Automazione in agricoltura,
un'analisi obiettiva nel report Fao
Il rapporto identifica le aree chiave per gli interventi politici e gli investimenti per garantire che l'automazione agricola contribuisca allo sviluppo inclusivo e sostenibile.
La FAO ha prodotto un ampio e completo rapporto sul tema dell’automazione in agricoltura che presenta un esame obiettivo e approfondito sull’argomento, demistificando i miti infondati che la circondano e suggerendo modi per adottare l’automazione agricola in diversi contesti nazionali e locali, tenendo anche conto degli aspetti di ordine occupazionale e quindi sociale. Il rapporto identifica le aree chiave per gli interventi politici e gli investimenti per garantire che l’automazione agricola contribuisca allo sviluppo inclusivo e sostenibile perché l’automazione agricola deve contribuire a sviluppare un settore agricolo più produttivo ma anche più sostenibile e resiliente.
La FAO studia questo argomento da decenni. Quello che vediamo oggi non è altro che l’evoluzione di un lungo processo di cambiamento tecnologico in agricoltura che ha subito un’accelerazione negli ultimi due secoli. Questo processo ha aumentato la produttività, ridotto la fatica nel lavoro agricolo, liberato manodopera per altre attività e, infine, migliorato i mezzi di sussistenza e il benessere umano. I macchinari e le attrezzature sono migliorati e talvolta hanno assunto i tre passaggi chiave coinvolti in qualsiasi operazione agricola: diagnosi, processo decisionale e prestazioni. L’evoluzione storica presenta cinque categorie tecnologiche: l’introduzione di utensili manuali; l’uso della trazione animale; meccanizzazione motorizzata dal 1910; l’adozione di apparecchiature digitali dal 1980; e, più recentemente, l’introduzione della robotica. E prossimamente sarà, presumibilmente l’era della Intelligenza Artificiale.
Le più recenti tecnologie digitali e robotiche consentono la graduale automazione anche della diagnosi e del processo decisionale. Questa evoluzione è in corso, ma non tutti i produttori agricoli in tutti i paesi si trovano allo stesso stadio. E’ vero che vi sono diffuse preoccupazioni circa i possibili impatti socioeconomici negativi del cambiamento tecnologico che consente di risparmiare manodopera, in particolare lo spostamento di posti di lavoro e la conseguente disoccupazione. Tali timori risalgono almeno all’inizio del diciannovesimo secolo. Tuttavia, guardando indietro, il timore di un’automazione che lasci necessariamente le persone senza lavoro su vasta scala non è confermato dalla realtà storica. Questo perché l’automazione in agricoltura fa parte del processo di trasformazione strutturale delle società in cui l’aumento della produttività del lavoro agricolo rilascia gradualmente i lavoratori agricoli, consentendo loro di entrare in attività redditizie in altri settori come l’industria e i servizi. Durante questa trasformazione, la quota della popolazione occupata in agricoltura diminuisce naturalmente, mentre i posti di lavoro vengono creati in altri settori. Questo fenomeno è generalmente accompagnato da cambiamenti all’interno dei sistemi agroalimentari, in cui i settori a monte e a valle si evolvono, creando nuovi posti di lavoro e nuove opportunità imprenditoriali. Per questo motivo, è essenziale riconoscere che l’agricoltura è una parte fondamentale di sistemi agroalimentari più ampi.
Il rapporto evidenzia i potenziali benefici dell’automazione agricola che sono molteplici e in grado di contribuire alla trasformazione dei sistemi agroalimentari, rendendoli più efficienti, produttivi, resilienti, sostenibili e inclusivi. L’automazione può aumentare la produttività del lavoro e la redditività in agricoltura. Può migliorare le condizioni di lavoro dei lavoratori agricoli. Può generare nuove opportunità imprenditoriali nelle zone rurali, che possono essere particolarmente attraenti per i giovani rurali. Può aiutare a ridurre le perdite alimentari e migliorare la qualità e la sicurezza dei prodotti. Può anche portare benefici in termini di sostenibilità ambientale e adattamento ai cambiamenti climatici. Le recenti soluzioni che coinvolgono l’agricoltura di precisione e l’adozione di attrezzature su piccola scala – spesso più adatte alle condizioni locali rispetto alla meccanizzazione motorizzata con macchinari pesanti – possono migliorare sia la sostenibilità ambientale che la resilienza agli shock climatici e di altro tipo. Grazie a questi numerosi vantaggi, l’automazione agricola può anche contribuire al raggiungimento di molti obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG).
