Chiesa

San Corrado Confalonieri, oggi
apre la mostra a Calendasco

Tanti i motivi, compresi quindi quelli che interessano i “legami cremonesi” per non perdersi la possibilità di visitare la mostra (aperta tutti i giorni dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 17) ed approfondire il tema grazie alla presenza di quella guida d’eccezione che sarà, appunto, Umberto Battini: non solo studioso e agiografo di san Corrado, ma anche e soprattutto grande uomo del Po

Quelle del Grande fiume sono, tra le altre cose, anche terre di santi e di beati, eremiti, religiosi ed anacoreti. Tanti quelli che hanno avuto i nati (o la nascita al Cielo) o che hanno vissuto e portato avanti il loro apostolato sull’una e sull’altra riva del Po. Tra i più celebri santi nati a due passi dal Po spicca san Corrado Confalonieri, piacentino di Calendasco, al quale nei prossimi giorni, proprio nel paese natale, sarà dedicata una importante mostra. Mostra che, proprio per la storia legata al santo riguarda e interessa anche le terre cremonesi. Ad organizzare la significativa iniziativa culturale è Umberto Battini, agiografo ed insigne studioso di san Corrado Confalonieri, da sempre cultore della storia del santo piacentino.

La mostra avrà luogo a Calendasco (Piacenza) da martedì 19 a domenica 24 settembre al Padiglione san Corrado del Romitorio ospitale medievale ed ha il patrocinio della Società fedeli e portatori di san Corrado e dell’associazione Portatori dei cilii fedeli a san Corrado di Noto. Parlando dell’iniziativa (e dei legami cremonesi) Umberto Battini ha spiegato che “La mostra Iconografia tratta di alcune decine di immagini di San Corrado Confalonieri terziario ed eremita francescano, nato a Calendasco nel 1290 e morto a Noto in Sicilia nel 1351.

Era feudatario del borgo sul Po, da dove esercitava il suo potere dal castello, nel 1315 causa un incendio durante una battuta di caccia. Incolpato un innocente, Corrado ammette la colpa a Galeazzo Visconti, nemico dei Confalonieri che erano guelfi vescovili. Ridotto in miseria e cacciato dalla famiglia si ritira nell’ospedale poco discosto dal paese, tra frati laici terziari francescani, dopo presta opere di accoglienza e carità. Dopo qualche anno – prosegue – parte per Gerusalemme, torna e sbarca in Sicilia e arriva a Noto, dove inizia una vita eremitica nella Valle dei Pizzoni.

La gente accorreva da lui per chiedere consiglio, e già in vita compie miracoli: guarisce bambini erniosi e fa comparire “pane angelico” caldo dalla sua grotta. Assiste al miracolo anche il vescovo di Siracusa che rimane sbigottito. Alla sua morte il 19 febbraio 1351, dentro alla grotta, gli abitanti di Noto a furor di popolo lo proclamano santo, con il consenso del vescovo. Ufficialmente arriverà la beatificazione vaticana nel 1515 e la canonizzazione per mano di Urbano VIII nel 1625.

La mostra tratta di quadri, affreschi e statue dedicate al Santo Eremita che datano dal 1500 ad oggi e che sono visibili in vari luoghi d’Italia: da Calendasco a Roma e fino in Sicilia. Un modo per avvicinarsi al personaggio medievale Corrado e quindi al suo stato di Santo ed al percorso di vita particolare. Lo stesso abito terziario laico era vestito da tanti uomini e donne, come prevedeva la regola “Supra Montem” del 1292, e dal 1447 divenne un Ordine vero e proprio con monaci con conventi e sacerdoti.

Nel cremonese – fa sapere Battini – i frati terziari francescani “de penitentia nuncupati” furono molto diffusi, a Cremona città per certo tempo furono nella “Ecclesia SS. Salvatoris”, ed ebbero una contrroversia con i frati secolari (laici) e Regolari Eremiti con i tre voti. A Casalbuttano era la chiesa e convento terziario di San Salvatore con “adnexum Oratorium S. Rochi”, qui nel 1458 il Capitolo Generale elesse Ministro frate Ugone de Sillis. A Pizzighettone era il convento di Santa Maria chiamata anche “Ecclesia S. Ioannis”.

Anche ad Annico troviamo di questi frati il “conventus S. Rochi della Terra de Nico in diocesi Cremonae”. Nell’anno 1615 a Soresina era il loro convento di San Francesco. Tra i frati Insigni cremonesi che hanno l’abito che fa anche del piacentino San Corrado, nominati nel Cronologio del 1658 a cura di frate Francesco Bordoni, abbiamo i nomi di fra Theodorus Malosius, fra Iacobus Philippus Zuchellus, fra Bartolomeus Monferinus, fra Nicolaus Spinellus, fra Antonius Luscatus, fra Benedictus Bellotus e tanti altri”.

Tanti i motivi, compresi quindi quelli che interessano i “legami cremonesi” per non perdersi la possibilità di visitare la mostra (aperta tutti i giorni dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 17) ed approfondire il tema grazie alla presenza di quella guida d’eccezione che sarà, appunto, Umberto Battini: non solo studioso e agiografo di san Corrado, ma anche e soprattutto grande uomo del Po. Quel Po a cui da sempre è legato e che non perde occasione di frequentare, ogni giorno.

Eremita del Po, Paolo Panni

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