Caro ristoranti, Cremona
tra le province più virtuose
Se è vero che un po’ in tutta Italia quella del 2023 si candida ad essere l’estate più cara di sempre, soprattutto nell’ambito del turismo, Cremona in questo senso è in controtendenza.
Se è vero che un po’ in tutta Italia quella del 2023 si candida ad essere l’estate più cara di sempre, soprattutto nell’ambito del turismo, Cremona in questo senso è in controtendenza: come emerge da un’analisi dell’Unione Nazionale Consumatori, infatti, la nostra provincia è tra quelle in cui si sono registrati i minori rincari nei servizi di ristorazione, al quartultimo posto nella classifica nazionale, con un +2,9%. Più virtuose si sono dimostrate solo Trapani, Caserta e Terni.
L’analisi dell’associazione ha preso in esame, basandosi su dati Istat, l’inflazione di luglio, analizzando un settore che, a livello nazionale, ha fatto registrare un’inflazione del 6%. Insomma, sotto il Torrazzo e nel territorio circostante è ancora possibile sedersi ad un tavolino a mangiare un gelato, o a consumare una buona cena, senza dover fare un mutuo.
Nei servizi di ristorazione, ossia ristoranti, pizzerie, bar, pasticcerie, gelaterie, prodotti di gastronomia e rosticceria – spiega l’Unione nazionale consumatori –, la maglia nera spetta a Viterbo, dove i ristoranti rincarano del 14,5% su luglio 2022. Al secondo posto Brindisi (+12,1%), al terzo Benevento (+11,2%). Seguono Belluno, Cosenza, Messina e Olbia-Tempio (tutte a +8,5%), Trieste (+8,1%) e Massa-Carrara (+8%). Chiude la top ten Siena con +7,9%.
A livello regionale, invece, è la Puglia ad avere i ristoranti più rincarati, con +7,5% su luglio 2022, battuta solo dalla Provincia autonoma di Bolzano con +7,6%. Medaglia d’argento per il Trentino con +7%, al 3° posto il Friuli con +6,7%.”. L’Umbria è in nona posizione, con un aumentio del 6% pari a quello della media italiana.
Laura Bosio