Cronaca

Pepito Rossi lascia il calcio: fu
scoperto da Carlo Sante Gardani

Una carriera, come detto, spesso frenata dagli infortuni. Un campione che appende le scarpe al chiodo ma quel che ci preme rimarcare - da Casalaschi ed avendo vissuto da 30enni quelle incredibili stagioni del Parma - è che la carriera lunghissima di Pepito (il soprannome glielo aveva dato Bearzot, avvicinandolo a Pablito Rossi) iniziò proprio da qui

In foto Giuseppe Pepito Rossi e Carlo Sante Gardani

In questi giorni si è definitivamente ritirato dal calcio uno dei talenti scoperti da Carlo Sante Gardani. Aveva 12 anni Giuseppe Pepito Rossi – quando – nel 1999 – il Parma decise di legarlo al proprio settore giovanile in quella fucina di campioni che aveva proprio nel dirigente casalasco il suo perno e la sua guida. Minuto di fisico, un po’ come Alessandro Rosina, altro incredibile talento con radice comune, ma non altrettanto fortunato in quanto a tenuta fisico atletica. “Rossi – spiegava nel 2018 ad un quotidiano lo stesso Carlo – essendo italo-americano, veniva a fare una scuola estiva insieme all’allenatore della primavera del Parma. Veniva dal New Jersey e aveva questi periodi di apprendimento tecnico. Lo abbiamo seguito, visto in Italia, ma peccato per gli infortuni che lo hanno messo sempre in difficoltà e non fatto esplodere del tutto”. C’è un aneddoto particolare della carriera di Pepito che fa ancor di più capire quanto l’italo americano fosse legato allo scopritore di talenti casalasco. Nel 20 ottobre 2013 ci fu un Fiorentina Juventus terminato 4 a 2 per i viola. Autore di tre dei 4 goal fu proprio Pepito. Fu la Gazzetta dello Sport allora a chiamare Carlo Sante Gardani per fare una pagina sulla storia del mancino che aveva domato i bianconeri. Carlo, con il giornalista, aveva avuto modo di ripercorrere quegli esordi, di raccontare come era stato possibile intuire, a soli 12 anni, le potenzialità di quel combattente. Quell’intervista poi, per scelte editoriali fatte in seguito, non fu mai pubblicata. Il dirigente Casalasco non lo diede mai a vedere, ma quell’episodio se lo portò dentro. Manchester, Newcastle, Parma, Villareal, Fiorentina, Levante, Celta Vigo, Genoa, Real Salt Lake, Spal. Giuseppe Rossi ha vestito anche (dall’Under 16 alla nazionale maggiore) la maglia azzurra. Una carriera, come detto, spesso frenata dagli infortuni. Un campione che appende le scarpe al chiodo ma quel che ci preme rimarcare – da Casalaschi ed avendo vissuto da 30enni quelle incredibili stagioni del Parma – è che la carriera lunghissima di Pepito (il soprannome glielo aveva dato Bearzot, avvicinandolo a Pablito Rossi) iniziò proprio da qui. Dal fiuto e dall’intuizione di un dirigente come pochi che riuscì a creare a Parma un progetto e un modello unico. Un Casalasco barbuto che manca al mondo del calcio e al mondo degli uomini. Un casalasco – Carlo Sante Gardani – da ricordare.

N.C.

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