Cronaca

Coldiretti, nel cremonese stalle
in trincea contro caldo estremo

Nelle stalle da latte – precisa Coldiretti Lombardia - le mucche stanno producendo fino al 10% in meno rispetto ai periodi normali, a causa delle alte temperature. Il loro clima ideale infatti – continua Coldiretti Lombardia – è fra i 22 e i 24 gradi, mentre oltre questo limite mangiano poco, bevono molto e producono meno latte.

“Abbiamo acceso le ventole per l’areazione ed è attiva anche la nebulizzazione di acqua fresca sugli animali. Con l’arrivo del gran caldo, è essenziale intervenire per garantire il benessere degli animali. Interveniamo anche ritoccando la razione alimentare: abbiamo aggiunto un integratore a base di potassio per aiutare le nostre mucche ad affrontare le fasi più calde”. Così Emma Ghidoni, giovane allevatrice di Izano, riassume l’impegno degli allevatori, alle prese con Caronte, l’anticiclone africano che sta investendo l’Italia da Nord a Sud con temperature anche oltre i 40 gradi.

Negli allevamenti del territorio – sottolinea Coldiretti Cremona – all’arrivo del gran caldo sono scattate tutte le contromisure: ventilatori, doccette e sistemi di raffrescamento sono attivi. Nelle stalle da latte – precisa Coldiretti Lombardia – le mucche stanno producendo fino al 10% in meno rispetto ai periodi normali, a causa delle alte temperature. Il loro clima ideale infatti – continua Coldiretti Lombardia – è fra i 22 e i 24 gradi, mentre oltre questo limite mangiano poco, bevono molto e producono meno latte.

“La ventilazione in allevamento è fondamentale ed è in attività già da settimane. Così come le doccette: assicurano un po’ di refrigerio agli animali. L’acqua le raffresca e poi, evaporando, toglie calore alla pelle” testimonia Roberto Agazzi, che a Formigara alleva 150 vacche in lattazione. “D’estate c’è anche una particolare attenzione alla razione. Viene alleggerita, favorendo la presenza di fibra e aumentando la presenza di potassio. Utilizziamo anche foraggi che risultano più appetibili, come l’insilato di frumento, cercando così di invogliare le vacche a mangiare, a non perdere l’appetito”.

“Caldo e afa rappresentano per gli animali un grande problema, sia dal punto di vista della loro salute che dal punto di vista delle produzioni di latte – aggiunge Giovanni Mazzetti, allevatore di Soncino –. Come allevatori abbiamo investito in nuovi sistemi di raffrescamento, dalle doccette ai sistemi di ventilazione, per cercare di dare agli animali il massimo confort possibile durante l’estate. Interveniamo inoltre sulla razione alimentare, con prodotti più adatti all’estate, così da favorire una buona ingestione da parte egli animali”. Anche per Mazzetti “a causa dell’afa si registra un calo di produzione, intorno a -10% di latte prodotto”.

Il grande caldo ha investito l’Italia in un 2023 che – spiega Coldiretti – si classifica fino ad ora in Italia nella top ten degli anni più caldi di sempre con una temperatura superiore di 0,43 gradi la media storica, secondo l’analisi della Coldiretti sui dati Isac Cnr nel primo semestre del 2023. E per il nord Italia, dove si concentrano gli eventi estremi dell’ultima settimana, si è trattato – precisa Coldiretti – del terzo anno più caldo, con l’anomalia del periodo che è stata di ben +0,80 gradi superiore la media. Si conferma dunque anche quest’anno la tendenza al surriscaldamento in Italia, dove la classifica degli anni più roventi negli ultimi due secoli si concentra nell’ultimo decennio e comprende nell’ordine il 2022, il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020.

redazione@oglioponews.it

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...