Simone Maltraversi, ma soprattutto l’agricoltore Andrea Aporti, al quale è affidata la cura del luogo, dopo averlo realizzato.

Con la messa a dimora di alcuni arbusti, i giovani allievi hanno così appreso le caratteristiche delle essenze floreali che costituiscono il Bosco di Milly: da Comune amico delle api, Rivarolo Mantovano ha infatti optato per la messa a dimora di essenze floreali mellifere e scelto la tipologia dell’impianto che prevede ampie radure seminate con erbe e fiori graditi alle api e agli insetti impollinatori.

Per l’azione ambientalista, sviluppata anche nei laboratori didattici condotti con le scuole, il Comune è stato recentemente premiato da TEA SpA col premio “Futuro sostenibile”. Come ha precisato il sindaco Massimiliano Galli, “l’amministrazione comunale, fin dal suo insediamento, ha deciso di rinunciare all’atteggiamento passivo per provare a fare qualcosa a favore dell’ambiente: l’introduzione di questi boschi potrà contribuire a riequilibrare gli effetti prodotti dalle monocolture, senza sconvolgere la vocazione produttiva di un territorio un tempo popolato da farnie, carpini, frassini, olmi ed aceri campestri, per citarne alcuni. I toponimi agrari ci ricordano infatti come queste zone fossero in passato caratterizzate dalla presenza di ampie zone boschive. La loro riproposizione stabile (i boschi avranno carattere perenne) riconosce all’ambiente il valore di “bene comune”, in linea con quanto esplicitato all’articolo 9 della Costituzione italiana: la Repubblica tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”.

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