CNC attacca Bongiovanni e Ruberti:
"Scarsa trasparenza e atti monchi"
“E’ un fatto grave - sottolinea Daina - che sottolinea come sindaco e presidente del consiglio tendano ad evitare problemi, cercando di bloccarli sulla porta. Continuiamo a non capire perché il consiglio comunale, luogo in cui servirebbero chiarezza e trasparenza a disposizione di tutti i cittadini, non venga considerato dalla maggioranza come luogo di confronto".
Non è entrato nuovamente in consiglio comunale a Casalmaggiore il tema della nuova farmacia di Casalbellotto, ma Casalmaggiore la Nostra Casa – coi consiglieri Pierluigi Pasotto, Mario Daina e Valentina Mozzi – ha voluto riportare l’attenzione sul tema con una conferenza stampa specifica. In particolare la conferenza ha rimarcato un modus operandi da parte del comune definito scorretto dalla minoranza, tanto che da parte del gruppo è stato presentato anche un ricorso proprio per evidenziare alcuni passaggi ritenuti poco trasparenti.
“La premessa – ha detto Daina – è che abbiamo fatto richiesta di accesso agli atti per saperne di più sulla nuova sede di AFM a Casalmaggiore: chiedevamo il contratto di locazione firmato il 28 aprile 2023 e la possibilità di accedere all’ex sede dismessa per verificare se effettivamente la stato dell’immobile fosse fatiscente. Il sindaco ci ha però fornito dati incompleti, nascondendo le generalità dei locatari della Farmacia e ci ha proibito di fare sopralluoghi perché a suo dire non spettavano a noi”.
A quel punto CNC con il consigliere Fabrizio Vappina, avvocato di professione, ha proposto un ricorso sulla base dell’ex articolo 21 comma 8 del regolamento del consiglio comunale. “Qui veniva spiegato cosa un consigliere può chiedere e cosa gli deve essere dato – ha detto Pasotto -. Il ricorso doveva essere votato e discusso in consiglio comunale ma il presidente del consiglio Pierfrancesco Ruberti ci ha garantito che i dati mancanti sarebbero stati forniti e che dunque non serviva andare in consiglio comunale. Personalmente ho spiegato che passare in consiglio poteva fornire una informativa a tutti i consiglieri davanti ai cittadini di Casalmaggiore, spiegando una volta per tutte quali siano le possibilità di accesso agli atti di un consigliere per l’attività amministrativa del comune e delle sue municipalizzate. Nella capigruppo questa possibilità ci è stata negata dalla maggioranza e anche dal consigliere Fomiatti del Listone e così del ricorso in consiglio non si è parlato”.
“E’ un fatto grave – sottolinea Daina – che sottolinea come sindaco e presidente del consiglio tendano ad evitare problemi, cercando di bloccarli sulla porta. Continuiamo a non capire perché il consiglio comunale, luogo in cui servirebbero chiarezza e trasparenza a disposizione di tutti i cittadini, non venga considerato dalla maggioranza come luogo di confronto. Peraltro la maggioranza avrebbe, appunto, i numeri per fare passare eventualmente il proprio pensiero ai voti, dunque che timore c’era?”.
A chiudere il discorso Valentina Mozzi, che ha riportato un episodio personale. “Quando parliamo di scarsa trasparenza, intendiamo attaccare anche il metodo di convocazione dei consigli comunali. Quasi sempre si convocano col limite minimo di legge di cinque giorni e per studiare i documenti noi della minoranza abbiamo 2-3 giorni al massimo, dunque partiamo con un grande svantaggio. Ma c’è di più: ho scritto una Pec a Ruberti, il quale ora dovrà rispondermi, lamentando il fatto che – con la mia professione (Mozzi fa l’infermiera e prendere un permesso significa mettere in crisi il nosocomio nel quale lavora, ndr) – vorrei conoscere un po’ prima la data di convocazione della seduta. Nell’ultima occasione avevano ipotizzato il 27 luglio, poi hanno convocato il consiglio il 28, quando ero di turno. Così non vengo messa nelle condizioni di esercitare il mio ruolo: non si chiede la luna, basterebbe un po’ di buona volontà”.
G.G.