Cronaca

Asola, giornata formativa SAI
nella cooperativa Santa Lucia

Comprendere il contesto culturale di origine del migrante, per imparare ad accompagnare senza sostituirsi all’altro, è stato il messaggio più forte emerso dall’incontro. Lo scopo ultimo è che ogni persona che sia costretta a subire le difficili esperienze legate alla migrazione torni a sentirsi protagonista della propria esistenza nelle proprie scelte.

Venerdì 7 luglio, la Cooperativa sociale Santa Lucia ha ospitato ad Asola, nella sua sede, un corso di formazione dedicato all’equipe del SAI di Piadena Drizzona. Il SAI di Piadena Drizzona – Sistema di accoglienza e integrazione promosso dal Ministero dell’Interno e da ANCI – è diretto dal servizio Equité di Cooperativa Santa Lucia, per conto di 8 Comuni della provincia di Cremona. Gli enti locali fanno sistema per realizzare quotidianamente progetti di accoglienza, inclusione e inserimento al lavoro, finanziati dal Fondo Nazionale per le Politiche e i Servizi dell’Asilo.

Comprendere il contesto culturale di origine del migrante, per imparare ad accompagnare senza sostituirsi all’altro, è stato il messaggio più forte emerso dall’incontro. Lo scopo ultimo è che ogni persona che sia costretta a subire le difficili esperienze legate alla migrazione torni a sentirsi protagonista della propria esistenza nelle proprie scelte.

Con l’aiuto di esperti, gli 11 partecipanti – operatori sociali e mediatori linguistico-culturali collaboratori del SAI – hanno approfondito il tema dell’approccio corretto che l’operatore deve tenere verso il beneficiario, nella maggior parte dei casi la persona migrante forzato, partendo dalle difficoltà rilevate da chi si affaccia a questa professione.

Markèta Hulitovà, responsabile del servizio all’immigrazione Equité per Cooperativa Santa Lucia e direttrice del SAI Piadena Drizzona, ha fatto notare infatti che “uno dei più grandi scogli che i giovani operatori alla prima esperienza devono affrontare è quello dell’aspettativa verso la persona che hanno di fronte, che deve essere sempre adeguata alla sua storia e al suo vissuto, per evitare di generare reciproca frustrazione e di creare distanza tra chi necessita di supporto e chi sta cercando di darlo”.

La giornata formativa è iniziata con un intervento a cura di Markèta Hulitovà e Giorgio Cavicchioli, psicologo, docente, esperto in psicodinamica dei gruppi e supervisore psicologico dell’equipe multidisciplinare del SAI. Al centro la definizione dei ruoli, dei compiti e del setting, cioè l’ambiente e la modalità in cui si svolge il colloquio con il beneficiario, affinché sia il più proficuo possibile.

A seguire, una lezione dedicata al lavoro di gruppo con e per i beneficiari che affrontano un percorso di integrazione, a cura di Benedetta Bottura, psicologa, psicoterapeuta a orientamento transculturale, consulente psicologica collaboratrice del SAI, e un approfondimento sullo stress emotivo e la gestione dell’emergenza, ancora a cura di Giorgio Cavicchioli. Il pomeriggio è stato dedicato ad attività laboratoriali, con casi specifici e strumenti utili per gli operatori.

redazione@oglioponews.it

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...