Cronaca

Esplosione in via Cavour, Irene
Ghezzi: "Per me solo silenzi"

"Io posso solo parlare della mia situazione: ho una disabilità grave e ho un’auto attrezzata. La mia auto era parcheggiata proprio sotto il palazzo e ne è uscita con la carrozzeria distrutta, 9700 euro di danni che, fortunatamente ha pagato in larga parte la mia assicurazione avendo la polizza kasko"

Il 18 giugno di un anno fa via Cavour a Casalmaggiore e tutta la città vissero un momento particolarmente tragico. Un’esplosione di una bombola di gas in un appartamento dell’ex stabile dell’asilo Chiozzi causò due ferite in modo serio. Una delle due donne gravemente ustionate in quella deflagrazione Elizabeth Acheampong, di 68 anni, si era poi spenta all’ospedale Niguarda di Milano a distanza di tre giorni dall’incidente. Una vicenda sulla quale sarà la giustizia a fare definitivamente luce e ad individuare responsabilità.

In quell’incidente non ci fu solo la morte di Elizabeth, di certo l’evento più grave, ma tutta una serie di danni collaterali che ancora attendono giustizia. Irene Ghezzi, con disabilità seria ed auto attrezzata per spostamenti lavorativi e non, in quell’esplosione subì gravi danni alla propria autovettura. Irene chiede giustizia perché al momento, i soldi per la sua auto li ha messi lei, e l’assicurazione sua personale.

Ovviamente – ci racconta Irene – il pensiero va a chi in quella esplosione ha perso la vita o è rimasto gravemente ferito, nessuna cifra compensa un’esistenza perduta e tanto dolore. Saranno i tribunali a stabilire le colpe, non è certo mio compito individuare le responsabilità. Io posso solo parlare della mia situazione: ho una disabilità grave e ho un’auto attrezzata. La mia auto era parcheggiata proprio sotto il palazzo e ne è uscita con la carrozzeria distrutta, 9700 euro di danni che, fortunatamente ha pagato in larga parte la mia assicurazione avendo la polizza kasko“.

Il rimborso, come capita per le auto non più nuove, purtroppo è avvenuto solo in parte. Per il meccanismo contrattuale (franchigia e degrado), Irene ha dovuto pagarsi il danno residuo di tasca propria. “Per riavere la mia auto ho dovuto sborsare 2790 euro e sappiamo quante spese in più abbia una persona con disabilità. Per due mesi ho dovuto dipendere da tutti per i miei spostamenti. Io vivo a Fossacaprara e, fortunatamente, il mio datore di lavoro mi ha concesso lo smart working. Ho attivato la tutela legale per poter almeno ricevere le perizie tecniche come parte lesa ma al momento non ci sono ancora state rilasciate. L’inchiesta è tutt’ora aperta“.

In Irene, donna comunque sempre determinata e combattiva, resta l’amarezza: “Quello però che mi amareggia è il totale disinteresse verso i danneggiati da parte della Fondazione Per L’Assistenza Ai Minori proprietaria dell’immobile, una fondazione legata alla Chiesa che in questo anno non si è mai fatta sentire nonostante sapessero del mio stato di fragilità. Proprio non mi aspettavo questo atteggiamento da chi predica la carità e l’aiuto verso i più deboli. Con questo ci tengo a sottolineare che non sto incolpando la Fondazione dell’evento, semplicemente penso che avrebbero potuto almeno rispondere alle PEC inviate dal mio legale e magari valutare l’attivazione della tutela assicurativa verso terzi che sicuramente hanno. Ripeto, sarà il tribunale ad accertare le responsabilità ma mi aspettavo quantomeno una risposta, o una parola di vicinanza. Che non ho avuto”.

N.C.

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