Cultura

Patagonia, ci siamo! Il film
scritto da Favagrossa a Locarno

“La prima volta che ho visto Patagonia, finalmente finito, è stato sconvolgente per me, ho provato una emozione fortissima nel vedere finalmente tradotta in opera la fatica mia e dei miei compagni di viaggio, di un anno e più lavoro". GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

Tommaso Favagrossa, classe ’94, laurea breve in filosofia, laureando in lettere e diplomato in sceneggiatura cinematografica, partecipa al concorso internazionale della 76esima edizione del Locarno Film Festival col suo primo lungometraggio “Patagonia”, regia Simone Bozzelli, montaggio Christian Marsiglia. Tommaso, appassionato di teatro fin da giovanissimo, capisce crescendo di amare maggiormente le quinte, “lo stare dietro” così, dopo la laurea breve in filosofia supera le non facili selezioni ed entra all’ Accademia di Cinema a Roma da cui, dopo tre anni di studio e duro lavoro, ne esce sceneggiatore. La scrittura diventa il suo terreno di contatto, il filo che lo collega alla scrittura di corti e oggi di un film.

Le storie, che traggono spunto dalla realtà, sono sue, sono elaborazioni di imput che gli vengono dall’osservazione attenta, sono la visione grandangolare della natura umana e della vita. Durante gli anni di accademia, con alcuni compagni di corso, si crea un team di collaborazione, in special modo con Simone Bozzelli che si occupa di regia e con Christian Marsiglia abile nel montaggio. Nascono due cortometraggi J’ADOR, primo premio a Venezia nella sezione corti, e GIOCHI vincitore del Torino Film Festival. È grazie a queste opere che la casa di produzione cinematografica e televisiva WILDSIDE del gruppo Fremantle, per intenderci quella che ha prodotto le Otto Montagne, commissiona loro un lungometraggio. Inizia un periodo di lavoro, ricerca, emozioni, pressione, ansia, gioia, fatica ripagati oggi da un riconoscimento decisamente importante. Il tempo di scrittura va da giugno 2021 ad aprile 2022, con un full immersion nei luoghi dell’ambientazione assieme al regista, poi circa cinque settimane di riprese e infine il montaggio.

Patagonia è ambientato in Abruzzo ed è il frutto di una sorta di studio antropologico, uno spaccato di vita vera il cui risultato riconduce a temi imperituri quali l’amicizia, l’amore, la libertà. La storia narra di Yuri, ragazzo ventenne che vive, con l’anziana zia, una vita ovattata nel grembo di un piccolo paese abruzzese che è tutto il suo mondo. Ad una festa di compleanno incontra Agostino, animatore girovago e incantatore di bambini, che gli promette l’indipendenza di cui Yuri ancora non sapeva di avere bisogno. Sognando la libertà, metaforicamente simboleggiata dalla Patagonia, i due si avventurano in un viaggio di autodeterminazione che si trasformerà in un delirio di controllo e prigionia, in una dipendenza che diventa senso di appartenenza, in una libertà che ha la sua ragione d’essere in uno spazio delimitato. Tommaso ha un atteggiamento decisamente umile ma la felicità, dopo mesi di fatica e pressione, trapela come un lampo, come la potenza del sole quando entra a forza da una finestra spalancata.

“La prima volta che ho visto Patagonia, finalmente finito, è stato sconvolgente per me, ho provato una emozione fortissima nel vedere finalmente tradotta in opera la fatica mia e dei miei compagni di viaggio, di un anno e più lavoro. Sono soddisfatto del riconoscimento e lo sono del film che ci rispecchia e rispetta in toto le nostre intenzioni. Gli attori, due giovani emergenti, hanno risposto alle aspettative e posso dire in gergo che “spaccano”. Ora la soddisfazione lascia il posto alla speranza che venga accolto dal pubblico e di passare presto alla realizzazione del secondo. Pongo però la massima attenzione a non cadere nell’errore di dire sì a tutte le proposte, cosa che spesso accade agli emergenti, meglio un incarico alla volta che sia quello giusto per me. Il mondo del cinema non è facile ed è sovraffollato, non si deve lasciare troppo spazio all’entusiasmo se arrivano tanti ingaggi, bisogna saper scegliere. La creazione di un film si forma dal soggetto, dalla storia, dalla narrazione poi la si divide in momenti, in scene fino ad arrivare ai dialoghi, quindi al copione. Questo è solo l’inizio del lavoro a cui seguono ambientazione, scenografia, costumi, fotografia, colonna sonora, montaggio ecc. quindi quando si accetta un lavoro si deve essere consapevoli dell’impegno che comporta”.

Non si è montato la testa Tommaso, rimane coi piedi per terra e parallelamente al cinema continua gli studi in lettere perché ama anche insegnare. La Patagonia, cantata da Neruda, Borges, Saint Éxupéry, Theroux, Chatwin, Sipulveda e tanti altri, simbolo di apertura, di grandi spazi e di conquista, metafora di estremo limite, del Sud associato a Libertà, sta, con tutti i suoi significati, nell’anima attenta di Tommaso, che sa tradurre in scrittura cinematografica le piccole grandi verità umane. Il film sarà presentato in agosto a Locarno e uscirà al cinema in settembre.

Regia: Simone Bozzelli
Sceneggiatura: Tommaso Favagrossa
Cast: Andrea Fuorto, Augusto Mario Russi, Elettra Dallimore Mallaby, Alexander Benigni
Fotografia: Leonardo Mirabilia
Montaggio: Christian Marsiglia
Scenografia: Maura Vanzati
Costumi Andrea Cavalletto
Musica: Leone Ciocchetti, Daniele Guerrini
Produttore: Mario Gianani, Lorenzo Giangarossa
Produzione e Distribuzione: Wildside, Vision Distribution, Rai Cinema, Sky

Giovanna Anversa

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