Delegazione di Emmaus Italia
in Bosnia con Mario Bazzani
Accompagnata dai rappresentanti del Forum Internazionale della Solidarietà (FIS), uno dei due gruppi Emmaus presenti in Bosnia, la delegazione ha avuto modo di visitare il campo di Lipa, finanziato dall'Unione Europea, e ascoltare come sono organizzate e realizzate le attività interne
Dal 24 al 28 agosto una delegazione di Emmaus Italia è stata impegnata in una missione in Bosnia. Il gruppo era composto da dieci persone provenienti da Erba, Villafranca di Verona, Piadena, Aselogna e Firenze, tra i quali il presidente nazionale Massimo Resta, l’ex presidente di Emmaus Internazionale Renzo Fior, la Consigliera di Amministrazione di Emmaus Internazionale Maria Luisa Testori e la segretaria nazionale Pamela Bonanni.
Accompagnata dai rappresentanti del Forum Internazionale della Solidarietà (FIS), uno dei due gruppi Emmaus presenti in Bosnia, la delegazione ha avuto modo di visitare il campo di Lipa, finanziato dall’Unione Europea, e ascoltare come sono organizzate e realizzate le attività interne. Stando ai racconti, il campo pare essere un luogo di cura ma, come ha dichiarato Massimo Resta, “la realtà è che si tratta di un centro di detenzione, visto che le persone non possono uscirne”.
Ufficialmente il campo potrebbe ospitare 1559 persone, ma è di fatto impossibile sapere quante ce ne siano davvero.
È stato poi visitato il centro diurno in cui le persone migranti hanno la possibilità di consumare un pasto caldo, di provvedere alla propria igiene personale e di riposare. Si tratta della struttura di Velika Kladusa, finanziata tra 2021 e 2022 attraverso una raccolta fondi promossa da Emmaus Italia. Al momento, il Centro fornisce anche 140 pasti giornalieri alle famiglie in difficoltà di Velika.
In un paese dove le ferite della guerra sono ancora evidenti, la delegazione italiana ha potuto toccare con mano e conoscere meglio l’impegno e il servizio che il FIS rende ogni giorno a chi ha bisogno di aiuto, dagli anziani ai disabili, dalle donne vittime della tratta ai bambini che necessitano di un doposcuola e ai migranti della Rotta Balcanica. In coerenza con i valori del Movimento fondato dall’Abbé Pierre e con l’imperativo di “Servire per primo il più sofferente”.
Il viaggio è stato infine occasione per incontrare il gruppo “Nuova Generazione” di Banja Luka, dove l’attività principale consiste nell’assistenza ai minori e nella gestione di un Telefono Blu che i ragazzi possono chiamare per chiedere aiuto contro le violenze in famiglia, e in caso di difficoltà psicologica o bullismo.
L’ultima tappa del viaggio è stata Srebrenica, con visita al memoriale di Potocari e al museo del genocidio.
Sempre Massimo Resta: “Non ci sono parole per descrivere l’orrore; le vittime accertate sono oltre 8.000 ma si sta ancora cercando e analizzando i resti delle persone. In tutta la Bosnia sono state circa 200.000 le persone ammazzate. Dal canto nostro, possiamo solo parlare di Pace e continuare a divulgare e a far conoscere la storia, e le alternative concrete di nonviolenza e dialogo”.
Per il nostro gruppo hanno fatto parte della delegazione: Maria Rosa Beretta, Patrizia Santi, Mario Bazzani, Emiliano Castellucchio.
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