Cronaca

Colonnello Luigi Regni, sono due
i riconoscimenti (più che meritati)

In occasione della Festa della Repubblica del 2 giugno, invece, a Reggio Emilia, ha ricevuto dal nuovo prefetto di Reggio Emilia Maria Rita Cocciufa il Diploma dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, a firma del presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Il Casalasco sempre nel cuore. Il colonnello Luigi Regni, per diversi anni comandante della compagnia carabinieri di Casalmaggiore prima di passare a quella quasi dirimpettaia di Guastalla, ha le terre di fiume, quelle del Casalasco in modo particolare, tra le priorità che albergano nei suoi sentimenti, e nella sua vita.

Nelle ultime settimane ha ottenuto due significativi e importanti riconoscimenti, giunti a suggello di quarant’anni tutti dedicati a servire (nel senso più autentico di questo termine) lo Stato e la sua gente, con la gloriosa e storica divisa dell’Arma che a lui era ed è appiccicata come una seconda pelle.

Nei giorni scorsi gli è stata assegnata la Medaglia d’oro Mauriziana per i 10 lustri di carriera militare. Medaglia che gli è stata consegnata direttamente dal generale di Corpo d’Armata Maurizio Stefanizzi, comandante interregionale dei carabinieri Vittorio Veneto (che ha competenza su tutto il Nord Est d’Italia).

In occasione della Festa della Repubblica del 2 giugno, invece, a Reggio Emilia, ha ricevuto dal nuovo prefetto di Reggio Emilia Maria Rita Cocciufa il Diploma dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, a firma del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

“Il tutto – ha commentato il colonnello Regni – dedicato sicuramente alla famiglia, alla Compagnia di Ventimiglia, alle Stazioni Carabinieri di Casalmaggiore, Guastalla, relativi nuclei, Amministrazioni ed enti del casalasco”.

Per lui che ha iniziato la carriera indagando sul purtroppo celebre Mostro di Firenze e la ha conclusa coordinando le operazioni legate al all’omicidio di Saman Abbas, una bella, significativa e importante doppietta arrivata a suggellare quarant’anni di servizio costante e prezioso allo Stato. Una vita, la sua, sempre dedicata al mettersi a servizio degli altri, soprattutto nelle tante iniziative volte al coinvolgimento dei giovani come degli anziani, specie sui temi legati alla sicurezza e alla prevenzione della criminalità, anche attraverso l’organizzazione di innumerevoli conferenze. Con un primato, quello di essere stato l’unico colonnello in Italia a comandare una compagnia dei carabinieri: quella della vicina Guastalla.

Nato ad Alessandria nel 1962, il colonnello Regni vive in Emilia da 42 anni e, da dieci, risiede stabilmente con la moglie e i figli a Colorno (dove per altro aveva già vissuto dal 1993 al 2003).

A Parma i genitori, Rufino e Gilda, 92 anni lui e 90 lei con oltre 60 anni di matrimonio alle spalle (a cui aggiungono sempre gli altri 11 di fidanzamento) ed il Covid brillantemente superato, insieme anche quello, nel 2020 all’ospedale di Guastalla, sono arrivati quando papà Rufino (colonnello pure lui) è entrato in servizio all’allora Legione carabinieri di Parma e, per otto anni, hanno vissuto all’interno di Palazzo Ducale. Da allora la famiglia Regni non si è più mossa perché Parma è entrata letteralmente nel loro cuore.

