Autosalone Capelli, portato
il carico di solidarietà a Forlì
Scaricato il van, che oltre ai prodotti richiesti portava un bancale di birra e messaggi scritti di incoraggiamento, i tre si portano verso il centro, quartiere Romiti di cui via Bologna è una delle più colpite
Il van messo a disposizione dall’autosalone Capelli è partito come previsto il giorno 6 giugno ed è arrivato a Forlì full loaded di merce per i fratelli alluvionati. Prodotti e materiali tutti offerti da privati, dalla nostra gente, quella della della bassa, che ben sa cosa vuol dire un fiume in piena, e dal buon cuore di Luisa Sartori e delle sue ginnaste a cui va un grazie di cuore; alla guida Vittorio Piani, responsabile vendite di Capelli Automobili accompagnato dalla sua ragazza Elisa Lodi Rizzini e dalla fotografa Antonella Pizzamiglio. Più che un resoconto è un racconto carico di emozione quello che rilascia Vittorio, la storia di una esperienza mossa da una tragedia e carica di umanità. Arrivati al Pala UniEuro di Forlì rimangono colpiti dall’accoglienza, dall’organizzazione, dalle persone impegnate a darsi da fare senza sosta, militari, Protezione Civile, Croce Rossa, Associazioni e Volontari in genere. Scaricato il van, che oltre ai prodotti richiesti portava un bancale di birra e messaggi scritti di incoraggiamento, i tre si portano verso il centro, quartiere Romiti di cui via Bologna è una delle più colpite. Inizia a passare davanti ai loro occhi uno scenario di desolazione e fango, un enorme parcheggio gremito di auto schiacciate e coperte dalla melma e dai detriti che l’acqua ha portato con sé nella sua folle corsa, una spianata di lamiere morte come morta deve essere l’anima di quella povera gente che in meno di un giorno ha perso tutto. Case che portano, come una cicatrice, il segno fin dove l’acqua è arrivata, strade dove i soli mezzi che hanno accesso sono militari o della Croce Rossa e se ci passi a piedi hai la sensazione di percorre le vie di una città fantasma, di un luogo che fu. C’è chi appende cartelli in cui si dichiara disponibile ad acquistare le auto alluvionate, chi comincia a contare i danni e chi ringrazia i volontari giunti da tutta Italia, isole comprese. È una corsa contro il tempo, dicono gli addetti della Croce Rossa, una corsa per liberare interi paesi e intere città dal fango prima che indurisca troppo o prima che piova ancora. Duplice dunque l’emozione, da una parte l’angoscia davanti alla distruzione, alla desolazione, al disastro dall’altra l’orgoglio di essere parte di un popolo che, quando il bisogno chiama, dimentica nord e sud, schieramenti, ideologie e religioni, se non per pregare, e corre in aiuto da ogni dove portando con sé una bandiera sola: quella della solidarietà. Grazie ancora a chi c’è stato, a chi è partito il giorno dopo e chi partirà ancora per la Romagna, terra ferita che tutti amiamo, terra di gente che sa tener botta.
“Nera che porta via che porta via la via / Nera che non si vedeva da una vita intera così dolcenera nera
Nera che picchia forte che butta giù le porte. Nu l’è l’aegua ch’à fá baggiá Imbaggiâ imbaggiâ
Nera di malasorte che ammazza e passa oltre / Nera come la sfortuna che si fa la tana dove non c’è luna luna / Nera di falde amare che passano le bare. Âtru da stramûâ / Â nu n’á â nu n’á” (FABER)
Giovanna Anversa (Foto: Antonella Pizzamiglio)