Politica

Oglio Po, Bongiovanni in Consiglio:
"Il Punto Nascite? Ci proveremo"

Al termine ci si muoverà per cercare una possibilità. La disponibilità c'è, ed anche l'impegno. A cosa porterà è difficile ipotizzarlo, ma la volontà politica è univoca. E questa è già - di per se - una buona notizia per tutti. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

Punto nascite Oglio Po, unità di intenti nel provare una strada, politica, per cercare di farlo riaprire. Una strada che non sarà semplice, ch richiederà la massima unità di intenti (mostrata ieri sera dal Consiglio Comunale di Casalmaggiore) anche da parte dei sindaci, ma sulla quale il Comune di Casalmaggiore e il sindaco Filippo Bongiovanni si sta impegnando. Senza promettere niente, senza dare false illusioni. Perché anche se tante coe sono cambiate da quell’ottobre del 2018, la normativa resta la medesima.

Si è partiti da un’interpellanza di CNC, relativa alle dichiarazioni fatte relativamente al Punto Nascite di Asola dall’Assessore al Welfare Guido Bertolaso che ha aperto alla possibilità di deroga nel nosocomio mantovano. Ad illustrarla Pierluigi Pasotto. Il consigliere di minoranza ha fatto appello alla disponibilità a ridiscutere il DM70 e ancor di più al sindaco Filippo Bongiovanni che si faccia capofila, nell’assemblea dei sindaci, di una proposta che vada nel senso della riapertura.

“Un’unica proposta fatta dai sindaci è il minimo sindacale, una proposta che tenga conto degli interessi comuni. Richiamiamo l’assemblea dei sindaci ad avere un atteggiamento unitario e condiviso da proporre a quello che è attualmente una filiera di governo unitaria perché regione e Stato sono governate dalle stesse forze politiche”.

A rispondere alle sollecitazioni di CNC il primo cittadino Filippo Bongiovanni, che è partito dalla differenza tra Asola e Casalmaggiore ed ha ripercorso le tappe che hanno portato alla chiusura del Punto Nascite Casalasco. Chiuso il 31 ottobre dl 2018, tutto è partito dal 2016: “Quando il Comitato Nazionale percorso nascite aveva negato la deroga del Punto Nascite di Oglio Po che aveva richiesto Regione Lombardia per tenerlo aperto anche se erano già tre anni che non raggiungeva la soglia fatidica delle 500 nascite. Una richiesta di deroga che è stata ripresentata nell’anno seguente è che è stata rigettata dal Comitato sulla base del DM70, il famigerato che conoscete tutti e che mi corre l’obbligo di dire non è stato ancora cambiato. Quindi Regione Lombardia chiude nel 2018. Un decreto che ASST non può fare altro che applicare. Ricordo che l’assemblea dei sindaci ha fatto ricorso, anche se nel dettaglio non sono stati poi tutti i comuni a farlo. L’Assemblea dei sindaci ha fatto ricorso al TAR immediatamente, perché noi i primi contatti con l’Avvocato Rizzo cominciano subito tra luglio e agosto del 2018 per cui eravamo pronti”.

Quel ricorso non andò bene. Non fu data la sospensiva, in definitiva era andata male. Poi ancora il sindaco ha ricordato il ricorso al Consiglio di Stato nel 2019 e la sentenza definitiva del 2021 “Che purtroppo ci ha dato torto. Dire che il territorio non si è mosso o non ha affrontato politicamente la partita mi sembra non corretto”.

Poi il Covid, la chiusura di altri punti nascita, Asola e Guastalla, la chiusura di Mirandola. I punti nascita che restano sono quelli dei capoluoghi di provincia. Bongiovanni ha anche ricordato che Bonaccini, in Emilia, nonostante la battaglia e la campagna elettorale condotta anche sulla riapertura dei Punti Nascite dei Centri Montani “Al momento non è riuscito a riaprirne neanche uno”.

E ancora il problema del reperimento del personale. Al termine della ricostruzione degli eventi Bongiovanni ha spiegato quello che ha fatto nel frattempo: ”Ho contattato la direzione strategica di ASST – ha spiegato – perché è inutile fare i conti senza l’oste perché sono loro che devono metterci le risorse umane ed economiche nel caso in cui si possa ottenere una deroga. ASST ha risposto che il discorso non era campato per aria, il fatto che ci siano dei buchi è vero ed è possibile che il bacino di utenza adesso sia un po’ più rilevante rispetto a prima, ma hanno anche detto che è molto difficile perché mentre gli altri punti nascita sono stati chiusi per il Covid, per carenza di medici, ma ufficialmente i Punti Nascita sono ancora negli ospedali, qui a Oglio Po è stata decretata la chiusura”.

Con i sindaci cremonesi è stata fissata a breve una riunione in cui si affronteranno anche altre questioni ma la partita sarà sicuramente affrontata.

“Se si vuole tentare questa strada non è inutile provare. Se tutti i sindaci saranno daccordo sarà nostra cura investire l’Assessore Bertolaso della questione, se è possibile visto che c’è una carenza di Punti Nascite nei nostri territori. Sapendo che comunque non è una partita assolutamente facile. Però sicuramente un tentativo lo si fa. E’ un tentativo politico perché le carte bollate le abbiamo accantonate perché sono state assolutamente perdenti. Un po’ di frecce al nostro arco le abbiamo e quindi le useremo. Questa interpellanza la prendiamo come un buon suggerimento per poter andare avanti nella nostra battaglia, dopodiché più che il Punto Nascite ci sono altre problematiche di tutti i generi, non solo sul nostro ospedale, ma sulla sanità in genere. Noi però dobbiamo continuare a guardare al nostro ospedale. Quello che abbiamo lo dobbiamo difendere con le unghie e con i denti e sperare che nel corso degli anni possa essere implementato il numero dei medici e degli infermieri”.

Poi è stato il turno della replica di Pierluigi Pasotto: “Ringrazio il sindaco per la risposta incoraggiante, confidiamo in lei per coinvolgere i sindaci del territorio per fare un blocco unico. Per quanto riguarda gli investimenti sulla struttura sono lodevoli e vanno bene, ma converrà con me che una struttura bellissima ma priva di servizi vale relativamente poco per i cittadini. I criteri di sicurezza sarà un argomento che la prego di mettere all’attenzione dell’Assemblea dei sindaci i criteri di sicurezza, quelli che aveva garantito Gallera con i trasporti delle partorienti all’ospedale e i due casi del 2021 hanno dimostrato che così non é. Sono cambiate le condizioni rispetto al 2018 perché Asola era sub iudice, ha chiuso Guastalla e tante persone vanno a partorire fuori regione ed è un costo suppletivo per Regione Lombardia”.

Al termine ci si muoverà – anzi ci si sta già muovendo da n po’ – per cercare una possibilità. La disponibilità c’è, ed anche l’impegno. A cosa porterà è difficile ipotizzarlo, ma la volontà politica è univoca. E questa è già – di per se – una buona notizia per tutti.

Na.Co. (foto e video Alessandro Osti)

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...