Gilda e Rufino vivono a Vicofertile e i cinque figli, Luigi (unico ad aver fatto il carabiniere), Federico, Daniela, e le gemelle Paola e Valeria vivono e lavorano tutti tra Parma e provincia. Luigi, arruolatosi nell’Arma nel 1983 col grado di maresciallo ha preso servizio al nucleo operativo di Firenze e, tra le altre cose, è stato coinvolto nelle indagini sul mostro di Firenze e sui sequestri di persona dell’Anonima Sarda. Poi, da tenente, ha guidato il nucleo operativo e radiomobile di Ventimiglia dove ha condotto numerose operazioni che, in due anni, hanno permesso di sequestrate oltre 1200 kg di hascisc e almeno 100 kg di cocaina. Nel 2003, da capitano, si è avvicinato finalmente a Parma ed è stato chiamato a comandare la compagnia carabinieri di Casalmaggiore dove è rimasto fino al settembre 2012: nove anni nel corso dei quali ha portato avanti altre numerose e importanti attività investigative molte delle quali, per ovvie ragioni di vicinanza, hanno interessato anche il Parmense. Nel 2012 è finito all’Ufficio logistico del comando legione carabinieri di Bologna. Impiego, questo, che gli è sempre stato stretto. Chi è abituato ad essere uomo d’azione fatica, e non poco, a stare alla scrivania.

E’ stata quindi accolta la sua richiesta ed ha assunto il comando della compagnia carabinieri di Guastalla che ora lascia, con il grado di colonnello. Nella cittadina reggiana lo si è visto, immerso nel fango, coordinare le operazioni durante l’alluvione di Lentigione; ha coordinato una recente operazione che ha portato a sgominare una banda dedita e furti e spaccate con dieci arresti ed ha guidato le indagini del caso relativo alla sparizione di Saman Abbas.

Appendere la divisa, pochi mesi fa, con quei gradi da colonnello, per lui non è stato facile. “Per chi è figlio dell’Arma, nato e vissuto in caserma – ammette – non è facile”.

Ovunque il colonnello Regni ha saputo conquistare la stima di tutti, non solo come autentico e fedele servitore dello Stato ma anche, e soprattutto, come persona tra le persone. Senza mai far pesare il suo ruolo, preferendo invece un sorriso, una pacca sulle spalle, una parola amica: persona tra le persone, sempre a contatto con la gente. In particolare con i più giovani, cercando in ogni modo di avvicinare i ragazzi all’Arma per dimostrare sempre a loro che nei carabinieri possono trovare, prima di tutto, amici fidati e punti di riferimento, anche per un semplice consiglio.

A Guastalla, ad esempio, ha portato in caserma i ragazzi del Grest, ha aperto le porte alle famiglie che volevano conoscere meglio l’attività dei carabinieri. “Per me è stato fondamentale seguire sempre le indicazioni di mio padre: vicinanza costante al personale, sia nel lavoro che, se necessario, nella vita privata; essere sempre di esempio e di coerenza in ciò che si fa; vivere costantemente la comunità; mantenere sempre quei valori di lealtà e di presenza sul posto”.

Un pensiero particolare lo rivolge sempre all’amata moglie Cristina: “un esempio – dice – di intelligenza, compostezza e grandissimo rispetto di tutti”. Non esita a rivelare che in un paio di occasioni è capitato loro di dover disfare le valige a pochi giorni dalla partenza per le vacanze; in un caso è anche capitato di dover rientrare dalle ferie. “Cristina – ricorda – non solo non mi ha mai fatto pesare nulla ma anzi mi ha sempre incoraggiato e sostenuto, scherzando anche sul fatto che una vacanza si può sempre rimandarla. E in tante occasioni in cui mi era a fianco ha sempre preferito stare un passo indietro. Ai giovani carabinieri auguro di trovare mogli e compagne così”.

L’ impegno, verso il prossimo, comunque, non è certo finito e lo vede tuttora in prima fila, vista la collaborazione piena instaurata a Colorno con l’amministrazione comunale e con il sindaco Cristian Stocchi specie nell’organizzazione del controllo di vicinato. Da pochi giorni, vista appunto la sua esperienza, sono stati infine avviati rapporti di collaborazione anche con il Comune di Brescello e il neosindaco Carlo Fiumicino. Chissà infine che, sotto la sua guida sapiente, non possa nascere una sezione “fluviale”, tra le due rive del fiume, dell’Associazione nazionale carabinieri in congedo. Che potrebbe avere un ruolo fondamentale, tra le due rive appunto, nei campi della sicurezza, del volontariato, della protezione civile e in quello sempre straordinario della solidarietà.

Eremita del Po, Paolo Panni

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