Cronaca

Rivaroli e Pasotto a Rossi: "Oglio
Po, adesso basta lo diciamo noi!"

Velleda Rivaroli (PD) e Pierluigi Pasotto (CNC e Rive Gauche) sui problemi della sanità e dell'ospedale si battono da anni. Anni in cui i servizi sono evidentemente calati così come il personale. Ed alcuni non sono ancora pienamente operativi

Hanno atteso un giorno per rispondere al direttore generale di ASST Cremona Giuseppe Rossi che chiedeva uno stop alle critiche sul nosocomio Casalasco. Hanno meditato una risposta che, al contrario di quello che aveva chiesto Rossi, risottolinea i problemi da risolvere in un ospedale e nei servizi territoriali che hanno bisogno di attenzione costante e continua, e pure di critiche – costruttive – quando servono. E a volte servono davvero. In più, Velleda Rivaroli (PD) e Pierluigi Pasotto (CNC e Rive Gauche) sui problemi della sanità e dell’ospedale si battono da anni. Anni in cui i servizi sono evidentemente calati così come il personale. Ed alcuni non sono ancora pienamente operativi.

C’è necessità dunque di continuare a tenere desta l’attenzione? Secondo Velleda Rivaroli, senza alcun dubbio… “Concordo perfettamente con Rossi – spiega l’eponente del PD – sulla sua affermazione Adesso basta, anche se con una visione antitetica alla sua. È esattamente il sentimento che credo accomuni tutti noi cittadini dell’Oglio Po: adesso basta davvero! Piuttosto inopportuno, per non dire imbarazzante, affermare che negli ultimi cinque anni sia stato favorito lo sviluppo dell’Oglio Po. Abbiamo un Distretto Casalasco-Viadanese che è solo sulla carta! Non possiamo nemmeno dire che è morente, perché non è mai nato davvero! La Casa di Comunità di Casalmaggiore è praticamente stata rinnovata solo nel cartello posto all’esterno della struttura. Il famoso coordinamento e l’integrazione dei servizi tra l’ospedale OglioPo e gli Ospedali di Comunità, l’Ospedale riabilitativo di Bozzolo e la lunga degenza di Viadana sono anch’essi solo un miraggio. Oltre alle varie problematiche relative all’Ospedale che tutti ben conosciamo, la Casa di Comunità di Casalmaggiore, inaugurata in pompa magna, è vuota: dovrebbe essere il punto di coordinamento della presa in carico della persona per una organizzazione sanitaria capillare su tutto il territorio, avere medici specialisti e diagnostica di base, apertura di ambulatori 6 giorni su 7. Questi servizi dove sono? Dove è il coordinamento tra la medicina territoriale e quella ospedaliera? All’Ospedale alcuni reparti boccheggiano, ci sono riduzioni di servizi e di posti letto, liste di attesa e prenotazioni diagnostiche quasi inaccessibili presso la nostra struttura, servizi esternalizzati. Per questo anche noi possiamo tranquillamente dire al DG Rossi: adesso basta! Quello che chiediamo è semplicemente di fare meno proclami e di avere un minimo di coerenza rispetto alle dichiarazioni di intenti fatte da anni e per le quali non vediamo riscontro concreto“.

Dello stesso tenore l’intervento di Pierluigi Pasotto: “Leggo con sentimenti contrastanti – spiega il consigliere di Rive Gauche – le piccate dichiarazioni del dottor Rossi, direttore ASST. Rassicurazioni spazientite sul reparto di Cardiologia: “questo è il massimo che si poteva fare e che, come si vede abbiamo fatto”. Mi permetterà il dottor Rossi, questo è il minimo, con condizioni che precedono di poco una chiusura. E non basta, sia chiaro cardiologia è troppo importante. A seguire, il solito refrain dell’investimento milionario sulla struttura muraria dell’Ospedale, ben 28 milioni e fischia di euro. Bene, ma riflettendo, cosa se ne fanno i cittadini di una stupenda struttura se poi per potersi curare, dopo aver già pagato le tasse, devono continuamente mettere mano al portafoglio per ricorrere al privato causa lunghe liste di attesa? E quelli il cui portafoglio è ormai vuoto? Probabilmente il fermento che c’è nell’aria è stato captato dalle sensibili antenne regionali ma di questo non ci si deve stupire. Prima o poi doveva accadere. Dopo 20 anni di promesse, trasporto in sicurezza per le partorienti promesso da Gallera, mai realizzato, rassicurazioni con pacca sulla spalla a cui spesso è seguito un ridimensionamento dei servizi presso l’Ospedale Oglio Po, inaugurazioni strategiche, Casa di comunità e Day Hospital oncologico, è normale che non ci si fidi più. Nessuno punta il dito contro nessuno, nessuno nega che ci sia una condizione generale negativa per il personale medico e infermieristico , ma se le cose non funzionano, qualche responsabilità anche le varie dirigenze di nomina regionale succedutesi negli ultimi 20 anni dovranno pure ammetterla, o no? Dov’è la medicina territoriale? E i servizi della casa di comunità? Che fine ha fatto l’ambito a scavalco che avrebbe dovuto risolvere tutto? Cremona e Mantova si parlano? Collaborano ? Il nuovo ospedale risolverà magicamente tutto? Chi deve occuparsi di queste cose? Adesso basta! su questo siamo d’accordo“.

Na.Co.

 

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