Vai Nazza, continua a
lottare! Siamo tutti con te
C’è un Amico (e la maiuscola non è casuale) che sta compiendo, giorno per giorno, la salita più impegnativa e complessa. Lo fa con ardore, con quella passione con cui ha condito tutti i fatti della sua esistenza.
C’è un Amico (e la maiuscola non è casuale) che sta compiendo, giorno per giorno, la salita più impegnativa e complessa. Lo fa con ardore, con quella passione con cui ha condito tutti i fatti della sua esistenza. Non è la salita di qualche celebre monte durante una villeggiatura estiva, ma è quella più essenziale, più vera e più autentica che si dipana nel quotidiano cammino della vita. Quell’Amico è uno di noi, uno della nostra terra, l’Amico di tutti i giorni che possiamo incontrare nel giardino di casa, al bar o col taccuino in mano a narrare i fatti dei nostri paesi.
Quell’Amico è Nazzareno Condina, semplicemente Nazza come lo chiamano tutti quelli (e sono tanti) che lo conoscono. Chi scrive, indegnamente, queste righe lo ha conosciuto ai tempi del quotidiano “La Voce di Cremona”, nella vecchia redazione di piazza Gallina, ad ormai due passi dal Torrazzo, apprezzandone fin dal primo istante l’umanità, la discrezione, la sensibilità con cui ha sempre trattato ogni notizia, da quelle più grandi a quelle più piccole. Doti che ha saputo mettere oltre la sua comunque chiara e indiscussa professionalità, riconosciuta da tutti, anche dai cosiddetti “concorrenti”. Il filo dell’Amicizia non si è mai spezzato e, col tempo, ci si è ritrovati anche a condividere l’esperienza di Oglioponews.
Oggi Nazza sta scrivendo un nuovo articolo, il più importante, il più lungo, quello che richiede più attenzione, anche nella “punteggiatura”. Il cammino della vita gli ha riservato, in questa estate 2023, una “sorpresa”, di quelle che nessuno (bisogna dirlo) vorrebbe mai ricevere ma che, purtroppo, sono dietro l’angolo. La “sorpresa” di una malattia, di quelle toste, di quelle che si devono affrontare a muso duro, con tenacia e ardore: doti tipiche della gente del Po. Quella gente di cui Nazza, fin dal suo primo vagito, fa parte. Non ha nascosto nulla, Nazza, e ha fatto bene. Ha deciso di condividere con tutti la sua croce, senza celarla in alcun modo, senza lasciar spazio ai pettegolezzi o alle indiscrezioni di paese. L’ha messa in “prima pagina” e, da eccellente cronista, la racconta attraverso il suo profilo Facebook. Da autentico e indomito scalatore, sta facendo la sua salita, contornato dal sostegno dei tanti che, in qualsiasi modo, vogliono fargli sentire la loro vicinanza.
A lui si deve dire un Grazie molto grande, per la lezione che ci sta dando. Quante volte, subbissati dai problemi della quotidianità, ci facciamo prendere dalla rabbia o dallo sconforto per cose che, tutto sommato, non meritano tanta “considerazione”? Quante volte, tutti i giorni, diamo per scontate se non dovute le cose che facciamo regolarmente e di cui ignoriamo, evidentemente, il valore? Nazza, pur nella sofferenza e nella fatica si è messo in cattedra. E’ lì, in cattedra, non in un letto di ospedale, che sta facendo il suo articolo più bello. Quell’articolo in cui ci ricorda esattamente il valore della quotidianità. “Le piccole cose – scrive lui stesso in uno dei suoi post – la luce di golena, i fiori di campo. La Molly, le fusa dei miei gatti, lo svegliarsi la mattina nel tuo spazio. Le piante al balcone, le piccole strade di provincia, la notte quieta e la luce del computer, il lavoro che mi manca, l’odore del caffè. Sembra tutto scontato nel tempo, e non lo é. Vi giuro, niente lo é. Cogliere sempre il positivo di ogni situazione, non si smette mai di imparare neppure a 50 anni. Ciò che ci circonda, chi ci circonda ha sempre qualcosa da dire e da dare. Un abbraccio a tutti. Un passo per volta, e vediamo cosa questa vita ha ancora la capacità di dare, e di dire”. Sempre lui in un altro post scrive “Non dimenticate mai che ogni cosa, anche la più piccola su questa terra ha probabilmente un senso, al di là di quel che riusciamo a comprendere” così come evidenzia che “A volte basta tendere le mani, pensare ed unire cuori pulsanti”.
Grazie allora, Nazza, di insegnarci in modo così reale, bello e vero il valore della quotidianità, delle piccole cose, di tutto quel che ci circonda. Grazie per aver avviato, con la tua solita forza, un nuovo progetto insieme a suor Maria. Insegnaci a compiere ogni passo, anche le piccole salite, come quelle grandi, tenendo sempre fisso lo sguardo sul senso del quotidiano, mai dovuto e mai scontato.
Grazie di essere non solo Amico ma Maestro, anche da lontano, anche con poche righe sui social. Quei social che assumono valore proprio quando si leggono queste lezioni, mentre tante altre cose sarebbero da scartare.
Nel nostro piccolo, ognuno di noi, i tuoi lettori, i tuoi amici, la tua famiglia, i tuoi gatti, i tuoi colleghi, il tuo e nostro fiume cercheranno di rendere meno difficile questa salita e di spingerti in avanti qualora dovessi avere qualche piccola pausa. Ricordandoci, e ricordando anche a te, quanto affermava lo scrittore francese Georges Bernanos, nella pagina finale del suo “Il diario di un curato di campagna” e cioè che «Tutto è grazia!».
Eremita del Po, Paolo Panni
e tutta la redazione di OglioPoNews