Tuttavia, i rischi e i problemi associati all’automazione agricola sono riconosciuti anche in questa relazione. Come per ogni cambiamento tecnologico, l’automazione in agricoltura implica l’interruzione dei sistemi agroalimentari. Se l’automazione è rapida e non è allineata con le condizioni socioeconomiche e del mercato del lavoro locali, ci può effettivamente essere uno spostamento di manodopera – il risultato comune che deve essere evitato. Inoltre, l’automazione può aumentare la domanda di manodopera altamente qualificata, riducendo al contempo la domanda di lavoratori non qualificati. Se i grandi produttori agricoli hanno un accesso più facile all’automazione rispetto ai produttori più piccoli, l’automazione rischia di esacerbare le disuguaglianze, e questo deve essere evitato a tutti i costi.
Se non ben gestita e adatta alle condizioni locali, l’automazione, in particolare la meccanizzazione basata su macchinari pesanti, può compromettere la sostenibilità agricola. Questi rischi sono reali e sono riconosciuti e analizzati. Tuttavia, dire no all’automazione non è la strada da seguire. La FAO crede veramente che senza progresso tecnologico e aumento della produttività, non ci sia alcuna possibilità di sollevare centinaia di milioni di persone dalla povertà, dalla fame, dall’insicurezza alimentare e dalla malnutrizione. Rifiutare l’automazione può significare condannare i braccianti agricoli a un futuro di produttività perennemente bassa e scarsi rendimenti per il loro lavoro. Ciò che conta è come il processo di automazione viene eseguito nella pratica, non se avviene o meno. Dobbiamo garantire che l’automazione avvenga in modo inclusivo e promuova la sostenibilità. La FAO condivide il concetto di cambiamento tecnologico responsabile per rendere l’automazione agricola un successo. Che cosa comporta? In primo luogo, l’automazione agricola deve essere parte di un processo di trasformazione agricola che si svolge in parallelo, facilita ed è facilitato da cambiamenti più ampi nella società e nei sistemi agroalimentari. Per questo, è essenziale che l’adozione dell’automazione risponda a necessità reali. Pertanto, le tecnologie di risparmio di manodopera possono favorire il processo di trasformazione agricola se rispondono alla crescente scarsità di manodopera e all’aumento dei salari rurali. D’altra parte, se gli incentivi per l’adozione dell’automazione o di specifiche tecnologie di automazione sono creati artificialmente, ad esempio attraverso sussidi governativi – in particolare in contesti in cui la manodopera è abbondante – l’adozione dell’automazione può essere altamente dirompente con impatti negativi sul mercato del lavoro e socioeconomici. Tuttavia, è anche importante che le politiche governative non inibiscano l’automazione, in quanto ciò potrebbe portare a condannare i produttori agricoli e i lavoratori a un futuro di produttività e competitività perennemente basse. Il rapporto FAO sostiene che il ruolo appropriato del governo sia quello di creare un ambiente favorevole per facilitare l’adozione di soluzioni di automazione adeguate, piuttosto che incentivare direttamente soluzioni specifiche in contesti in cui potrebbero non essere appropriate, o inibire l’adozione dell’automazione in qualsiasi modo.
Per coerenza con gli SDG, l’automazione deve essere inclusiva. Deve offrire opportunità a tutti, dai piccoli produttori alle grandi aziende agricole commerciali, nonché a categorie specifiche come le donne, i giovani e le persone con disabilità. Le barriere all’adozione devono essere superate. Rendere disponibili soluzioni tecniche adeguate per tutte le categorie di produttori significa rendere le tecnologie neutre in termini di scala, ossia renderle adatte ai produttori di tutte le scale o accessibili a tutti attraverso meccanismi istituzionali come i servizi condivisi.
Sviluppare competenze digitali attraverso l’istruzione e la formazione è essenziale anche per facilitare l’adozione ed evitare divari digitali basati su conoscenze e competenze diseguali. Per migliorare la sostenibilità ed essere veramente inclusive e trasformative, le soluzioni di automazione devono essere adattate al contesto locale, in termini non solo delle caratteristiche dei produttori, ma anche delle condizioni biofisiche, topografiche, climatiche e socioeconomiche locali.
Conclude la FAO che la soluzione tecnologica più avanzata non è necessariamente la più appropriata ovunque e per tutti. Come dimostrano le prove presentate. In alcune situazioni, tecnologie semplici come piccoli macchinari e persino attrezzature portatili possono portare a vantaggi sostanziali per i piccoli produttori e consentire la produzione su terreni collinari. Ci sono anche situazioni in cui i produttori possono essere in grado di saltare direttamente a soluzioni tecnologiche più avanzate. E’ essenziale però che i produttori agricoli stessi scelgano le tecnologie più adatte alle loro esigenze, mentre i governi devono creare le condizioni ambientali più favorevoli che consentano loro di farlo.
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